La gestione dei rifiuti post alluvione

Straripamenti, allagamenti e frane sono solo alcune delle conseguenze della disastrosa alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna nel mese di maggio. Quando le piogge persistenti sono terminate oltre agli innumerevoli danni alle infrastrutture, alle colture, alle città e alle case è stato necessario gestire le circa 150.000 tonnellate di rifiuti causati dall'alluvione


Circa 80 ore di pioggia, 23 fiumi esondati, 44 comuni colpiti da allagamenti, 48 da frane nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Modena e Reggio Emilia e purtroppo 17 vittime. Sono questi i numeri che hanno accompagnato la narrazione degli eventi catastrofici che si sono verificati nel mese di maggio in Emilia-Romagna dove in soli 6 giorni, in due tranches che si sono succedute dall'1 al 17 maggio, è caduta la stessa quantità di pioggia che solitamente si registra in 6 mesi. L'acqua prima e il fango dopo hanno invaso i campi, provocando secondo una stima di Coldiretti, danni per oltre 1,1 miliardi di euro, così come le case, che 23.000 persone hanno dovuto temporaneamente lasciare.

E quando la pioggia è terminata ed è iniziata la conta dei danni i cittadini e le istituzioni hanno dovuto far fronte ad una vera e propria emergenza nell'emergenza: quella delle tonnellate di rifiuti generate dall'alluvione.
Non solo infissi, mobili, elettrodomestici ma anche vestiti, libri e tutti gli oggetti di cui ci circondiamo. Le "cose che parlano di noi", volendo citare il titolo di un libro dell'antropologo Daniel Miller, sono state ricoperte dal fango che le ha rese inutilizzabili, trasformandole in rifiuti.

Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna ha firmato, il 18 maggio, un'ordinanza per agevolare la rimozione e la gestione di questa quantità straordinaria di rifiuti.

L'ordinanza, consultabile dal sito della Regione, darà per sei mesi la possibilità di procedere in deroga alle autorizzazioni in vigore per gli impianti di stoccaggio, di trattamento dei rifiuti solidi e liquidi, di discarica e termovalorizzazione. Suddetta ordinanza stabilisce inoltre che: "i rifiuti che derivano dall'evento alluvionale, provenienti da edifici pubblici e privati, compresi anche i fanghi, i rifiuti liquidi, nonché dallo spazzamento delle strade, dalla pulizia degli argini, delle griglie, delle fosse settiche, ovvero portati dai corsi d'acqua in piena, vengano classificati come urbani" mentre "i rifiuti, provenienti dalle attività produttive ordinariamente classificati come speciali, restino tali benché alluvionali".

Gruppo Hera, multiutility italiana che opera nel settore ambientale (gestione e trattamento dei rifiuti), idrico (acquedotti, fognature e depurazione) ed energetico, sin dalla prima ondata di maltempo, in accordo con i Comuni e la Protezione Civile, ha attivato un servizio straordinario di raccolta rifiuti casa per casa per le strade colpite dall'emergenza meteo, senza limiti quantitativi e senza appuntamento.

Per organizzarlo e realizzarlo Hera ha impiegato più di 250 persone e oltre 150 mezzi operativi nei territori colpiti delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Rimini.

Solo su queste aree la stima dei rifiuti raccolti post alluvione è di oltre 70 mila tonnellate: per dare un'idea rappresentano un volume pari a un palazzo di quasi 25 piani esteso sulla superficie di un campo da calcio. La fase più acuta della raccolta è terminata la prima settimana di giugno, permettendo un progressivo ritorno alla normalità del servizio. Fondamentale è stata anche la collaborazione con altre aziende del settore e con i loro fornitori, che si sono resi disponibili con uomini e mezzi fornendo un prezioso contributo.

Seguendo l'ordinanza regionale i rifiuti, prevalentemente ingombranti, sono stati raccolti da strade, case e aziende e trasportati nelle aree di primo conferimento, individuate in accordo con i Comuni, dove questi materiali sono stati stoccati, per poi essere trasportati in altre aree di secondo livello più grandi, protette e presidiate 24 ore su 24, dove i rifiuti vengono definitivamente recuperati o smaltiti.

Il Gruppo sta cercando di separare il più possibile i vari materiali, un'operazione non semplice vista le condizioni dei vari rifiuti. L'intento è di riuscire a recuperare i RAEE che verranno portati al consorzio di recupero e i metalli, oltre ai materiali pericolosi come le bombole, presenti comunque in minime quantità. Il materiale che non è in alcun modo recuperabile verrà invece ridotto volumetricamente e triturato per consentirne lo smaltimento nelle discariche o nei termovalorizzatori del Gruppo, dotato di un centinaio di impianti all'avanguardia in grado di trattare qualsiasi tipologia di rifiuto. Lo smaltimento di questa impressionante mole di rifiuti durerà complessivamente 4-5 mesi.


Bibliografia
- https://notizie.regione.emilia-romagna.it/comunicati/2023/maggio/maltempo-rifiuti.
- Gruppo Hera.