La Regione Emilia Romagna ed il suo Piano Regionale di Rifiuti
Prima di addentrarsi sul tema dell'economia circolare sviluppato nella Regione Emilia Romagna ed in qualche dato specifico del territorio è interessante soffermarsi sull'argomento con qualche correlazione a livello nazionale ed europeo, che possono essere utili a dare una visione più ampia.
Il tema del riciclo dei materiali è largamente discusso anche a livello politico, come testimonia la recente pubblicazione del lavoro svolto dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta con la sua Relazione (30 Gennaio 2018) sui consorzi e il mercato del riciclo. Sono ampiamente trattate tutte le filiere, Imballaggi, RAEE, Pneumatici, Oli minerali e Vegetali, e tutti i soggetti che vi operano dei quali sono debitamente riportati anche i referenti interpellati con audizioni apposite dei maggiori stakeholders presenti nelle varie filiere, in particolare dei consorzi. Emerge un quadro piuttosto articolato: per quanto riguarda gli imballaggi, ad esempio, operano sei consorzi (figura 1), il CONAI con un ruolo rilevante nell'ambito dei consorzi di filiera e due sistemi autonomi il CO.N.I.P. e il sistema P.A.R.I.
La presenza di altre istituzioni, tra cui, Regioni, Comuni e di altri operatori come i produttori, i raccoglitori, i riciclatori accresce ulteriormente la complessità del sistema.
Non sorprende, in questo contesto, che nelle conclusioni della relazione della commissione citata venga riportato "Le criticità che emergono sono riconducibili alle disomogeneità dei modelli di gestione, ai ruoli dei diversi soggetti, al sistema di vigilanza ed alla carenza di controlli ", ed ancora che "La funzione pubblica di controllo ambientale e l'attività giudiziaria devono riservare un interesse specifico alla fuoriuscita illecita di materia dal circuito del riciclo, che si manifesta su più fronti e produce un significativo danno ambientale ed un altrettanto significativo danno all'economia, a cui vengono sottratte rilevanti quantità di materia che potrebbe essere riciclata in maniera economicamente vantaggiosa e ambientalmente corretta".
È significativo, a proposito di queste mancanze, sottolineare le valutazioni della Commissione Europea, riportate nel loro Piano di azione per l'economia circolare, tra le quali si evidenzia che "Uno degli ostacoli che incontrano gli operatori che vogliono utilizzare materie prime secondarie è l'incertezza relativa alla loro qualità: è difficile stabilire i livelli di impurità o determinare se tali materie sono adatte a essere sottoposte a un riciclaggio di alta qualità (ad esempio, per le materie plastiche) in assenza di norme a livello di Unione".
Qualsiasi processo o tecnologia si voglia mettere a punto, utilizzare per la trasformazione di materia prima e di materia prima seconda risulterebbe inefficiente, ammesso che possa essere efficacemente utilizzata per la produzione delle materie a prescindere dalla valenza economica, in presenza delle incertezze qualitative cui si riferisce la commissione EU. Difatti nello stesso piano l'Unione Europea stessa si propone tra l'altro di produrre delle apposite norme inerenti la qualità delle materie prime secondarie per i materiali dove questo aspetto è più in critico, in particolare per la plastica, oltre che proporre miglioramenti sulle disposizioni in materia di cessazione della qualifica di rifiuto.
In realtà, la relazione parlamentare citata, denuncia altre criticità come "E' emerso un deficit di effettività della disciplina dei consorzi derivante dall'assenza, o grave insufficienza, dei controlli sui sistemi collettivi e sulla loro attività".
..."Non sono emersi controlli effettuati dal sistema delle agenzie ambientali sul trattamento di tali rifiuti e sulla corrispondenza a standard qualitativi minimi cui dovrebbe essere informata l'attività dei consorzi. Infine non sono state individuate prassi di controllo dei dati forniti dai produttori con riferimento all'immesso sul mercato". Al contempo, oltre a segnalare queste criticità riconducibili agli operatori si denuncia "Una carenza normativa specifica potrebbe essere considerata causa concorrente dell'inefficienza dei controlli. Non sono infatti adeguatamente definiti dal legislatore i poteri di controllo e vigilanza da parte delle amministrazioni competenti e i relativi poteri sanzionatori. In particolare non sono adeguatamente indicati gli atti in cui dovrebbe concretarsi l'attività di verifica e i soggetti competenti. Una revisione delle norme riguardanti il potere di vigilanza su tali profili dovrebbe dunque individuare, in modo omogeneo per tutte le filiere, quali siano i poteri di vigilanza ...".
