Il comparto del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione ha conosciuto, negli ultimi anni, un importante sviluppo. La normativa nazionale ed europea disciplinante tali specifiche attività ha cercato di tenere il passo con i bisogni indotti da questa evoluzione
Il recepimento e l'applicazione delle direttive europee dettate in materia di economia circolare, ha dato senza dubbio un significativo impulso al comparto. La definizione di un quadro normativo più dettagliato ha infatti permesso di raggiungere importanti risultati. In tal senso è opportuno sottolineare come, oggi, la percentuale di materiale da costruzione e demolizione riciclato rispetto alla quantità smaltita è piuttosto elevata e si attesta, secondo i dati ufficiali del 2018, al 77,4%1.
Tuttavia, sebbene le aziende del settore riciclino grandi quantitativi di rifiuti, un limite che indubbiamente si pone nello svolgimento delle loro attività d'impresa è la ristretta varietà d'impiego dei prodotti riciclati. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli impianti producono aggregati riciclati da utilizzare come sottofondi stradali. È diffuso, inoltre, il riciclaggio di "fresato d'asfalto" reimpiegato per costituire in specifiche percentuali nuovo conglomerato bituminoso. L'attuale contesto normativo pur essendosi adeguato alle crescenti necessità del settore, risulta ancora piuttosto complesso e, in alcuni casi, costituisce un vero e proprio ostacolo allo sviluppo di buone pratiche di riciclaggio di questi particolari tipi di rifiuti.
Le menzionate difficoltà, che sarebbe auspicabile fossero discusse e risolte quanto prima attraverso l'instaurazione di tavoli operativi e di confronto tra il legislatore e le realtà produttive del settore, non hanno comunque impedito, nel contesto laziale, lo sviluppo e la diffusione di virtuosi esempi di utilizzo di prodotti riciclati. Ad essi è dedicato questo approfondimento.
Nei recenti anni, si è registrato un progressivo aumento della produzione di miscele betonabili ottenute dai processi di riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione. Tali miscele di inerti riciclati, leganti idraulici ed acqua, trovano il loro diffuso impiego nei processi di riempimento di scavi, in particolare per quel che concerne la fase di realizzazione dei sottoservizi. Questi materiali si contraddistinguono per la loro resistenza piuttosto bassa (resistenza media a compressione a 28 gg da 15 a 20 daN/cm2) e per la rispondenza a requisiti ambientali che li rendono assimilabili, nel loro impiego, alle terre e rocce naturali.
L'azienda laziale Seipa S.r.l. è, sicuramente, una realtà che ha saputo cogliere appieno le potenzialità di quest'attività di riciclo contribuendo alla diffusione di "buone pratiche" di riutilizzo dei materiali da costruzione e demolizione nella città di Roma. L'amministrazione capitolina, peraltro, è dotata di uno specifico regolamento riguardante "l'esecuzione ed il ripristino di scavi stradali per la posa di canalizzazione e relative opere civili e manufatti destinate alla fornitura di servizi a rete nel suolo, sottosuolo e soprassuolo". L'utilizzo di betonabile riciclato per le infrastrutture dei sottoservizi della Capitale, già normato dai CAM "Edilizia" che, fra l'altro, prescrivono per i rinterri2 il riutilizzo del materiale di scavo o in alternativa l'utilizzo di miscela di materiale betonabile composto per almeno il 50% di materiale riciclato, costituisce solo l'inizio di un modo di operare che, auspicabilmente, dovrebbe diffondersi e svilupparsi sull'intero territorio regionale.
Oltre all'utilizzo dei prodotti riciclati nel processo di riempimento degli scavi per i sottoservizi, è opportuno ricordare anche l'ulteriore applicazione che simili prodotti hanno trovato nel riempimento delle cavità sotterranee della città in alcune particolari aree che sono interessate dall'edificazione di infrastrutture viarie.
In tali utilizzi, la resistenza da garantire è piuttosto bassa ovvero 5/7 daN/cm2, assimilabile, dunque, a quella tipica di un terreno compattato e quindi sufficiente a garantire il passaggio di veicoli ed automezzi. La porosità, al contrario, deve essere piuttosto alta dal momento che il materiale che sostituisce i vuoti, non deve in alcun modo alterare le caratteristiche idrogeologiche del sito nel quale il prodotto riciclato viene impiegato e, per questo scopo, la granulometria deve essere selezionata.
Le miscele adottate dalla Seipa S.r.l. in questo campo sono di due tipi: confinante e autolivellante.
La combinazione delle due miscele, la prima per la realizzazione delle spalle perimetrali del riempimento e, la seconda, per il riempimento interno dello scavo, permette l'utilizzo del prodotto riciclato anche in cavità sotterranee estese, come sono quelle che caratterizzano il sottosuolo della Capitale. Le buone pratiche sopra descritte costituiscono esempi concreti ed efficienti di recycling, ovvero di riciclaggio di rifiuti da costruzione e demolizione per l'ottenimento di nuovi prodotti per l'edilizia.
Parallelamente al recycling, nel Lazio sono stati messi a punto progetti orientati verso l'upcycling dei rifiuti da costruzione e demolizione consistente nel processo di recupero creativo e migliorativo dei materiali anche in un'ottica di qualità del design. In questo ambito, Atlante Inerti Project (AIP), ha sviluppato e realizzato un prototipo di un sistema modulare di design per pavimentazioni da esterni ed arredi urbani ottenuto grazie ad un conglomerato cementizio vibro compresso costituito per il 100% da aggregati riciclati (sabbia ricoesa proveniente dell'impianto di recupero di rifiuti inerti da costruzione e demolizione Eco Logica 2000 di Roma). Attraverso il mix design, sviluppato con il supporto tecnico della società Conselab S.r.l., è stato possibile creare una soluzione capace di garantire un prodotto con una resistenza a compressione pari a 34,5 MPa, (classe di resistenza C25/30), impiegabile in diverse tipologie di manufatti non strutturali.
Gli esempi di lavorazione e riciclo sopra sintetizzati, si collocano in un contesto regionale nel quale sono vari i modelli produttivi virtuosi che si stanno sviluppando ed affinando. Avviare un percorso di descrizione di tali processi produttivi vuol dire contribuire a costruire una rete di buone pratiche la cui valorizzazione è fondamentale per il miglioramento del settore. Per accelerare tale processo, è essenziale mantenere il costante confronto tra istituzioni, imprese e cittadini ed ANPAR, come associazione di categoria, intende perseguire proprio tale obiettivo, attivandosi al meglio per la condivisione di informazioni rilevanti in materia contribuendo ad arricchire il vivo dibattito sviluppatosi intorno al tema del riciclo.
1Rapporto Rifiuti Speciali 2020 - Dati di sintesi
2Punto 2.5.5 “Scavi e rinterri” dei vigenti “criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”