Alla Ri.Eco, impianto di trattamento rifiuti di Novate Milanese, abbiamo visto all'opera un'intera flotta Volvo capitanata da un EW210D MH e impreziosita dai due nuovissimi Volvo EW160E MH e Volvo EW60E appena arrivati (in Italia) e già insostituibili
Se, come dice Mark Victor Hansen, "la spazzatura è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l'immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti", si può proprio dire che l'immaginazione, o al contrario, la concretezza, alla famiglia Borsani fondatrice della Ri.Eco, non è di certo mancata.
Il Centro Servizi Ecologici Ri.Eco di Novate Milanese (Mi) nasce nel 1990 sulle ceneri di una azienda storica del settore carta da macero, ossia la Dumascart. Dopo l'acquisizione da parte del gruppo Waste Managment nel 1996, nel 1999 la Ri.Eco ritorna saldamente nelle mani della famiglia Borsari che allarga la compagine sociale grazie alla fusione con Resmal Servizi Ecologici, di proprietà della famiglia Benini, altra famiglia storica del macero in Lombardia, fino ad arrivare al luglio 2016 quando avviene l'acquisizione, da parte della multiutility A2A Ambiente, di tutti gli impianti gestiti dal gruppo, quindi: Ri.Eco a Novate Milanese e Ri.Eco a Milano (ex Fisi Compost), comprensivi del servizio di logistica Galli Ecologistica, e Resmal Buccinasco, Resmal Cernusco sul Naviglio, Resmal Liscate, comprensivi di Resmal Ecologistica di Trucazzano.
L'impianto Ri.Eco di Novate Milanese, dove abbiamo potuto vedere all'opera un'efficientissima flotta Volvo costituita dall'imponente EW210D in configurazione Material Handling, dai due nuovissimi Volvo EW160E MH e Volvo EW60E appena giunti in Italia e da una pala gommata compatta L50G, seleziona ed invia alle destinazioni finali rifiuti e residui provenienti dalla raccolta sia pubblica che privata. Essendo un sito autorizzato allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti assimilabili agli urbani, a Novate vengono trattati rifiuti speciali non pericolosi, rifiuti ingombranti, macchinari post-consumo, plastiche riutilizzabili, cartucce toner esauste, legna e rottami ferrosi e non. Una parte della selezione viene inviata al recupero (ferro, plastica, legno, ecc.), mentre una parte viene destinata allo smaltimento in inceneritore o discarica.
Ma il vero core business della Ri.Eco di Novate Milanese è rappresentato dalla carta. Come ci spiega il responsabile del settore macero, Massimiliano Borsani: "La Ri.Eco, ad inizio anni '90, è stata la prima azienda, in collaborazione con AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali) a far la raccolta della carta a mezzo campane a Milano, per poi allargarsi al bacino bustese, quindi zona Busto Arstizio e Corbetta. Dalla carta - continua Borsari - l'evoluzione del mercato ci ha portato a trattare prima le bottiglie di plastica e poi i rifiuti industriali, trasformando la Ri.Eco in un'azienda di recupero a 360 gradi, anche se la grossa fetta dei rifiuti trattati è sempre costituita dalla carta da macero, proveniente sia dalla raccolta differenziata che dal comparto industriale, dalle logistiche, dalla grande distribuzione e dall'industria grafica".
Alla Ri.Eco di Novate, in un'area di 22.000 metri quadrati, di cui 15.000 coperti, lavorano oggi una quarantina di persone fra impiegati e operatori.
Come ci spiega Michele Invernizzi, Operations Manager Ri.Eco: "la carta raccolta arriva all'impianto di Novate tramite bilici che la scaricano in un capannone coperto dove la carta viene immessa sulle linee di produzione dell'impianto tramite sistemi meccanizzati di cernita. Grazie a particolari vagli - prosegue Invernizzi - il materiale viene selezionato in base alle specifiche, ossia distinguendo carta grafica e carta da imballaggio, e poi viene pressata al fine di ottenere balle trasportabili destinate alle cartiere. Il 40% della carta che esce da Novate - specifica ancora Invernizzi - è destinata ad essere lavorata in Cina e Corea, un 30% in Italia e la restante parte in Europa, intendendo con Europa Germania, Slovenia, Austria, Francia e Spagna, per una produzione mensile di circa 100.000 quintali di macero, suddivisi in 22 differenti tipologie in uscita".
Con una simile produzione appare scontato sottolineare quanto l'efficienza operativa debba essere sempre al massimo, ecco quindi scendere in campo l'eccellenza e l'affidabilità delle macchine Volvo.