Queste criticità sono ben note anche a livello della Comunità Europea, è infatti convinzione della commissione dell'UE che per garantire il passaggio a un'economia circolare è necessario aumentare il riciclaggio della plastica. Tutte le statistiche mostrano la crescita costante dell'utilizzo di questo materiale nell'Unione. Purtroppo al contempo la capacità di riciclo è molto bassa: meno del 25% di cui circa il 50% è collocato in discarica. È noto che quantità rilevanti di rifiuti di plastica finiscono anche negli oceani, difatti tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 vi è quello di prevenire e ridurre in maniera significativa l'inquinamento marino di tutti i tipi.
Difatti nel documento finale ufficiale della strategia dell'UE la plastica è un argomento centrale con attività in corso o di prossimo avvio quali:
• migliorare gli aspetti economici e la qualità del riciclaggio della plastica, allo scopo sono in corso a livello di CE la revisione della direttiva sugli imballaggi, nuove misure di progettazione ecocompatibile come la valutazione dei requisiti per sostenere la riciclabilità della plastica;
• arginare i rifiuti di plastica e il loro abbandono nell'ambiente tra cui Azioni per ridurre la plastica monouso, azioni per la plastica compostabile e biodegradabile, azioni per arginare l'inquinamento da microplastica, indirizzare gli investimenti e l'innovazione verso soluzioni circolari;
• altre attività rivolte a sfruttare l'azione condotta a livello mondiale, sono tutti argomenti che danno priorità assoluta alla plastica.
Da segnalare in particolare le azioni relative agli scambi internazionali:
• sostegno allo sviluppo di norme tecniche industriali internazionali per i rifiuti di plastica raccolti in modo differenziato e per la plastica riciclata;
• azioni volte ad assicurare che i rifiuti di plastica esportati siano gestiti in modo adeguato nel rispetto del regolamento UE sulla spedizione dei rifiuti;
• sostegno allo sviluppo di un sistema di certificazione degli impianti di riciclaggio nell'UE e nei paesi terzi.
In questo quadro generale la Regione Emilia Romagna ha approvato il 3 maggio 2016 il primo Piano Regionale dei Rifiuti con l'obiettivo di dare impulso e strumenti sull'Economia circolare (LR n.16 del 5/10/2016) che prevede obiettivi di riciclaggio al 70% ed autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani e speciali.
Dagli ultimi dati ufficiali pubblicati dalla locale agenzia ARPAE si rileva, attraverso i principali indicatori (vedi figure 2 e 3), che è stata raggiunta con la raccolta differenziata il 60,7% (l'obiettivo di raccolta differenziata stabilito dalla normativa nazionale del 65% è stato raggiunto e superato in circa un terzo della regione).
Il sistema di raccolta dei rifiuti urbani utilizza ancora i contenitori stradali (circa il 33% del totale differenziato raccolto), il sistema porta-a-porta copre circa il 18% ed un ulteriore 30% passa attraverso i centri di raccolta.
Il sistema impiantistico regionale dedicato al trattamento dei rifiuti indifferenziati è autosufficiente.
Nella regione è in corso da anni una intensa attività di comunicazione nella direzione dell'economia circolare, con iniziative anche editoriali mirate, si cita ad esempio la campagna "CHI LI HA VISTI" realizzata in collaborazione tra ARPAE e CONAI con l'obiettivo di portare il tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani al 73% : allo scopo è stata individuato quale strumento fondamentale "La tariffazione puntuale". Si tratta di adottare, entro il 2020, in tutti i comuni della regione la tariffazione in funzione della quantità di rifiuti conferiti come indifferenziato: più alto sarà il quantitativo così conferito e più alta sarà la tariffa da pagare.
