Da 40 anni dalla parte del pianeta

CONOU: una Filiera d'eccezione. Traguardi e sfide del modello circolare


Il CONOU, giunto nel 2024 al suo 40° anno di attività, è il Consorzio che si occupa della raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati, in pratica quelli necessari per il funzionamento dei motori, dei macchinari e processi industriali e che, dopo l'uso, diventano inidonei alla funzione e si trasformano in un rifiuto pericoloso. Operativo dal 1984 rappresenta oggi l'eccellenza dell'economia circolare a livello Europeo.

La missione del CONOU è chiara: promuovere la raccolta e il recupero degli oli minerali usati per prevenire l'inquinamento e favorire il riutilizzo delle risorse. Gli oli usati, se smaltiti in modo inappropriato, possono causare infatti gravi danni all'ambiente e alla salute umana. Basti pensare che 4 kg di olio esausto, il cambio di un'automobile per intenderci, possono inquinare una superficie grande come 7 piscine olimpiche. Il Consorzio si deve impegnare quindi anche a sensibilizzare cittadini, aziende e istituzioni sull'importanza di una corretta gestione degli oli usati.

Ma non si esaurisce tutto con la raccolta; il rifiuto pericoloso viene "rigenerato" e convertito ancora in lubrificanti perfettamente idonei all'uso come quelli ottenibili dalla lavorazione del petrolio.
Come emerge dall'ultimo Rapporto di Sostenibilità del CONOU, nel solo 2023 ha raccolto 183mila tonnellate di olio minerale usato, ovvero la totalità del rifiuto prodotto. Di questo oltre il 98% è stato avviato a rigenerazione.
Nel 2023 le attività gestite dal CONOU hanno permesso di evitare l'immissione in atmosfera di 127mila tonnellate di CO2 equivalente, gas responsabile dell'effetto serra, con una riduzione del 57% rispetto al sistema alternativo ovvero quello tradizionale dell'economia lineare che dall'estrazione e raffinazione del petrolio produce i lubrificanti.

I dati relativi alla riduzione di impatto sull'ambiente sono altrettanto significativi: circa 7 milioni di GJ di combustibili fossili consumati in meno, preservazione della qualità del suolo e un suo minore sfruttamento (90%), 60 milioni di metri cubi di acqua risparmiata.
Nel Rapporto di Sostenibilità del CONOU sono anche valutati i significativi benefici sulla salute umana. La raccolta e rigenerazione hanno consentito anche di ridurre le unità tossiche cancerogene dell'88% e quelle non cancerogene del 93%, numeri che si traducono in una minore incidenza di malattie.

Tutti risultati ottenuti grazie all'impegno di tutta quanta la filiera che si pone ogni anno obiettivi sempre più sfidanti in termini non solo ambientali, ma anche economici e sociali.
Tra i punti di forza di questo modello circolare, unico nel suo genere, c'è sicuramente la gestione capillare della rete di raccolta su tutto il territorio, che rende facile per i cittadini e le aziende smaltire gli oli usati in modo corretto. Questo sistema capillare conta oltre 103.000 punti di raccolta tra officine e industrie, presso le quali i 60 raccoglitori concessionari del CONOU ritirano l'olio esausto con i loro 678 automezzi.

Al Consorzio partecipano circa 1000 aziende; in gran parte quelle che, immettendo al consumo lubrificanti, sono tenute a finanziare il Consorzio stesso con il contributo ambientale; vi partecipano poi le imprese (fra cui due di Rigenerazione) che si occupano di raccogliere a titolo gratuito l'olio usato ovunque in Italia (oltre 100.000 punti di raccolta) e riportarlo a nuova vita rigenerandolo.

I successi di questi 40 anni sono innumerevoli e sono certamente figli di una serie di sfide che si sono succedute negli anni: dall'evoluzione delle piccole imprese di raccolta in aziende vere e proprie con standard tecnici elevati e impianti di qualità, grazie al supporto costante del Consorzio; alla capacità di lavorare anche oli usati particolarmente inquinati, adeguandosi, nel contempo, alla qualità crescente dei lubrificanti vergini da petrolio; all'utilizzo di uno standard di "end of waste" grazie a una Tabella di qualità ambientale di un decreto del 2007 che fissò cosa si doveva intendere per olio rigenerato ovvero per non considerare più l'usato un rifiuto, garantendo l'assenza di inquinanti pericolosi; all'intenso lavoro sulla gestione della qualità degli oli usati che ha consentito di passare da circa il 20% di oli destinati alla combustione perché non trattabili a meno del 2%, alla capacità di affrontare la lotta alla, pur limitata, evasione dal contributo ambientale, fonte unica di risorse per l'attività consortile; al mantenimento della natura "etica" di Consorzio senza fine di lucro, senza obiettivi di profitto ma certamente di efficienza e, in primis, di ambiente.Un percorso lungo e complesso che, tuttavia, ha al suo centro il modello organizzativo del Consorzio, senza fini di lucro, che ha fissato gli standard per i prodotti e le aziende, che riesce a garantire, oltre alla raccolta esauriente anche la priorità alla rigenerazione che l'Europa ha posto come traguardo senza "puntare la pistola" ma facendo convergere interesse ambientale superiore e interessi delle imprese.

Un modello che, in questi ultimi tempi, vede grande attenzione da parte di importanti paesi extraeuropei, i cui legislatori si accingono più che a promuovere la costruzione di impianti per la circolarità, a costruire un sistema (simile al nostro) per consentire alla circolarità di crescere spontaneamente e diventare realtà.


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