Acciaio e imballaggi di acciaio

L’immesso al consumo d’imballaggi in acciaio nel 2019 si è ridotto di un punto percentuale rispetto al 2018 arrivando a 486 kt, mentre la raccolta è cresciuta del +5%. La quantità di rifiuti d’imballaggio avviati al riciclo è cresciuta ed è pari a 399 kt (+7%), l’82% dell’immesso al consumo

 

Valutazione del contesto di mercato internazionale

L'immesso al consumo di acciaio nel mondo
I dati preconsuntivi del 2019 mostrano un'ulteriore crescita dei volumi di acciaio prodotto nel mondo pari a circa 1.850 Mt, oltre il 3% in più rispetto all'anno precedente (Tabella 1). Nel 2019 i Paesi asiatici hanno prodotto 1.328 Mt con una crescita del 6% rispetto all'anno precedente, di cui la maggior parte è produzione cinese (che fa da sola il 54% del totale della produzione mondiale) con 996 Mt (+8,3% rispetto al 2018). Il secondo produttore mondiale resta l'India, con un aumento dell'1,8% mentre il terzo, il Giappone, continua a calare. In Europa assistiamo ad un forte decremento, pari al 5%, con una produzione di 159 Mt.
I cali si registrano specialmente in Germania (-6,5%) e Italia (-5,2%) anche se restano i due Paesi con la produzione maggiore. Altro calo importante è la produzione turca, che si assesta a 33,7 Mt (-9,6% rispetto al 2018). Gli Stati Uniti, nonostante l'imposizione dei dazi da parte del governo Trump, sono cresciuti solo dell'1,5%. Tra le altre macro-aree mondiali, il Nord America è calato dell'1%, mentre il Sud America del 7%. Crescita importante invece per il Medio Oriente con il 20,5% (dovuto soprattutto alla crescita della produzione iraniana). L'acciaio è un materiale riciclabile al 100% e può essere riciclato virtualmente infinite volte senza perdere le sue proprietà. La riciclabilità dell'acciaio è, inoltre, favorita dalle sue proprietà magnetiche che lo rendono più facilmente separabile da altre componenti di materiali diversi, presenti in prodotti industriali o beni di consumo. Grazie al riciclo dell'acciaio si ottiene una produzione sostenibile che consente la riduzione del consumo di risorse naturali e di energia, una minore emissione di CO2 e una minore produzione di rifiuti.

 

Andamento del settore a livello nazionale

La filiera del recupero dell'acciaio
L'industria dell'acciaio primario è un mercato globale in cui gli attori principali agiscono come oligopolisti, protetti dalle alte barriere all'ingresso. In Italia il mercato è composto da meno di 30 imprese di grandi dimensioni che operano a livello internazionale. Gli imballaggi vengono prodotti da più di 200 imprese manifatturiere, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, in forte competizione tra loro (Tabella 2). La produzione risente notevolmente delle oscillazioni dei consumi, sia che si rivolga agli utilizzatori industriali che al largo consumo. Gli impianti per il trattamento e l'avvio a riciclo sono costituiti prevalentemente da piccole e medie imprese private, con ambiti territoriali di operatività relativamente contenuti e all'interno di un settore con basse barriere all'entrata.
La produzione italiana di acciaio nel 2019 è stata di oltre 23 Mt, in diminuzione del 5% rispetto al 2018 (Figura 3).

L'immesso al consumo degli imballaggi in acciaio
Il dato pre-consuntivo di immesso a consumo per l'anno 2019 è pari a 486 kt, in calo dell'1,3% rispetto all'anno precedente (Figura 4).
Le tipologie principali di imballaggi in acciaio sono rappresentate da: open top, general line, chiusure, bombole aerosol, reggetta e filo di ferro per imballo e trasporto, fusti e cisternette. Circa il 20% di questi ultimi è rappresentato da imballaggi reimmessi sul mercato, successivamente a operazioni di rigenerazione e bonifica. Questo trend è in aumento.
Nella Figura 5 è riportata la composizione merceologica degli imballaggi immessi al consumo e gli scostamenti delle differenti tipologie per il 2019.