La prima che incontriamo, proprio impegnata a movimentare la carta scaricata dai bilici e alimentare l'impianto di trattamento, è il nuovissimo EW160E MH in configurazione Material Handling equipaggiato con benna a polipo. La cabina Volvo Care Cab a sollevamento idraulico porta l'operatore fino ad un'altezza da terra di 5 metri al livello degli occhi, offrendo una visuale panoramica del sito di lavoro, grazie anche alle tre telecamere fissate nei diversi angoli della macchina (anteriore, laterale e posteriore) che possono sia offrire riprese singole delle diverse angolazioni che lavorare in sinergia per mostrare una ripresa in tempo reale della macchina dall'alto, a tutto beneficio della sicurezza (la rotazione è agevolata e sicura) e della produttività (con una capacità di sollevamento di 6,2 t e uno sbraccio massimo di 9,3 m la movimentazione è rapida ed efficace).
Si sa che i piazzali dei siti di riciclaggio costituiscono un ambiente impegnativo per traslare un gommato ed ecco allora che Volvo ha dotato l'EW160E MH di robusti assi (con oscillazione dell'assale anteriore automatica o controllata dall'operatore) resistenti e duraturi, così come il sottocarro, rinforzato e protetto dall'altezza da terra per resistere e operare anche in condizioni difficili.
Ma se l'EW160E MH alla Ri.Eco movimenta al 90% carta, è l'ultimo arrivato a Novate, l'altra new entry di Casa Volvo, l'EW60E a cui spetta il compito di selezionare le diverse tipologie di rifiuto che, pur provenienti da raccolta differenziata, spesso giungono all'impianto mischiate. Dotato di benna selezionatrice l'EW60E lo vediamo impegnato in una cernita meccanizzata dei differenti materiali. Le dimensioni compatte gli garantiscono non solo agilità nei movimenti ma anche movimenti accurati e precisi, grazie anche alla potente trazione che, unita alla fluidità di brandeggio e alla capacità di sollevamento permettono di ottimizzare il lavoro (riuscendo a muoversi ad una velocità di 30 km/h sia su asfalto che su terreni accidentati vista la trazione integrale).
L'EW60E in forze alla Ri.Eco dallo scorso settembre è il primo arrivato in Italia e, così come l'EW160E MH rispetta le severe normative UE Stage IV grazie alla V-ACT, ossia la Volvo Advanced Combustion Technology. Entrambe le macchine montano un motore diesel sovralimentato in linea con iniettori ad alta pressione, un sistema di ricircolo dei gas di scarico a raffreddamento esterno (E-EGR), un filtro antiparticolato (DPF) e un riduttore catalitico selettivo (SCR) con AdBlue. Per il perfetto binomio di potenza e prestazioni, il motore aiuta a farsi largo in condizioni impegnative. Lo spegnimento motore automatico, poi, si traduce in minori costi del carburante, minore rumorosità, costi di manutenzione decisamente inferiori e superiore valore residuo.
Se è vero che Volvo non è ancora approdata all'ibrido, è altrettanto vero che, come ci conferma Maurizio Feneri, funzionario commerciale Volvo CE Italia: "le macchine Volvo raggiungono la coppia massima al minimo dei giri pur avendo cilindrate superiori per cui, dati alla mano, si è visto che, testando l'escavatore da 220 t con uno ibrido della concorrenza di egual peso, impiegato nella medesima condizione e con il medesimo operatore, Volvo consuma un 5% in meno rispetto all'ibrido della concorrenza che parte a gasolio per poi passare all'elettrico".
Anche l'EW210D MH monta un motore a sei cilindri conforme agli standard Stage IIIB/Stage 4i basato sulla tecnologia V-ACT che consente di avere maggior potenza e minor consumo di carburante, anche grazie alla perfetta simbiosi che stabilisce con l'impianto idraulico e con i suoi componenti. Oltre alla modalità di lavoro ECO, vi è anche un sistema automatico che regola il minimo e arresta il motore, ossia riduce il regime del motore qualora i comandi risultino inattivi per un periodo di tempo predeterminato (da 3 a 20 secondi) e arresta il motore se i comandi continuano a rimanere inattivi per un'ulteriore periodo predeterminato. Oltre ai consumi, da vero colosso green, è la configurazione MH a rendere l'EW210D l'ideale del settore Recycling: dotato di pacchetto Waste (ventola reversibile, pre filtro a ciclone e micro reti), cabina elevabile fino a 5,7 m, sovrastruttura rinforzata con cinematismo per Material Handling, carro rinforzato ed assali da 2,75 m, piedi stabilizzatori più grandi, gomme piene superelastiche e bracci e avambracci dedicati (braccio MH da 6,5 m e avambraccio a collo d'oca da 5,0 m) ideali per caricare gli alti cassoni dei camion con rifiuti pesanti, quali rottami ferrosi o laterizi così come lo vediamo impiegato alla Ri.Eco.
Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 85 del n. 5/2016 di Recycling...continua a leggere