Proseguono le operazioni di recupero, iniziate il 6 agosto scorso, delle ecoballe disperse nel Golfo di Follonica. Le 56 ecoballe erano finite in mare nel 2015 a seguito di un'avaria della motonave "IVY"
Quella delle ecoballe disperse nel golfo di Follonica è una storia che inizia il 23 luglio 2015 quando, a seguito di un incidente, la motonave "IVY" perde parte del proprio carico, 56 ecoballe equivalenti a 65 tonnellate di rifiuti. La nave partita, da Piombino e diretta in Bulgaria, trasportava circa 1888 balle di combustibile solido secondario prelavato da un'azienda di Grosseto, la Strillaie Futura Spa, che sarebbero dovute arrivare in due impianti diversi, Ecorec Bulgaria Eood e la Holcim Bulgaria.
Dopo circa un'ora dalla partenza, parte del carico finisce in mare vicino l'isola di Cerboli, nel tratto di mare tra l'isola d'Elba, Piombino e Follonica. Una zona inserita nell'elenco delle Aree Marine Protette del Ministero per L'Ambiente, dove si trova il Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos, istituito nel 1999 tramite un accordo tra Francia, Italia e Principato di Monaco al fine di preservare la vita e l'habitat dei cetacei dalle attività umane.
L'incidente non viene segnalato nell'immediato e nessuno ne sa niente finché una balla non rimane intrappolata nelle reti di un peschereccio in attività nel golfo di Follonica. Nel corso degli anni 16 ecoballe vengono recuperate in maniera fortuita mentre le restanti 40 rimangono sul fondale marino.
Dopo cinque anni, il 22 luglio di quest'anno è stato dichiarato lo stato d'emergenza, della durata di sei mesi, e sono stati stanziati 4 milioni di euro per le attività di recupero. Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile, è stato nominato coordinatore degli interventi. Le attività di recupero sono state affidate oltre che al Dipartimento della Protezione Civile anche al Ministero della Difesa - Marina Militare, dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e della regione Toscana che operano come soggetti attuatori.
Il capo del Dipartimento si avvale, inoltre, di un Comitato di indirizzo, composto dall'Ammiraglio Ispettore (CP) Aurelio Caligiore, da un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da un rappresentante per ciascuno del Ministero della Difesa - Marina Militare, del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Comando Generale delle Capitanerie di Porto, dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, della Regione Toscana, del Comune di Follonica, del Comune di Piombino, dell'Azienda Sanitaria territorialmente competente, dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA) e dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT). Il comitato d'indirizzo si occuperà in sostanza di approvare le attività e gli interventi necessari per recuperare tutte le ecoballe.
La Marina Militare ha messo in campo, per le attività di recupero, tre unità navali con capacità specialistiche e il gruppo Operativo Subacquei e Incursori (Comsubin) che opereranno con sonar per la ricerca subacquea, sottomarino a comando remoto (ROV), gru di sollevamento, camera di decompressione e sistemazioni logistiche, per stoccare il materiale recuperato.
"Tutte le forze dello Stato stanno lavorando in modo complementare per salvare questo nostro splendido mare", ha dichiarato il ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare Sergio Costa in visita a Piombino, che ha aggiunto "ho voluto fortemente questa operazione che in pochi giorni già ha dato i primi risultati con un grande merito dei cittadini che l'hanno fortemente richiesta."
Dall'inizio delle operazioni il 6 agosto, sono state già recuperate infatti altre 12 ecoballe, un totale di 15 tonnellate di rifiuti recuperati. Dalle osservazioni effettuate dai ricercatori e tecnici Ispra e ArpaT, le ecoballe recuperate sono risultate integre e in buono stato di conservazione e sono state trasferite dalla Regione Toscana in un sito provvisorio all'interno dell'area portuale insieme alle prime balle recuperate dai pescatori.
Durante le operazioni di ricerca è stata inoltre individuata un'ulteriore ecoballa su cui i palombari del GOS (Gruppo Operativo Subacquei) hanno dovuto effettuare diverse immersioni nel tentativo di disancorarla dal materiale fangoso che l'avvolge e ne impedisce il sollevamento. Per il recupero di questa ecoballa verranno coinvolte la nave Anteo e un cacciamine della Marina Militare.
Le indagini di ricerca della Marina Militare, condotte grazie al sonar della Nave Rimini e a due tipologie di sidescan ROV, hanno portato all'estensione dell'area di ricerca iniziale arrivando ad interessare un'area di 20 km².
Dei 51 ipotetici bersagli avvistati, solo 13 si sono rivelate essere ecoballe. Il comitato di indirizzo, ha deciso di avviare rilievi batimetrici utili all'orografia completa della zona circostante l'isola di Cerboli, dove probabilmente si sono inabissate altre ecoballe.
"L'attività realizzata finora insieme a Ministero dell'Ambiente, Regione Toscana, Marina Militare e con le strutture operative, eccellenza del nostro Paese, ha mostrato, sin da subito, il valore aggiunto del lavoro in sinergia, tratto distintivo del Sistema nazionale di protezione civile, che ha portato al raggiungimento del bene comune", ha dichiarato Angelo Borrelli.