ANPAR firma il Protocollo d'intesa tra Università degli Studi di Padova e Regione Veneto mentre in Basilicata apre un nuovo impianto per il recupero dei rifiuti inerti
Il 27 settembre 2022 l'Università degli Studi di Padova ha aderito ad un protocollo d'intesa con la Regione del Veneto per la definizione di strategie condivise e complementari che favoriscano l'economia circolare nell'edilizia.
Assieme all'Ateneo padovano, hanno firmato il protocollo anche ANCE Veneto (Associazione Nazionale Costruttori Edili), ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati), ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto), Assindustria Venetocentro, Legambiente Veneto, e l'Università IUAV di Venezia.
Nello specifico l'Università di Padova dovrà mettere a disposizione:
- attività di ricerca e sviluppo già svolte sulle tematiche inerenti alla sostenibilità energetica e ambientale;
- promuovere attività di supporto in ambito di gestione dei rifiuti e loro riutilizzo, nonché di sicurezza e verifica dei criteri di sostenibilità ambientale;
- svolgere eventuale attività ricognitiva di risorse messe a disposizione dai fondi europei.
L'impegno principale perseguito da tutti i soggetti firmatari del protocollo è quello, di incrementare lo sviluppo di un'edilizia attenta al rispetto dei principi di circolarità nelle fasi progettuali, realizzative e gestionali di costruzione, incoraggiando sempre di più la scelta di modelli di produzione e di prodotti sostenibili, in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il raggiungimento di tali risultati sarà reso possibile grazie anche al lavoro di supervisione svolto dal neonato "Tavolo per l'edilizia sostenibile-circolare", coordinato dalla Regione, e composto dai referenti designati di ogni singola Parte (per l'Università di Padova, il professor Michele De Carli, del Dipartimento di Ingegneria Industriale), il cui compito è quello di verificare periodicamente lo stato di attuazione del Protocollo d'Intesa e i risultati raggiunti. In questo modo sarà possibile monitorare ed individuare gli ambiti di miglioramento e i meccanismi di correzione di eventuali criticità nella gestione dei rifiuti speciali, così da limitare la produzione di rifiuti e, contestualmente, l'uso di materie prime non rinnovabili, il cui utilizzo rappresenta un costo sotto il profilo ambientale.
In Basilicata un nuovo impianto per il recupero dei rifiuti inerti
Al Sud, dove la produzione complessiva di rifiuti da costruzione e demolizione si attesta a poco più di 16,3 milioni di tonnellate, la FALBIT SRL ha dato inizio tre anni fa alla costruzione di un impianto per il recupero e trattamento dei rifiuti provenienti dalla costruzione e demolizione.
Autorizzato dall'Ufficio Economia Circolare Rifiuti e Bonifiche della Regione Basilicata il 01 luglio 2022 ai sensi dell'art. 208 del D.Lgs 152 e L.R. n.35/2018, dalla fine di agosto 2022 l'impianto ha iniziato l'accettazione dei materiali da recuperare.
L'impianto della FALBIT SRL, azienda fondata nel 1986 per la produzione e distribuzione di conglomerato cementizio, si trova nella Zona Industriale di Ferrandina in provincia di Matera: occupa una estensione di circa 15.000 mq, ai quali nel corso di quest'anno ne sono aggiunti altri 25.000 destinati allo stoccaggio della materia prima seconda.
Come opera l'impianto di Ferrandina?
L'accettazione dei materiali ha inizio con la pesatura, controllo visivo e radiometrico. Successivamente sono avviati ai settori di deposito, tenendo conto del codice CER assegnato.
Solo alcuni dei rifiuti in entrata saranno trattati e trasformati in MPS, mentre altri saranno avviati ad impianti per il trattamento specifico. L'impianto di trasformazione è composto da un frantoio primario nel quale vengono depositati i materiali, che dopo la riduzione volumetrica sono avviati in una macchina tornado che provvede all'allontanamento delle impurità quali carta, plastica, legno.
Il materiale così ottenuto, privo al 90% di impurità, viene selezionato attraverso una vagliatura che consente di ottenere sabbia, ghiaioso e ghiaia: non è più considerato rifiuto. L'utilizzo è possibile perchè i materiali sono certificati secondo la norma EN 12620 ed EN 13242, nella produzione di calcestruzzo, asfalti e opere di ingegneria civile.
Nell'impianto troveranno occupazione 5 unità lavorative. Tutto il ciclo produttivo avviene nel rispetto delle soluzioni pensate per l'industria 4.0, avendo sviluppato software dedicati all'ambiente produttivo tramite tecniche e strumenti all'avanguardia.