La raccolta dei rifiuti di imballaggio
La raccolta degli imballaggi in acciaio nel 2019 è cresciuta del 5% rispetto ai quantitativi del 2018, attestandosi a 481 kt (Figura 6). La gestione dei rifiuti di imballaggio ferrosi raccolti sul territorio nazionale è affidata al Consorzio Nazionale Acciaio, RICREA, il quale si avvale della collaborazione di 105 operatori al fine di garantire l'avvio a riciclo e rigenerazione dei rottami.
I flussi di rifiuto per l'avvio a riciclo sono due:
• rifiuti di provenienza domestica, raccolti su suolo pubblico dai gestori delle raccolte dei rifiuti urbani;
• rifiuti provenienti dalle attività produttive e commerciali, raccolti su superficie privata (c.d. imballaggi industriali).
Anche nel 2019, le quantità raccolte su superficie pubblica risultano superiori a quelle raccolte su superficie privata (Tabella 3).

La raccolta degli imballaggi da superficie pubblica
Il Consorzio RICREA stipula Convenzioni e Accordi con i Comuni, con i Consorzi di Comuni oppure con i gestori dei servizi di raccolta e selezione dei rifiuti urbani, al fine di intercettare e avviare a recupero gli imballaggi ferrosi domestici provenienti essenzialmente da tre canali di raccolta: raccolte differenziate mono o multi-materiale; selezione meccanica e deferrizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati; deferrizzazione delle scorie prodotte dagli impianti di termovalorizzazione.
Nel 2019 il quantitativo di imballaggi domestici raccolti ha raggiunto le 271 kt (Figura 7). La raccolta da superficie pubblica può essere distinta, innanzitutto, a seconda del flusso di provenienza in: raccolta differenziata, selezione meccanica e combusto (Figura 8). La raccolta differenziata è il mezzo più efficace per il recupero degli imballaggi in acciaio e, tra il 2017 e il 2019, si assiste ad un aumento della stessa dovuto alla partenza in molte aree d'Italia dove ancora non veniva effettuata.
Rimane comunque l'intercettazione degli imballaggi anche nel rifiuto indifferenziato. Nel 2019 tutte le tipologie di raccolta differenziata sono in aumento (Figura 9), mentre si osserva un leggero calo dei ritiri dagli impianti di trattamento del rifiuto indifferenziato. Quest'ultima condizione è dovuta in parte ad una corretta allocazione dei rifiuti di imballaggio verso una raccolta differenziata sempre più diffusa, ma d'altra parte permane la difficoltà degli impianti di riciclo nel recupero dei flussi più sporchi estratti dagli impianti TMB in ragione dei sempre maggiori costi di smaltimento della frazione estranea.
A tal fine il consorzio, già dal 2018 e anche nel 2019, ha dedicato maggiori risorse e sta sviluppando iniziative di tipo locale ed istituzionale nelle regioni dove la raccolta differenziata può essere migliorata o dove sono presenti impianti di trattamento del rifiuto indifferenziato che prevedono un potenziale recupero della frazione ferrosa.

La raccolta degli imballaggi da superficie privata
La raccolta degli imballaggi in acciaio da superficie privata nel 2019 ha registrato quantitativi in leggero aumento rispetto all'anno precedente, pari a 210 kt. Il funzionamento della raccolta degli imballaggi ferrosi industriali gestita da RICREA si basa su due sistemi di gestione differenti: la gestione diretta e la gestione indiretta. La gestione diretta è applicata dal Consorzio ai flussi di materiale che presuppongono il conferimento dei soli rifiuti di imballaggio in acciaio dal produttore del rifiuto sino all'impianto dell'operatore accreditato RICREA. Le informazioni relative a tali dati sono basate sul coordinamento di RICREA. La gestione indiretta consiste nel ricevere da parte di un operatore accreditato dati, indicazioni o stime concernenti le quantità di imballaggi in acciaio che vengono da quest'ultimo trattati e avviati a riciclo. Il progetto di identificazione degli imballaggi ferrosi in questi flussi (realizzato e successivamente sviluppato in collaborazione con società specializzate nell'esecuzione di prove merceologiche) è disciplinato da una specifica procedura del Sistema di Gestione dei Flussi (SGF), validata da CONAI e dall'Ente di validazione.

