Barriere presenti e possibili azioni di miglioramento

Lo stato di avanzamento della gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione. Spunti provenienti dalla letteratura europea


Irifiuti da costruzione e demolizione costituiscono il più grande flusso di rifiuti nell'UE, con quantità abbastanza stabili prodotte nel tempo e tassi di recupero elevati. Sebbene ciò possa lasciar intendere che il settore delle costruzioni sia altamente circolare, il controllo delle pratiche di gestione dei rifiuti rivela che il recupero di rifiuti da costruzione e demolizione è per lo più caratterizzato da operazioni di riempimento e recupero di basso grado, come l'utilizzo di aggregati riciclati nelle fondazioni stradali. Questo articolo illustra come le azioni ispirate all'economia circolare possono aiutare a raggiungere gli obiettivi della politica sui rifiuti, vale a dire la prevenzione della crescita dei rifiuti e l'aumento della quantità e della qualità del riciclaggio per i rifiuti da costruzione e demolizione, riducendo al contempo la presenza dei materiali pericolosi nei rifiuti.


Punti chiave

• I Paesi dell'UE hanno già raggiunto l'obiettivo di recupero del 70% entro il 2020. Già nel 2017 hanno raggiunto il 75,1%.
• Gli alti tassi di recupero di rifiuti da costruzione e demolizione in Europa vengono ottenuti principalmente utilizzando i rifiuti recuperati in pratiche come il riempimento e le applicazioni di recupero di bassa qualità, riducendo il potenziale per passare a una gestione dei rifiuti veramente circolare.
• Una maggiore prevenzione dei rifiuti e un riciclaggio di maggiore e migliore qualità possono essere ottenuti superando prezzi non competitivi, mancanza di fiducia nella qualità dei materiali secondari, mancanza di informazioni sulla composizione dei materiali utilizzati negli edifici esistenti e il lungo ritardo tra l'attuazione delle azioni sui nuovi edifici e il loro effetto sulla gestione dei rifiuti a distanza di diversi anni.
• Le azioni ispirate all'economia circolare, agevolate da misure come la standardizzazione delle materie prime secondarie e la condivisione delle informazioni tra le parti interessate, hanno un alto potenziale per contribuire a una maggiore prevenzione dei rifiuti e a un recupero/riciclo più ampio e di qualità superiore.
Questo articolo fornisce una panoramica dei collegamenti tra economia circolare e gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione.


In che misura è circolare la gestione europea dei rifiuti da costruzione e demolizione?

Il processo connesso ai rifiuti da costruzione e demolizione è il più grande flusso di rifiuti nell'UE in termini di massa (374 milioni di tonnellate nell'UE-28, nel 2016, escluse le terre e rocce da scavo). I dati, sebbene non del tutto attendibili quanto a globalità, mostrano che la produzione di rifiuti da costruzione e demolizione è stata relativamente stabile negli ultimi anni a livello europeo, ma che esistono grandi variazioni nella generazione pro capite tra i diversi Paesi.

Economia lineare contro economia circolare
Un'economia circolare rappresenta un'alternativa fondamentale al modello economico lineare "prendi-fai-consuma-smaltisci" che ancora predomina. Questo modello lineare si basa sul presupposto che le risorse naturali siano disponibili, abbondanti, facili da reperire ed economiche da smaltire. Questo modello lineare non è sostenibile.
L'economia circolare mira a mantenere l'utilità di prodotti, componenti e materiali il più a lungo possibile, pur mantenendo il loro valore. Minimizza così la necessità di nuovi input di materiali vergini ed energia, riducendo le pressioni ambientali legate all'estrazione delle risorse, alle emissioni e alla gestione dei rifiuti. Questo va oltre la semplice attenzione ai rifiuti e richiede che le risorse naturali siano gestite in modo efficiente e sostenibile per tutto il loro ciclo di vita.
Spinti dall'obiettivo di recupero del 70% entro il 2020 (fissato dalla direttiva quadro sui rifiuti del 2008 e definito come comprensivo di tutte le operazioni di riciclaggio e altre operazioni di recupero come il riempimento), i Paesi europei segnalano tassi di recupero sempre più elevati. La maggior parte dei Paesi europei aveva superato l'obiettivo del 2020 già nel 2016.
Molti paesi dell'UE sono riusciti a creare mercati per i materiali da costruzione e demolizione recuperati. Ciò potrebbe lasciar pensare che il settore edile europeo sia altamente circolare, in quanto riesce a reintrodurre grandi quantità di rifiuti nell'economia evitando opzioni di smaltimento come l'incenerimento e il conferimento in discarica. Tuttavia, a causa delle pratiche edilizie del passato e della mancanza di generazione di materiali di elevata purezza durante il distacco e la demolizione, attualmente i flussi di materiale derivanti dai lavori di demolizione e ristrutturazione non sono ancora adatti al riutilizzo o al riciclaggio a circuito chiuso. Ciò ostacola la piena attuazione degli obiettivi dell'economia circolare.


