Conlegno affronta la domanda: ci sarà abbastanza legno in futuro?

La risposta è nella selvicoltura sostenibile

Il Consorzio Servizi legno e sughero presente a Ecomondo 2023 per valorizzare la materia prima e discutere di una gestione forestale sostenibile

Ci sarà abbastanza legno in futuro? A questa domanda risponde Conlegno, Consorzio servizi legno e sughero che da 25 anni tutela e promuove la biodiversità e il patrimonio forestale, impegnato in questi giorni a Ecomondo 2023, l'evento internazionale di riferimento per le tecnologie e i servizi della Green economy.

Il legno è la risorsa fondamentale per trainare la decarbonizzazione e una transizione energetica sostenibile. Ma se la domanda del mercato aumenterà - e dagli Studi FAO si stima che il consumo di legno a livello mondiale passerà dai circa 2,2 miliardi attuali ai 3,2 miliardi del 2050 - sorge spontaneo un quesito: ci sarà legno a sufficienza in futuro?

Conlegno - che grazie ai suoi comitati tecnici favorisce un impiego normato e sostenibile del legno, dalla materia prima all'imballaggio, al legno strutturale - partecipa alla manifestazione con l'intento di riportare al centro dell'attenzione proprio la materia prima, il legno, fondamentale in più settori dell'economia e che nell'ultimo decennio ha acquisito sempre maggiori spazi di mercato nell'edilizia privata e pubblica, proprio in virtù della sua sostenibilità. Il legno è in grado di stoccare grandi quantità di C02 sottratte all'atmosfera ed è il materiale strutturale sostenibile per eccellenza, essendo di origine naturale facile da riutilizzare, riciclare e destinare a filiere circolari. 

Attualmente la superficie forestale nazionale ammonta complessivamente a circa 11milioni di ettari, di cui l'82% (circa 9 milioni) è classificata come foresta e il restante 18% come altre terre boschive. Pertanto, le risorse forestali occupano quasi il 36% dell'intero territorio nazionale. Il dato incoraggiante è che c'è una crescita annua del volume delle foreste italiane, stimata intorno ai 38 milioni di metri cubi (con una media di circa 4.2 metri cubi ad ettaro). Purtroppo, di questo incremento vengono prelevati soltanto 14,4 milioni di mc.

L'aumento della superficie forestale non è però sufficiente ad assicurare che le foreste forniscano beni e servizi in grado di soddisfare le esigenze future rispettando i principi ispiratori dello sviluppo sostenibile.

"È necessario diffondere la cultura della selvicoltura sostenibile" ha affermato Sebastiano Cerullo, Segretario Generale di Conlegno. "Questo non vuol dire, come spesso si sente dire, non tagliare gli alberi, ma tagliarli in modo intelligente, seguendo le regole di una gestione forestale sostenibile, un concetto dinamico e in evoluzione che mira a mantenere e valorizzare i valori economici, sociali e ambientali delle foreste a beneficio delle generazioni presenti e future".

Tagliare in modo sostenibile, nel concreto, vuol dire gestire la foresta come un complesso ecosistema di cui utilizzare alcune risorse, assicurandone nel contempo la continuità funzionale di lungo termine. Con il giusto equilibrio si conserva e migliora la produttività, la diversità e la resilienza degli ecosistemi forestali, che forniscono importanti servizi ambientali, tra cui aria pulita, acqua e habitat ottimali per la fauna e flora selvatica, nonché l'assorbimento del carbonio atmosferico.

Per mantenere tale equilibrio, è fondamentale conoscere e quantificare con precisione le risorse forestali disponibili al fine di determinarne l'uso più appropriato, compreso il relativo tasso di utilizzazione di legno e prodotti non legnosi. Tali necessità, insieme agli altri principi della gestione forestale sostenibile, sono ben definiti nell'ambito della Certificazione forestale che Conlegno incoraggia e sostiene con le attività svolte dal proprio Gruppo TRUST afferente ai noti schemi di certificazione PEFC e FSC. 

Conlegno da 25 anni si occupa di valorizzare la materia prima legno nel rispetto della citata sostenibilità.  Come emerge dagli ultimi dati disponibili, nel 2022 sono stati certificati in modo sostenibile da Fitok - marchio del Consorzio che controlla la filiera produttiva relativa agli imballaggi in legno per garantire il corretto trattamento fitosanitario - circa 60 milioni di pallet. E il legno per costruire questi imballaggi contiene circa 2,4 milioni di tonnellate di CO2 sottratti all'atmosfera. Dati altrettanto incoraggianti, sono i parziali dell'anno in corso in cui la CO2, stoccata in circa 40 milioni di pallet conformi alla norma FAO ISPM 15, ammonta a 1,5 milioni di tonnellate.

Allo stesso modo con EPAL, marchio internazionale che contraddistingue il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso d'Europa e che in Italia opera in seno a Conlegno, il Consorzio porta avanti un perfetto esempio di economia circolare: il riutilizzo, l'interscambio, la riparazione e il riciclo dei pallet EPAL rappresentano un responsabile approccio ambientale e socio-economico.

Quello descritto è soltanto un esempio dell'uso sostenibile della materia prima derivante dalle risorse forestali  che contribuiscono in modo particolarmente rilevante alla crescita economica complessiva alimentando vari settori produttivi, tra cui quelli degli imballaggi, dell'edilizia, della carta e dei mobili. 

Conlegno tratta questi argomenti in un intervento nel panel dal titolo "Energia dal bosco per la decarbonizzazione e la transizione energetica", che si tiene a Ecomondo il 10 novembre alle 10. Questa tavola rotonda analizza il ruolo del legno come sostituto di altri materiali non rinnovabili e come fonte di energia "verde", tema quest'ultimo di grande attualità anche alla luce dell'attuale quadro normativo di riferimento.