Sarà importante vigilare affinchè la tariffazione così concepita non faccia aumentare i livelli di presenza di "estranei" nella raccolta differenziata.
Dalla documentazione prodotta per la comunicazione emerge ad esempio che per quanto riguarda gli imballaggi di plastica solo il 43% vengono separati con la raccolta differenziata e non tutto risulta riciclabile (il 21%) per cui solo il residuo 22% degli imballaggi finisce realmente per essere riciclato.
Le percentuali di riciclo degli altri materiali, come nel resto d'Italia, sono decisamente migliori (figura 4).
C'è grande attenzione alla gestione dei rifiuti urbani, al contempo è evidente che la produzione di rifiuti speciali sia quantitativamente molto più rilevante con un rapporto di quasi tre ad uno. I dati ufficiali sui rifiuti speciali sono disponibili nella banca dati MUD (Modulo Unico di Dichiarazione ambientale) che riportano il dettaglio delle attività di recupero, gestione e smaltimento, nonché i flussi in entrata ed in uscita dalla regione.
I dati mostrano come i rifiuti speciali non-pericolosi abbiano tassi di recupero materia superiori al 50% mentre al contrario i rifiuti pericolosi non raggiungono il 20%.
Quando non si ricicla la materia la destinazione è: smaltimento in discarica, inceneritori (D10), recupero di energia (R1), altre operazioni di smaltimento (D3/4/67/8/9/11/13/14).
Un altro dato di rilievo è la polverizzazione degli impianti adibiti nella regione al recupero e smaltimento dei rifiuti, che in una pubblicazione ufficiale riportava oltre 1200 impianti: un aspetto sul quale stando agli obiettivi della Commissione Europea, le normative future dovranno incidere in maniera rilevante.
In tutto ciò rimane, in particolare, il concetto guida della cosiddetta responsabilità estesa del produttore (REP, in inglese Extended Producer Responsibility - EPR) che il legislatore tende a rendere sempre più efficace al fine di ridurre la produzione di rifiuti ed aumentarne il tasso di riciclo.
Un esempio virtuoso nel campo della plastica, in Emilia Romagna, viene da C.S.C. Soc.Coop. di San Cesario S.P. (MO), con indici di riciclo di tutt'altra entità. Con il progetto REMAKE vengono applicati pienamente i concetti di economia circolare: i rifiuti sono materie che costituiscono il prodotto come assemblaggio di componenti biologici e tecnici. Il prodotto è progettato per inserirsi perfettamente all'interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e ri-urilizzo, senza produrre scarti. Gli stessi componenti tecnici, quali i polimeri, leghe e altri materiali artificiali, sono a loro volta progettati per essere utilizzati di nuovo, con il minimo consumo di energia.
Il progetto "REMAKE" CSC si è concretizzato in una gamma di prodotti, strumenti di pulizia,"ri-prodotti" con materiali riciclati al 100%. Prendendo ad esempio la scopa i materiali tipici normalmente utilizzati sono: supporto in Ecoallene (polietilene proveniente dal riciclo e separazione dei contenitori per bevande Tetra Pak® provenienti dal postconsumo), filato in PET ottenuto dalla rigenerazione di bottiglie in plastica provenienti dal post-consumo, cartoncino e cartone da imballo provenienti da carta e cartone riciclati da post-consumo.
I materiali di recupero vengono processati ottenendone polietilene-alluminio separato dalla cellulosa.
La frazione di polietilene ed alluminio produce un nuovo materiale plastico, idoneo ai processi di stampaggio per iniezione classici, con elevate caratteristiche di resistenza e versatilità con il quale si possono produrre svariati manufatti. Il prodotto contiene una piccola percentuale di materiale di filo di ferro, necessario per fissare le setole alle basi, motivo per cui il prodotto non può essere dichiarato al 100% di origine riciclata, ma al 95%, molto al disopra degli obiettivi di lungo termine fissati dalla Commissione della Unione Europea e dalle altre istituzioni nazionali e locali.