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in acciaio
Insieme agli imballaggi, gli operatori collegati al Consorzio RICREA ricevono frazioni estranee (materiale non ferroso incluso nel rottame ferroso da imballaggio raccolto) e frazioni merceologiche similari (FMS - materiale ferroso ma non costituito da imballaggio), che devono essere quantificate e scorporate ai fini del calcolo degli obiettivi di riciclo raggiunti. Come ogni anno, è stata effettuata una campagna di campionature merceologiche coordinata da RICREA ed eseguita da aziende specializzate esterne, mirata all'individuazione dell'effettivo quantitativo di imballaggi in acciaio avviati al riciclo (Tabella 4). Nel 2019 la presenza di impurità e FMS nei quantitativi derivanti da superficie pubblica è di 78 kt con una conseguente quantità netta avviata a riciclo di 193 kt.
Per quanto riguarda gli imballaggi derivanti da raccolta da superficie privata, le campionature sono state effettuate solamente sul materiale della gestione diretta, poiché le rilevazioni che vengono fatte presso gli impianti finali di riciclo sono già al netto di ogni frazione estranea e FMS. Da tali campionature è stata riscontrata una presenza di impurità e FMS pari a 3 kt, che ha portato il quantitativo effettivamente avviato a riciclo di imballaggi industriali a 207 kt. Nel 2019 le quantità avviate a riciclo sono quindi pari a 399 kt, l'82% degli imballaggi immessi al consumo con una crescita del 7% rispetto al 2018 (Figura 10). Rispetto al 2018, la quota di rifiuti di imballaggio in acciaio imputabile alla gestione consortile è aumentata del 4%, mentre quella relativa alla gestione indipendente è aumentata di 2 punti percentuali (Tabella 5).

Il recupero dei rifiuti di imballaggio in acciaio
Una volta raccolti, i rifiuti di imballaggio in acciaio devono essere consegnati a impianti autorizzati, operatori accreditati RICREA, dove vengono effettuate tutte le operazioni necessarie per il loro recupero (per poterli inviare ad acciaierie e fonderie).
I principali processi di lavorazione e valorizzazione che subiscono gli imballaggi in acciaio prima di essere riciclati sono quattro: la rigenerazione; la distagnazione; la frantumazione; la riduzione volumetrica.

La rigenerazione
Un'attività molto importante su cui RICREA pone particolare attenzione, soprattutto nell'ottica di prevenzione e recupero degli imballaggi immessi a consumo, è quella di ricondizionamento e rigenerazione degli imballaggi in acciaio usati. Difatti la normativa, italiana ed europea, stabilisce chiaramente la gerarchia di operazioni da seguire nella gestione dei rifiuti, ovvero: prevenzione; riutilizzo; riciclaggio; recupero; smaltimento.
Quindi la prevenzione e la possibilità di rendere gli imballaggi nuovamente utilizzabili dopo il loro consumo sono interventi prioritari da attuare al fine di gestire correttamente e in modo sostenibile la problematica dei rifiuti di imballaggio. In particolare i fusti e le cisternette con gabbia in acciaio, per le loro caratteristiche di solidità e resistenza, possono subire diversi processi di rigenerazione tali da consentirne un nuovo impiego come imballaggi sicuri e rinnovabili. Le principali fasi del processo di rigenerazione dei fusti consistono nel ripristino della forma (risanamento di bordi e ammaccature), la pulizia (scolatura, lavaggio, asciugatura), la verifica della tenuta e delle superfici interne e, infine, la spazzolatura esterna e la verniciatura. In Italia sono presenti oltre 30 impianti, debitamente autorizzati ed attrezzati per svolgere questo tipo di operazioni. Gli impianti sono localizzati prevalentemente nel Nord Italia, in prossimità delle zone con maggiore attività industriale. I quantitativi di imballaggi complessivamente rigenerati da queste aziende nel 2019 ammontano a circa 31,5 kt (tra fusti e cisternette), in crescita del 6% rispetto all'anno precedente.

