Abbattimento polveri e cattivi odori

Gli ambienti di lavoro, nei quali si possono sollevare nubi di polvere e formare cattivi odori, sono di una varietà e di una quantità impressionanti. Ecco alcune soluzioni proposte dal mercato del settore

Sono tantissime le situazioni nelle quali la salute dei lavoratori è messa a rischio. La legge, che ne è consapevole, puntualmente emana norme comportamentali per tutelarla. Così, i datori di lavoro devono adottare tutti gli adempimenti previsti, affinché l'ambiente di lavoro non solo non sia pericoloso, ma, piuttosto, gradevole. Da non tralasciare il fatto che le polveri possono essere dannose anche per i macchinari con cui si trovano a contatto e che, soggette all'azione del vento, possono essere trasportate lontano (la distanza dipende dall'intensità e dalla velocità delle correnti d'aria e dal peso dei corpuscoli solidi), andando a disturbare il benessere delle comunità circostanti e creando all'ambiente problemi collaterali.
Fra le tante situazioni si evidenziano la formazione e la diffusione delle polveri sottili (PM 10, per chiarire) e di odori malsani, che devono essere abbattuti; mentre il calore molesto, se è possibile, deve essere abbassato.
Nel corso degli anni, la tecnologia è stata oggetto di un'accelerazione molto spiccata, a seguito dell'interessamento dimostrato da molte imprese, che si sono inserite nei settori incriminati.
Gli ambienti di lavoro, nei quali si possono sollevare nubi di polvere e formare cattivi odori, sono di una varietà e di una quantità impressionanti: miniere, cave, acciaierie, cementifici, stoccaggio minerali, inerti e carbone, cantieri edili, trasformazione inerti, movimento terra, nastri trasportatori, frantumatori, vagli, tramogge, carico e scarico camion e navi, passaggi stradali di mezzi, ecc. Ancora, cattivi odori si formano e si spandono nell'ambiente aereo nelle discariche, nei depuratori, nei siti inquinati, e devono essere neutralizzati.
Nel caso di ambienti chiusi e non troppo ampi, il ricorso a un sistema di aspirazione, che faccia passare l'aria mista a polvere attraverso filtri finissimi, prima di disperderla nell'atmosfera, è una buona soluzione, a patto che la presenza della polvere non sia troppo invasiva, perché, in caso contrario, i filtri devono essere puliti frequentemente e, inoltre, molto spesso devono essere cambiati, se la polvere è particolarmente erosiva; infatti, la loro durata ne risente considerevolmente.
Così, le soluzioni proposte dal mercato del settore si basano, preferibilmente, sulla possibilità di usare l'acqua la quale, trasformata in goccioline, è sparata contro le particelle di polvere in sospensione nell'aria e in diffusione nell'atmosfera. Le imprese, che propongono i loro prodotti, parlano di micronizzazione o di micro-nebulizzazione, comunque sempre gocce d'acqua con dimensioni dell'ordine del micron, da sparare con cannoni studiati allo scopo, che operano a pressioni fra i dieci e i duecento bar, facendo una distinzione fra "goccia grossa" e "goccia fina" lanciata a bassa o alta pressione rispettivamente. Questa è la proposta da parte di qualcuno. Qualcun altro parla di "nebbia fresca".
In ogni modo, qualunque sia il nome con il quale la tecnologia è pubblicizzata, lo scopo che è affidato alle goccioline di acqua è sempre lo stesso: esse devono fare aderire attorno alla loro superficie i corpuscoli di polvere e, quindi, portarli a terra sfruttando il loro appesantimento, ma, contrariamente all'"effetto pioggia", senza bagnare il suolo. In tal modo, l'atmosfera nei dintorni del cantiere è depurata, chiarificata, pulita. Tutto ciò quando la polvere è già stata sollevata.
Tuttavia, si può intervenire in maniera preventiva, quando si deve trattare un materiale che si sa in partenza che libererà della polvere; all'interno dei fabbricati oppure anche all'esterno, si possono orientare i cannoni spandi-acqua in modo da avvolgerla, in una cappa nebulizzata, che ne blocchi il sollevamento e la propagazione.
Logicamente, le imprese produttrici offrono i loro macchinari magnificandone le caratteristiche funzionali, esaltandone la distanza raggiungibile dal getto idrico, l'estensione territoriale trattabile, le dimensioni delle particelle di acqua prodotte, l'inclinazione dell'asse dei cannoni e i loro angoli di brandeggio. E ogni potenziale cliente fa la sua scelta in base alle caratteristiche maggiormente confacenti al caso proprio.
In merito ai cattivi odori, talora veramente malsani, che si formano e si diffondono principalmente nello stoccaggio e nella lavorazione degli RSU (Rifiuti Solidi Urbani), nelle discariche, nei depuratori e, in genere, nei siti inquinati, essi possono essere abbattuti con l'acqua nebulizzata. Infatti, con l'acqua si possono trasmettere sostanze atte ad attivare il processo chimico di frantumazione delle molecole odorifere, abbattendole. Ogni impianto addetto a questo tipo di operazione è fornito di accessori per l'inoculo di prodotti enzimatici e profumati, di batteri specifici e, se necessario e secondo i casi, anche di prodotti flocculanti, oltreché battericidi e insetticidi.
Da notare come l'uso di acqua nebulizzata combatta pure il calore che si libera nelle lavorazioni.
Si è parlato, più sopra, di materiali pronti ad emettere polvere e si è detto che l'acqua può avvolgerli, impedendo che essa si sollevi. C'è pure una soluzione più rilevante, applicabile ovunque sia necessario, ma specificamente adatta al settore estrattivo, per risolvere positivamente il problema ecologico-ambientale connesso con la lavorazione di materiali inerti secchi.
è stato ideato un sistema di abbattimento delle polveri con l'applicazione sul materiale, prima della sua frantumazione e negli scambi di nastri trasportatori, una schiuma prodotta dalla miscelazione di acqua e aria con un additivo. Il prodotto, garantendo l'agglomerazione della polvere alla sabbia, offre il vantaggio di non risentire dell'azione del vento e di non influire sulla qualità degli agglomerati, essendo usato in quantità minima e biodegradabile.
Da quanto risulta, non solo non è necessario che l'acqua sia pulita, ma questa può pure essere salmastra, permettendo un notevole risparmio sui costi.
Una parola deve essere spesa per i grossi impianti di frantumazione e cernita, come per esempio quelli che sono installati al servizio delle cave di marmo; questi servono alla produzione di elementi di varia granulometria fino alla polvere vera e propria, partendo da quegli scarti che, sino a non molto tempo fa erano sacrificati nei "ravaneti", cioè nelle discariche di cava. In questo caso, poiché si tratta di complessi di dimensioni importanti, devono essere racchiusi in un involucro dal quale la polvere non possa scappare, con il divieto del personale addetto a penetrarvi, se non per emergenza o a impianto fermo e dopo un'intensa aspirazione, che liberi l'atmosfera interna dal pulviscolo in sospensione.