Messa in sicurezza vista mare

Nella centrale di Brindisi Nord, di proprietà di A2A Energie Future S.p.A., Montalbetti S.p.A. sta realizzando la messa in sicurezza, con bonifica e demolizione, dei gruppi retro caldaia 1-2. Non solo scoibentazione e bonifica degli impianti, nonché bonifica dei materiali contenenti fibre minerali, amianto (MCA) e Fibre Artificiali Vetrose (FAV), ma anche demolizione dei
riscaldatori e precipitatori elettrostatici, dei serbatoi acqua demi ed acqua industriale, dei sili ceneri pesanti, dei rack e delle tubazioni, della sale pompe OCD e soprattutto demolizione, mediante ribaltamento controllato, dei camini fumi alti 60 metri

 

Che si tratti di scirocco, di maestrale, di libeccio o di levante, la Puglia è senz'altro una delle regioni più accarezzate, e talvolta sferzate, dal vento. Teso e costante quello che soffia su Brindisi e sul suo caratteristico porto, diviso fra il seno di levante e quello di ponente quasi a raffigurare il palco di un cervo. Porto talmente importante e dalla forma talmente inconfondibile da averne influenzato persino il toponimo: Brindisi, dal latino Brundisium, attraverso il greco Brentesion e il messapico Brention: testa di cervo, appunto. E proprio affacciata sul mare e sul suo porto sorge la centrale termoelettrica di Brindisi Nord, risalente al 1964 e riconvertita a carbone nel 1979, mantenendo però la possibilità di bruciare anche OCD, olio combustibile denso, a supporto o in alternativa al carbone. La centrale, prima di proprietà Eurogen, partecipata di ENEL, e poi di proprietà Edipower, partecipata in maggioranza dalla multiutility A2A S.p.A., è stata fermata alla fine del 2012 e i suoi macchinari principali sono stati posti in conservazione previo allontanamento dei combustibili e delle sostanze chimiche di processo.
Da settembre 2017, con consegna lavori prevista per febbraio 2019, è all'opera Montalbetti S.p.A., azienda varesotta dalla storia ultracinquantennale specializzata in decommissioning e lavorazione e commercio di metalli ferrosi e non, che nella centrale termoelettrica si sta occupando della messa in sicurezza, bonifica e demolizione di due gruppi retro caldaia (unità 1-2).


Messa in sicurezza, scoibentazionie bonifiche MCA
Come ci spiega Tullio Pili, Project Manager Decommissioning Montalbetti S.p.A.: "il nostro intervento, innanzitutto, ha previsto una fase di vera e propria messa in sicurezza di quanto è stato poi oggetto, ed è tutt'ora oggetto, di bonifica e demolizione. Venti anni di inattività, l'ubicazione così a ridosso del fronte mare e l'azione continua degli agenti atmosferici, in particolare del vento - prosegue - hanno determinato uno stato di grave ammaloramento delle strutture, tale da richiedere prima la messa in sicurezza di tutto ciò che si presentava come pericolante per poi poter procedere con la scoibentazione e bonifica amianto dalle apparecchiature del retro caldaia, in particolare riscaldatori aria ljungström, ventilatori aria, precipitatori elettrostatici, condotti aria/fumo, ciminiere, tubazioni OCD, tubazioni vapore principale ed ausiliario, quadri elettrici, sistema OCD con riscaldatori, filtri tubazioni e pompe e setti tagliafiamma. Occorre però sottolineare - evidenzia ancora Pili - che dalla fermata degli impianti sulla centrale sono stati eseguiti, nel corso degli anni, interventi necessari all'eliminazione di parte delle coibentazioni, tanto che, ad esempio, il precipitatore elettrostatico (PE) del gruppo 1, così come i condotti fumo al suo ingresso, li abbiamo trovati quasi del tutto scoibentati, con la sola esclusione delle tramogge inferiori del PE".
Proprio dal Gruppo 1 è partita, infatti, la rimozione dei materiali coibenti in FAV e la bonifica MCA che Montalbetti S.p.A. ha subappaltato alla Ecotecno S.r.l. di Bergamo che ha impiegato una forza lavoro media di 6 unità per 3 mesi per quanto riguarda la bonifica MCA e 12 unità per 6 mesi per la bonifica lane minerali.
Come ci spiega ancora Tullio Pili: "per quanto riguarda la bonifica da amianto sono stati realizzati piani di lavoro provvisionali intorno alle tubazioni, alle pompe e alle valvole con confinamento statico dinamico e accesso attraverso un'unità di decontaminazione personale per poi rimuovere e confezionare il materiale secondo quanto previsto dal DM 06/09/1994. In alternativa - specifica - si è anche usata la tecnica del glove bag mirato alle zone di sola presenza fettucce con amianto o sezionamento del tratto di tubazione in ambiente statico-dinamico specificatamente allestito fuori opera. Per le guarnizioni - continua Pili - dopo l'imbibizione di soluzione incapsulante e sigillatura con nastro adesivo a banda larga, si è proceduto ala sconnessione con taglio a caldo dell'accoppiamento flangiato a monte e a valle e con la successiva bonifica in ambiente confinato statico-dinamico; imbibizione della soluzione incapsulante, sigillatura e confezionamento con teli di polietilene anche per i setti frangi fiamma, quindi sezionamenti a monte e a valle e smaltimento dei tratti interessati dalla presenza di MCA, così come stessa imbibizione con soluzione incapsulante, asportazione, sigillatura e confezionamento in sacco di polietilene, successivamente inserito in big bag dotato di liner interno anche per i caminetti spegni arco, interruttori e setti di separazione interni ai quadri".
La rimozione dei materiali coibenti realizzati in fibre minerali, invece, è stato eseguito in ambiente confinato statico, ossia tramite ponteggio (con piani di lavoro e sottopiani dotati di parapetti e batti piede)e telo in polietilene ignifugo spesso 0,10 mm, con cui si è avvolto il riscaldatore aria e il PE del Gruppo 1 e 2.
Tutti i materiali sono stati stoccati in apposite aree e poi avviati a smaltimento direttamente dalla Committenza.