La distagnazione
Con tale processo i materiali conferiti ai centri di trattamento subiscono la separazione dalla frazione ferrosa dello stagno, elemento pregiudizievole nei processi di fusione effettuati dalle acciaierie. Lo scatolame in banda stagnata viene utilizzato come anodo nella distagnatura. Prima di procedere alla fase di separazione dello stagno, il materiale deve essere depurato il più possibile dagli elementi estranei, quali inerti e frazioni organiche, in modo da evitare l'inquinamento dei bagni alcalini utilizzati nel processo. Maggiore è il pretrattamento di pulizia del materiale, migliore è il grado di distagnatura, come pure più elevata è la resa dello stagno che si deposita sui catodi. La presenza di inquinanti nei liquidi provoca infatti la caduta dello stagno nei fanghi. Oltre al recupero di stagno, tale procedimento permette anche di ottenere come beneficio indotto un rottame di ferro di buone qualità, apprezzato dalle acciaierie. Come contropartita bisogna segnalare però che tale processo di lavorazione comporta dei costi nettamente superiori al classico sistema della frantumazione che viene illustrato al punto successivo.

La frantumazione
La frantumazione rappresenta un'ulteriore strada con cui possono essere avviati a riciclo gli imballaggi metallici provenienti sia da raccolta differenziata sia da raccolta non differenziata.
Tale sistema si basa principalmente su due operazioni: triturazione, con conseguente riduzione volumetrica, e vagliatura/deferrizzazione del materiale trattato. La prima fase viene attuata mediante l'impiego di mulini utilizzati normalmente per la frantumazione del rottame ferroso e carrozzerie auto, opportunamente tarati per il trattamento degli imballaggi. La seconda fase consiste nella pulitura del materiale frantumato mediante l'utilizzo di nastri vibro-vagliatori e sistemi di aspirazione che permettono l'eliminazione di impurità.

La riduzione volumetrica
La riduzione volumetrica si basa sulla pressatura del materiale, dando luogo al confezionamento degli imballaggi in pacchi di diversi formati. Questo trattamento viene utilizzato principalmente per i flussi di scatolame in banda stagnata (rifiuti di origine domestica) dotati di elevate caratteristiche qualitative.
Lo scopo di questo trattamento è l'ottimizzazione dei trasporti e una più conveniente valorizzazione del materiale.

I riprodotti
A questo punto gli imballaggi opportunamente lavorati dalle fasi precedenti sono pronti per essere inviati presso le acciaierie o fonderie, che per produrre l'acciaio utilizzano il forno elettrico. Per questo processo produttivo la materia prima è costituita da rottame di ferro che viene caricato, assieme a sostanze fondenti (prevalentemente calce), nel forno elettrico, ove, per effetto del calore prodotto dall'energia elettrica fornita tramite un sistema trifase di elettrodi di grafite e da bruciatori ossi-metanici, avviene la fusione. L'acciaio liquido, così prodotto, viene colato in grandi contenitori e avviato a stazioni, in cui si effettuano le operazioni metallurgiche. Successivamente l'acciaio viene solidificato nella forma denominata billetta, che costituisce il semilavorato per produrre una notevole quantità di prodotti in ferro/acciaio riciclato.

Il mercato dei rottami d'acciaio
La storica carenza di materia prima in Italia ha contribuito a sviluppare, in misura superiore rispetto alle altre nazioni, il ciclo con forno elettrico, ossia la produzione mediante rifusione del rottame ferroso, che rappresenta oltre il 78% della produzione nazionale.
Dal punto di vista quantitativo il 2019 non ha fatto registrare significativi scostamenti rispetto all'anno precedente, né per quanto riguarda il fabbisogno, né in relazione alla provenienza del rottame: il 67% di provenienza nazionale, il 23% di importato da Paesi UE e il restante 10% da Paesi terzi (Figura 11).

