Merlo: due fratelli una sola scelta

I sollevatori telescopici Merlo sono da tempo parte integrante del parco macchine delle aziende dei Fratelli Sona. Una scelta univoca che ha portato, oggi, all'ingresso del peso massimo HM120.10 con benna da 8.000 litri

Nelle aziende dei fratelli Massimo e Roberto Sona, impegnati a tutto tondo sia nel settore delle energie rinnovabili, sia nelle costruzioni edili, sia in campo agricolo con coltivazione diretta e fornitura di servizi in conto terzi, i sollevatori telescopici italiani sono un must da lungo tempo. Tanto da richiedere specifiche soluzioni che si adattano ai contesti operativi in cui operano le singole macchine.
"Attualmente - ci spiegano i fratelli Sona - utilizziamo tutti i giorni quattro sollevatori telescopici Merlo spaziando da un TF38.10 fino al nuovo HM120.10 passando per un CS55.9 e un Roto 38.16".
L'impiego dei sollevatori telescopici è entrato nella mentalità aziendale da lungo tempo grazie alla polivalenza e alla capacità di adattamento di queste macchine a contesti operativi fra loro completamente differenti.
L'arrivo del nuovo P120.10, modello di punta della gamma Merlo, è stato dettato dalle elevate esigenze produttive a cui i fratelli Sona devono rispondere nella sede operativa di Carmagnola, dove coesistono, a breve distanza l'uno dall'altro, un impianto a biogas e un impianto di essiccazione di cereali.
"Questa macchina - continuano - risponde alle nostre esigenze produttive su entrambi i fronti di lavoro grazie a una benna da 8.000 litri che abbiamo espressamente voluto per ottimizzare ogni ciclo di carico".


"Alta Capacità" sfruttata al massimo
La gamma HM identifica tutti i modelli ad "Alta Capacità" della Merlo e si compone di 5 modelli che si basano su una comune identità telaistica.
Il P120.10 è il modello con maggiore portata, pari a 12 tonnellate, e con un'altezza raggiungibile di 10 metri.
Nulla di più semplice, quindi, che richiedere una benna da 8.000 litri in grado di movimentare grandi quantità di materiale in poco tempo.
"Le nostre esigenze erano chiare - ci spiegano i fratelli Sona - e la Merlo ci è venuta incontro senza nessun problema. La macchina era perfettamente in grado, visto il peso specifico del materiale movimentato, di utilizzare una benna della capacità richiesta e la soluzione ottimale è stata studiata insieme". Continuano: "Abbiamo anche una benna da 6.000 litri la cui geometria è stata specificamente ottimizzata per il trasporto del mais. I progettisti Merlo hanno lavorato insieme a noi fornendoci un'attrezzatura che ci consente il trasporto delle granaglie senza più avere quelle fastidiose piccole perdite di carico che sporcano la zona operativa".
L'ottimizzazione dei cicli di lavoro sulla base delle specifiche esigenze ha permesso di avere una macchina con un elevato coefficiente di utilizzo sia nell'alimentazione dell'impianto a biogas che nel carico dei mezzi di trasporto.
"Abbiamo studiato attentamente i costi di esercizio delle nostre macchine - ci spiegano - e abbiamo visto che il salto di scala rispetto al passato era conveniente per svariati motivi".

Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 59 del n. 2/2016 di Recycling...continua a leggere


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