Bonifiche impiantistiche
La bonifica effettuata nel sito di Brindisi è stata anche e soprattutto una bonifica impiantistica che Montalbetti S.p.A. ha subappaltato a SIR S.r.l., azienda di Mesagne (BR) che ha impiegato una forza lavoro media di 12 unità per 2 mesi per la bonifica ceneri pesanti e leggere e 6 unità per 7 mesi per le linee OCD e Gasolio, per un volume netto delle apparecchiature e delle tubazioni oggetto di bonifica quantificato in circa 70 m3.
Partendo dal presupposto che per la bonifica dai prodotti presenti negli scambiatori e nelle tubazioni era stato espressamente richiesto un metodo di pulizia che consentisse ovviamente di ridurre al minimo la quantità di rifiuti da smaltire, è stato progettato ed effettuato un intervento di lavaggio, per singola linea e componente, attraverso una macchina combinata Canal-jet, in grado di produrre acqua calda, e sonde a reazione inserite nelle tubazioni e nei componenti di impianto quali scambiatori, ghiotte. Come ci spiega ancora Pili: "le linee e le apparecchiature non oggetto di bonifica e demolizione sono state preventivamente tappate e messe in sicurezza, mentre il combustibile prelevato, le acque di lavaggio ed altri prodotti di risulta dalla bonifica delle pompe OCD, dei riscaldatori, dei filtri e delle tubazioni sono stati inoltrati e smaltiti in impianti autorizzati. In particolare - continua - le linee interessate dalla bonifica sono state svuotate, i colaticci raccolti e aspirati mediante auto spurgo e le tubazioni lavate tramite sonda dotata di ugello collegato alla pompa ad alta pressione, dopodiché si è proceduto ad effettuare i test di esplosività gas free e poi i tagli necessari al loro smantellamento. Anche i serbatoi ceneri pesanti - specifica - sono stati svuotati dalle 200 t di cenere residua tramite aspiratori industriali e poi lavati con acqua in pressione convogliata nell'autospurgo e inviati a destino finale autorizzato".


Demolizioni
Solo dopo aver eseguito sia le pulizie impiantistiche e le bonifiche dai residui di processo sia le bonifiche MCA e FAV si è proceduto con le demolizioni vere e proprie che hanno riguardato il retro caldaia (riscaldatori e precipitatori elettrostatici), alcuni pipe rack, due sili ceneri pesanti da 1.000 mc, due serbatoi acqua industriale da 500 mc, tre serbatoi acqua demineralizzata (2 da 500 mc e 1 da 1.000 mc) le pompe PECP, gli esaustori impianto ceneri leggere, il nastro N6 per il trasporto carbone (formato da dieci ponti nastro che si sviluppano per tratti di lunghezza variabile tra 24 e 54 metri, per uno sviluppo totale di 440 metri e 400 ton di peso) e soprattutto la ciminiera, alta 60 metri.
Come ci spiega Marco Romanelli, Direttore Tecnico Montalbetti S.p.A.: "le aree oggetto di intervento presentavano una densità di apparecchiature elevata, tanto che alcune zone non erano raggiungibili dai mezzi d'opera senza una preventiva demolizione di alcuni rack e di molte apparecchiature perimetrali. I primi ad essere demoliti - prosegue - sono stati i fabbricati esenti da interventi di bonifica, appunto per ottenere spazio e procedere al trattamento del materiale e al taglio delle carpenterie, poi si è proceduto alla demolizione in sequenza degli impianti via via bonificati e della conseguente liberazione delle aree per poter garantire migliore manovra ai mezzi da demolizione, nonché liberare le aree di lavoro attorno ai componenti di maggior altezza, come nastro e ciminiere, demoliti per ultimi".
Ingente la forza dispiegata da Montalbetti S.p.A., sia a livello di capitale umano, con sei uomini presenti per 16 mesi, che di mezzi, fra cui tre escavatori cingolati da demolizione (un Liebherr R 954 C VH-HD LITRONIC con Braccio HRD da 28 m, un PMI 480 CA Demolition con Braccio HRD da 24 m e un Doosan D 340 LC-5), oltre che un Autogru RIGO RT 450 portata 45 ton e un caricatore semovente gommato LIEBHERR A 924 B Litronic.

Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 60 del n. 3/2018 di Recycling...continua a leggere