Una demolizione a ridosso delle abitazioni, un cantiere rapido e silenzioso: ecco come una benna frantoio CM CBF 120 ha cambiato
l'aspetto di un intero quartiere
Ogni demolizione racconta una storia. Non si tratta solo di abbattere muri o di cancellare un passato industriale, ma di accompagnare un territorio verso nuove forme di sviluppo. È quello che è accaduto in provincia di Vicenza, dove un fabbricato costruito nel pieno del boom economico del dopoguerra italiano ha lasciato spazio alla nuova era. Quello che era stata un'importante realtà manifatturiera, ora era diventato un ingombro in una zona ormai sempre più circondata da abitazioni.
Il progetto ha previsto la demolizione di oltre 8.000 m², un volume stimato in 4.000 m³ di materiale, migliaia di tonnellate di calcestruzzo e laterizi da gestire: numeri che avrebbero significato centinaia di viaggi di camion verso la discarica, costi di smaltimento elevati e tempi di cantiere lunghi.
Oggi, invece, la tecnologia rende possibile una prospettiva diversa. La scelta dell'impresa appaltatrice è ricaduta su una benna frantoio CM CBF 120, montata su a un escavatore Case CX370D, da 38 T. L'attrezzatura ha lavorato senza sosta, anche sotto la pioggia, garantendo una produttività media di 40 m³/h a una pezzatura finale di 0/40 mm.
Il risultato è stato evidente: in meno di due settimane l'intero fabbricato è stato frantumato direttamente in cantiere, senza la necessità di movimentare il materiale verso impianti esterni. Sono stati così evitati oltre 200 viaggi di camion, con una riduzione significativa di emissioni, traffico e costi logistici.
Al tempo stesso, il materiale riciclato è stato valorizzato come aggregato, subito pronto per essere impiegato in nuove opere. La frantumazione in loco ha garantito un cantiere ottimizzato e ordinato, con un impatto acustico contenuto e un notevole risparmio sia di tempo sia di costi rispetto a una gestione tradizionale del materiale demolito: ogni metro cubo riciclato ha significato meno rifiuti da smaltire, meno emissioni legate ai trasporti e meno inerti vergini da acquistare.
Questo progetto non rappresenta solo un esempio di efficienza operativa, ma anche di economia circolare applicata in modo concreto. Dalla demolizione di un sito industriale in disuso è nata un'infrastruttura dedicata all'energia rinnovabile: un passaggio dal passato al futuro che dimostra come il riciclo non sia un concetto astratto, ma una risorsa tangibile per l'edilizia e per l'ambiente.
Oggi, dove prima sorgeva un fabbricato ormai obsoleto, c'è il progetto in via di realizzazione di un impianto fotovoltaico da 800 kW, simbolo di un territorio che si rigenera e guarda al futuro. È la dimostrazione concreta di come la tecnologia e il riciclo possano camminare insieme, trasformando un "fine vita" edilizio in una nuova risorsa per la comunità.