Spunti per il progettista e direttore dei lavori

In effetti, un esame più attento dei dati rivela che l'elevato recupero di rifiuti da costruzione e demolizione si basa, in larga misura, sul riempimento o su un recupero di basso grado, ad es. utilizzando aggregati riciclati dalla parte minerale di rifiuti da costruzione e demolizione in applicazioni come sottofondi stradali. Pertanto, il valore intrinseco dei materiali che compongono rifiuti da costruzione e demolizione viene diminuito, gli aspetti qualitativi delle operazioni di recupero/riciclo non vengono affrontati sistematicamente e tali operazioni non vengono eseguite in circuiti chiusi. Quest'ultimo punto aiuterebbe a preservare il valore dei materiali riciclati.
L'obiettivo verso il quale dovrebbe dirigersi la filiera è sicuramente quello di una selezione più diffusa ed attenta alla fonte, in modo da preservare il più possibile il valore dei materiali. E' necessario censire prioritariamente, ad esempio, i materiali contenenti solo calcestruzzo. Diventa quindi anche economicamente utile censire i recuperatori di materiali provenienti dagli stabilimenti di prefabbricazione, dagli impianti di produzione di calcestruzzo preconfezionato, i centri di recupero dei pali in calcestruzzo per linee elettriche e delle traversine ferroviarie in calcestruzzo, .. si tratta di materiali che hanno un valore intrinseco alto, il cui impiego per semplice stabilizzato nella realizzazione di un piazzale rappresenta un impiego di sottostima rispetto al valore tecnologico effettivamente associato al materiale stesso quale ingrediente per il confezionamento di nuovo calcestruzzo. Ad oggi è presente una grande richiesta di materiali di recupero che possano essere impiegati quali ingredienti nel confezionamento di calcestruzzo "sostenibile" e molti produttori di calcestruzzo che vogliono produrre calcestruzzo "green" fanno fatica a reperire aggregati riciclati idonei per il confezionamento di calcestruzzo.
La riflessione che dovrebbero fare i progettisti è connessa ad un esame del contesto nel quale operano, ad un censimento degli operatori presenti, e delle risorse effettivamente disponibili nel territorio. Ignorare la presenza di uno stabilimento di prefabbricazione di elementi in calcestruzzo, e di un centro di raccolta di pali in calcestruzzo, è una carenza di analisi diffusa che oggi ancora penalizza l'efficienza della filiera del recupero.
Il progettista deve sempre più censire quali sono i materiali presenti sul territorio, e così pure i materiali di recupero presenti sul territorio. Un progetto deve basarsi sempre più sui materiali disponibili, alla stessa stregua del ristoratore che offre le pietanze per le quali ha disponibilità delle materie prime prossime e di qualità adeguata. Non può esserci sostenibilità senza l'adeguamento del progetto ai materiali disponibili. Un progetto diventa sempre più progetto del ciclo tecnologico di approvvigionamento dei materiali, con l'obiettivo di perdere meno possibile del valore connesso al materiale di recupero disponibile in zona.
La crescita di questa sensibilità nei progettisti porterà ad una crescita di efficienza nella filiera del recupero, perdendo il meno possibile del "valore tecnologico" dei materiali nelle sue diverse "vite", in un processo simile ad una "reincarnazione" del prodotto..!
Possiamo anche pensare a quanto avviene nella filiera della plastica.. una serie di impieghi man mano meno performanti, per i quali sarebbe antieconomico perdere il valore tecnologico associato al prodotto ...
Più semplicemente si può pensare al vetro,... può essere impiegato anche per il confezionamento di calcestruzzo, come illustrato in un precedente articolo lo scorso anno. Qualora, però, venissero adottati degli accorgimenti nel trattamento, e si riuscisse a raccogliere il vetro selezionato in base al colore, questo potrebbe essere reimpiegato nella produzione di altro vetro, con un valore preservato molto maggiore.
Sempre più il progettista è dunque chiamato anche alla funzione di analista dei materiali di recupero presenti nel territorio, e questa mansione è fondamentale nella creazione di una filiera efficiente.
C'è ancora molta strada da percorrere per rendere la gestione rifiuti da costruzione e demolizione circolare. Ciò è coerente con gli obiettivi già delineati nel piano d'azione per l'economia circolare del 2015, che include rifiuti da costruzione e demolizione tra i flussi di rifiuti "prioritari".
Gli interventi ispirati all'economia circolare si concentrano non solo sull'aumento quantitativo del riciclaggio, ma anche su:
• mantenere i materiali il più a lungo possibile nella filiera economica,
• mantenere la qualità del prodotto il più alta possibile e quindi il valore del prodotto stesso,
• ridurre le sostanze pericolose nei prodotti e nei rifiuti.
Ciò si tradurrebbe in una maggiore prevenzione della produzione dei rifiuti da costruzione e demolizione (poiché i materiali vengono conservati nell'economia il più a lungo possibile) e in una riduzione del recupero del materiale di bassa qualità (per evitare cioè il recupero meno circolare).


