Continuiamo a scoprire l'andamento delle diverse filiere del riciclo dei rifiuti in Italia, cogliendo tendenze e direttrici di sviluppo, punti di forza e di debolezza della filiera del recupero dell'alluminio da imballaggio
In questi anni le strategie adottate dal Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (CIAL) per la promozione e lo sviluppo della raccolta differenziata e del recupero dell'alluminio sono state orientate all'individuazione e diffusione di nuove tecnologie e modalità operative finalizzate alla massimizzazione dei risultati di gestione in vari e diversificati contesti territoriali.
In questo contesto si inseriscono anche le logiche di processo e di riciclo, funzionali a quelle di mercato, con la selezione messa in atto dal Consorzio che, in rapporto alla fascia qualitativa accertata, predispone l'invio dell'alluminio direttamente alle fonderie oppure, nel caso di materiale di qualità inferiore, procede a un'ulteriore fase selettiva prima di avviarlo a questa destinazione (Figura 1).
Da questo punto di vista non è un caso che il ruolo del CIAL sia andato rafforzandosi all'interno di una filiera in cui l'alluminio secondario rappresenta, storicamente, una risorsa chiave per un Paese come l'Italia che da anni ha abbandonato la produzione di primario. L'imballaggio costituisce tuttavia una componente del tutto minoritaria in rapporto al riciclo complessivo dei rottami di varia natura e origine.
I possibili percorsi attraverso i quali i rifiuti di imballaggio concorrono a determinare una quota delle quantità totali avviate a riciclo si complicano, da una parte, per via dei flussi di rottami importati che finiscono nel circuito nazionale del riciclo, e d'altra a causa di quelli esportati, che comprendono una percentuale di materiale da imballaggio.
All'interno di questo schema articolato, la parte in gestione al CIAL si riferisce solo ai rifiuti di imballaggio come sotto-categoria dell'insieme relativo al rottame nazionale, il cui flusso è determinato dai dati dichiarati dalle fonderie di alluminio secondario presenti sul territorio nazionale.
Ad oggi sono 13 le fonderie invitate a questo tipo di comunicazione, di cui 12 hanno effettivamente dichiarato i quantitativi riciclati nell'ultimo anno. Il numero di fonderie è stabile rispetto al 2017 ma negli anni si è ridotto; la crisi ha imposto infatti una serie di drastiche chiusure e sospensioni di attività. A titolo comparativo si pensi che nel 2007 le fonderie dichiaranti erano 25.
L'immesso al consumo degli imballaggi in alluminio
La filiera dell'alluminio chiude il 2018 con un decremento degli imballaggi immessi al consumo del 6% rispetto all'anno 2017 (Figura 2).
L'impiego degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato è per oltre il 90% destinato al settore alimentare. Sono imballaggi in alluminio, per esempio: lattine per bevande (soft-drink, energy drink e alcolici); bottiglie per bevande per alimenti (soft-drink e alcolici, olio); scatole per alimenti (es. tonno, carne, pesce); bombole aerosol (es. profumi, lacche, panna); chiusure per bottiglie e vasi (es. acque, oli, vini, superalcolici); tubetti (es. concentrato pomodoro, maionese, pasta acciughe); vaschette (es. cibi pronti, surgelati); foglio sottile (es. cioccolato, coperchi yogurt, imballaggio).
Si riporta in Figura 3 la ripartizione per tipologia dei quantitativi di imballaggio in alluminio immessi sul mercato nel 2018.
Circa il 70% dell'immesso al consumo di imballaggi in alluminio è destinato al consumo domestico e il restante 30% confluisce nel canale Hotellerie, Restaurant, Catering (Ho.Re.Ca.). In relazione a questi luoghi di acquisto/ consumo si può ipotizzare con buona approssimazione la classificazione dei rifiuti generati e la gestione cui sono assoggettati i rifiuti di imballaggio in alluminio. Tutti i rifiuti di imballaggio in alluminio sono tendenzialmente destinati a formare rifiuti urbani, ovvero rifiuti assimilati; tutti i rifiuti di imballaggio in alluminio da consumo domestico e da canale Ho.Re.Ca. sono tendenzialmente destinati a superficie pubblica e soggetti alla gestione vigente nei singoli bacini in cui sono stati prodotti.
La raccolta dei rifiuti di imballaggio in alluminio
Nel corso del 2018 le quantità complessive di materiali conferite a CIAL dai Comuni e dagli operatori, in regime di convenzione, sono aumentate del 21% (Tabella 1).
Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio
CIAL determina la quota di riciclo dei rifiuti di imballaggi in alluminio post-consumo sia sulla base delle quantità dichiarate riciclate dalle fonderie italiane di alluminio secondario (flusso nazionale), che delle quantità riciclate all'estero (flusso export) a valle dell'esportazione dei rottami raccolti a livello nazionale, monitorate stabilmente e riportate nella Relazione sulla gestione. Le quantità dichiarate dalle fonderie includono quelle conferite da CIAL, provenienti dalla raccolta differenziata e dalle altre forme di recupero, eventualmente selezionate (Figura 4). Il risultato di riciclo di 54 kt, pari all'80%, è cresciuto del 23% rispetto al 2017 (Tabella 2).
Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 23 del n. 3/2020 di Recycling...continua a leggere