Ponte Morandi: prove di esplosione in cava

Ieri mattina alla ex cava di Camaldoli sono state sperimentate in campo le modalità operative atte a testare i sistemi di mitigazione delle polveri derivanti dall'eventuale demolizione delle pile 10 e 11 del viadotto Morandi con l'uso di esplosivo.

La simulazione, andata a buon fine, è stata effettuata con cariche di esplosivo (dinamite e miccia alla pentrite) che hanno generato delle colonne d'acqua che, salite verticalmente per decine di metri in maniera diffusa sono ricadute al suolo, creando di fatto una barriera idraulica atta ad isolare il sito di prova dall'ambiente circostante. L'Ati demolitori affiancata da un pool di esperti, operanti in campo ingegneristico e sanitario, sulla base delle valutazioni effettuate e degli studi condotti, procederà ad un'ulteriore analisi finalizzata a dimensionare la suddetta barriera idraulica in scala "ponte Morandi".

Gli studi effettuati contemplano ulteriori misure di mitigazione che sono state individuate per controllare le polveri generate dall'eventuale esplosione e dalla successiva caduta a terra dei manufatti demoliti: oltre alla barriera idraulica il progetto di demolizione prevede il rivestimento delle cariche esplosive con "sacche" piene di acqua e l'utilizzo di idonei contenitori anch'essi pieni di acqua, posizionati sulla parte superiore degli impalcati. Il progetto,in caso di demolizione con esplosivo, prevede anche l'utilizzo di getti d'acqua per contenere ulteriormente il risollevamento delle polveri.

Il modello prospettato pertanto comprende tutte le fasi di demolizione dell'opera.

Tutte le operazioni di brillamento, proiezione verso l'alto delle acque, tracciate con coloranti contenute all'interno delle vasche, sono state monitorate e misurate dai topografi, con strumenti specifici a cura dell'Ati dei demolitori. L'intera operazione è stata possibile grazie all'impegno degli Enti di controllo e con il contributo della Polizia di Stato ed in particolare del Nucleo Artificieri Antisabotaggio che ha affiancato l'Ati demoitori e la società Siag di Parma.

Un ringraziamento va rivolto anche ai gruppi di volontari della AIB (Associazione Incendi Boschivi) della Protezione Civile per il preziosi contributo prestato.