Ritombamento

La decisione della Commissione 2011/753 / UE definisce il riempimento o ritombamento come "un'operazione di recupero in cui i rifiuti idonei vengono utilizzati a fini di bonifica in aree scavate o per scopi ingegneristici nel recupero del paesaggio e dove i rifiuti sono in sostituzione di materiali vergini".
Nella direttiva quadro sui rifiuti rivista nel 2018, la definizione di riempimento è rafforzata in quanto `` i rifiuti utilizzati per il riempimento devono ... essere limitati alla quantità strettamente necessaria per raggiungere tali scopi '', il che potrebbe limitare in futuro la quantità di materiale che sarà impiegato come riempimento.
Il riempimento può essere considerato un recupero di bassa qualità, in quanto sostituisce una risorsa naturale (suolo), che è abbondante,
senza alti impatti ambientali dalla sua produzione.


Ostacoli al miglioramento della circolarità

Molti degli impieghi dei materiali di recupero hanno in comune barriere che ne impediscono l'attuazione. Per sbloccare l'economia circolare sarebbero necessarie nuove azioni politiche che tengano conto di questi ostacoli. L'eliminazione di queste barriere avrebbe anche un effetto diretto nel raggiungimento degli obiettivi della politica sui rifiuti e nell'adozione del pensiero dell'economia circolare nella filiera.


Spunti per la redazione di strategie di sostenibilità

Le azioni di economia circolare che potrebbero migliorare la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione potrebbero essere:
• Incentivazione con il Green Public Procurement (= gli Appalti Pubblici Verdi), per creare una specifica domanda per questi prodotti.
• Standardizzazione delle "materie prime secondarie", e certificazioni sia connesse alla marcatura CE dei prodotti, che specificamente redatte in riferimento al contesto nazionale, per compensare la diffusa mancanza di credibilità per queste materie.
• Comunicazione tra le parti interessate, condivisione e conservazione delle informazioni che possano facilitare la demolizione selettiva, la ristrutturazione e il riutilizzo/riciclo.
• Ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche con un focus sullo sviluppo di prodotti da costruzione "circolari" per aumentare il riutilizzo dei componenti da costruzione e prevenire gli sprechi, aumentando la durata della costruzione.
• Obiettivi della politica di gestione dei rifiuti più ambiziosi con un focus sulla qualità della gestione, come l'introduzione di requisiti per il riutilizzo di rifiuti da costruzione e demolizione, che riorienterebbero le attuali pratiche di gestione dei rifiuti verso un approccio più circolare.