 

Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore
Non si possono fare previsioni a lungo termine, senza tenere in considerazione l'emergenza COVID-19 divampata all'inizio del 2020 e tuttora in atto. I budget sono quindi stati in parte rivisti in un'ottica conservativa e di recessione, seppure le quantità macro (immesso, raccolta e riciclo), ad esclusione del 2020, siano ancora previste in aumento progressivo per gli anni successivi. L'immesso al consumo nel settore alimentare potrebbe addirittura aumentare perché si è assistito, soprattutto nel primo periodo di chiusura, ad una crescita del consumo di generi alimentari inscatolati, che potrebbe protrarsi anche nelle predisposizioni all'acquisto da parte dei consumatori per i prossimi mesi/anni. Questo a sua volta si traduce in più raccolta differenziata e quindi più materiale da avviare a riciclo. Con riferimento al 2020 le difficoltà di ripartenza del settore industriale potrebbero invece segnalare una diminuzione nell'utilizzo degli imballaggi come fusti, fustini, cisternette, reggette, che potrebbero condurre ad una successiva diminuzione dell'immesso al consumo totale. Un ruolo fondamentale sarà ancora rappresentato dal mercato di import/export che, seguendo dinamiche macroeconomiche globali, può ridefinire i contorni del contesto produttivo. Andrà probabilmente previsto un aumento del contributo ambientale CONAI, anche a fronte della chiusura del nuovo accordo quadro ANCI-CONAI che potrebbe prevedere corrispettivi più elevati da riconoscere ai soggetti convenzionati. Ci si augura di mantenere le performance di raccolta e riciclo attorno all'80% (valore già ottenuto nel 2019) quale target definito a livello europeo da assicurare entro il 2030. Per il raggiungimento di tali risultati, il Consorzio RICREA avrà cura di predisporre tutte le misure necessarie, sostenendo in particolare le azioni promosse dal sistema CONAI per sviluppare la raccolta degli imballaggi nelle regioni del Centro e del Sud del Paese.

Obiettivi per il triennio 2020-2022
Per il triennio 2020-2022 si prevede un immesso al consumo in leggera crescita (Tabella 6). Le previsioni relative all'avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio per il triennio 2020-2022 evidenziano un andamento in crescita dei tassi di riciclo rispetto alle quantità immesse sul mercato (Tabella 7). Le criticità maggiori per ottenere una piena e completa attuazione della circular economy sono legate, da un lato, alla natura stessa del mercato dell'acciaio, dall'altro, alla specificità delle tipologie delle raccolte differenziate in Italia. In particolare:
• allo stato tecnologico attuale non tutta la gamma di prodotti siderurgici è ottenuta con acciaio riciclato, tranne rare eccezioni i laminati piani sono prodotti solo da ciclo integrale (dove la principale fonte di alimentazione è il minerale di ferro e carbone per utilizzo in altoforno);
• la sfida mondiale del futuro è quella di ridurre drasticamente la produzione siderurgica da altoforno (energivora e ambientalmente impattante) in favore di quella da fonte rinnovabile;
• gli imballaggi in acciaio vengono raccolti quasi sempre con altri materiali come plastica e vetro, la cui successiva separazione rappresenta in certi casi un fattore di criticità a causa della presenza di frazioni estranee nel rottame estratto. La scarsa qualità del materiale genera un duplice ordine di questioni: problemi di accettazione del materiale presso l'operatore finale; redditività della filiera che rischia di essere compromessa a causa del continuo aumento dei costi di smaltimento. n

Tratto da "L'Italia del Riciclo 2020" realizzato dalla "Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile" e da "Fise Unicircular" con il patrocinio del "Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare" e dell'"Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA".