La Regione Toscana, ARPAT e l'esempio virtuoso di Revet
èormai più di un anno, dall'entrata in vigore della legge che ha istituito il Sistema Nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), che il Sistema delle Agenzie Ambientali, è operativo.
Il Sistema istituito dalla nuova legge va oltre gli enti autonomi ed indipendenti che erano le 21 Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA), oltre a ISPRA e vuole costituire un vero e proprio Sistema a rete.
La legge attribuisce al nuovo soggetto compiti fondamentali quali:
• attività ispettive nell'ambito delle funzioni di controllo ambientale, di controllo delle fonti e dei fattori di inquinamento;
• attività di ricerca finalizzata a sostegno delle proprie funzioni e di supporto tecnico-scientifico alle attività degli enti statali che hanno compiti di amministrazione attiva in campo ambientale;
• monitoraggio, raccolta, organizzazione e diffusione dei dati ambientali che, unitamente alle informazioni statistiche, costituiranno riferimento tecnico ufficiale della pubblica amministrazione.
Le attività di controllo ambientale condotte da ARPAT (Arpa Toscana) sono definite dalla Legge regionale 30/09, che prevede ispezioni agli impianti con sopralluoghi, campionamenti e conseguenti analisi di laboratorio, al fine di controllare il rispetto delle norme in materia di tutela ambientale e verificare che le prescrizioni siano rispettate dai gestori degli impianti.
I risultati e le eventuali proposte (miglioramento e/o sanzionamento) sono contenuti in una relazione che ARPAT invia all'Autorità competente dove si registrano tutte le non conformità rilevate proponendo le possibili azioni successive, procedendo ad effettuare la contemporanea segnalazione all'Autorità Giudiziaria e/o la contestazione di violazione sanzionata in via amministrativa.
- Più in generale ci sono altre attività, quali indicazioni generali di buona pratica tecnica da adottare al fine di tutelare l'ambiente, come ad esempio quella inerente le attività di cantiere e le operazioni di ripristino dei luoghi, aggiornata a gennaio 2018.
Le linee guida possono essere utilizzate dai Proponenti nella redazione dei documenti a supporto delle procedure di VIA/Verifica o inserite nell'eventuale capitolato d'appalto a cui l'Impresa esecutrice dovrà attenersi per lo svolgimento dei lavori.
Gli argomenti riguardano l'impostazione del cantiere e le relative modalità di conduzione, con riferimento alle seguenti tematiche specifiche:
• inquinamento acustico
• emissioni in atmosfera
• risorse idriche e suolo
• terre e rocce da scavo
• depositi e gestione dei materiali
rifiuti
• ripristino dei luoghi.
In questo contesto la presenza sul territorio delle ARPA si manifesta non solo con attività istituzionali di controllo e verifica, ma anche di diffusione di linee guida di supporto all'attuazione di economia circolare e di divulgazione/disseminazione di buone pratiche.
Si apprende che recentemente, il 31 gennaio 2018 Graziella Green Power, azienda operante nel campo delle energie rinnovabili e il player mondiale dell'energia ENGIE, attraverso le sue filiali Storengy ed Engie Italia, hanno siglato un accordo per realizzare un innovativo impianto geotermico a ciclo binario a Castelnuovo Val di Cecina (PI).
Il progetto, i cui lavori si prevede possano iniziare nel 2019, comprende la progettazione, la costruzione e la gestione di un impianto geotermico di 5 MWe di potenza. La centrale sarà ad impatto ambientale zero grazie all'adozione del cosiddetto "ciclo binario": il fluido geotermico prelevato dal sottosuolo, dopo aver generato energia elettrica, verrà totalmente re-immesso nello stesso sottosuolo insieme a gas non condensabili (CO2 e altri).
Sull'argomento della plastica, dalla comunicazione del 16 gennaio 2018 della Commissione al Parlamento Europeo, emerge grande attenzione ai rifiuti di questo materiale che si disperdono nell'ambiente sia sulla terraferma che in mare: ogni anno finiscono negli oceani da 5 a 13 milioni di tonnellate di plastica (che rappresentano dall'1,5% al 4% della produzione mondiale di questo materiale).
In tema di monitoraggio e diffusione dei dati ARPA Toscana ha rivolto particolare attenzione alla presenza inquinante della plastica, promuovendo l "Incontro di informazione e sensibilizzazione sull'impatto della plastica in mare", in linea con la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE.
Argomento centrale è la campagna di monitoraggio condotta dalla stessa ARPAT nel 2016 sulle microplastiche disperse nell'ambiente marino.
La Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (Marine Strategy, 2008/56/EC), ha l'obiettivo di reperire informazioni sui "Trend nella quantità, nella distribuzione e, se possibile, nella composizione di micro-particelle, in particolare microplastiche". Sono parte del cosiddetto "microlitter" che comprende tutto il materiale solido con dimensioni inferiori ai 5 mm.
Ogni anno, solo in Europa vengono generati circa 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, gran parte finiscono negli oceani e nell'ambiente marino, di qui l'importanza di indagini di questo tipo soprattutto in riferimento alla distribuzione delle microplastiche che possono influenzare l'ambiente marino ed anche entrare a far parte della catena alimentare per ingestione degli organismi.
I Programmi di monitoraggio hanno validità triennale (2015-17) e le attività di monitoraggio sono ufficialmente iniziate il 15/07/2015.
In particolare, per quanto riguarda la Toscana, ARPAT, nell'ambito del Piano Operativo di monitoraggio 2016, ha individuato 4 aree di indagine: Fiume Morto, Donoratico, Carbonifera, Collelungo.
Stando alle linee guida contenute nella Direttiva la scelta delle aree ha tenuto conto della:
• presenza di aree di risalita delle acque profonde solitamente ricche di nutrienti (upwelling) cioè acque a densità più bassa e temperatura più elevata ed aree di accumulo e sprofondamento di acqua ad alta densità e bassa temperatura (downwelling);
• aree di accumulo per condizioni idrodinamiche locali;
• distanza da fonti di immissione diretta come ad esempio foci fluviali;
• distanza da strutture portuali o rilevanti insediamenti urbani.
Le indagini effettuate nel corso del 2016 sono state fatte con 2 campagne, una primaverile e una autunnale.
Le attività di campionamento sono state effettuate in collaborazione con il CIBM, Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata di Livorno, e con l'Università di Siena che ha provveduto anche alle successive analisi di laboratorio.
La Toscana, in tema di economia circolare, si colloca positivamente nel contesto nazionale per il raggiungimento degli obiettivi. Un ruolo decisivo nel recupero e riciclo dei materiali più diffusi, centrale nel contesto dell'economia circolare, è svolto da anni dal gruppo REVET che dichiara concetti come "La materia prima è per sempre, se sotto c'è un'industria del riciclo". Difatti riciclare i materiali è un'attività industriale a tutti gli effetti, per alcuni aspetti più complessa in quanto coinvolge soggetti pubblici, privati cittadini e realtà imprenditoriali regolate da bisogni spesso non naturalmente convergenti.
Il gruppo REVET opera raccogliendo, selezionando ed avviando al riciclo i materiali quantitativamente più rilevanti derivanti dagli utilizzi privati di cittadini e imprese quali: le plastiche, l'alluminio, l'acciaio, il vetro, i prodotti poli-accoppiati, il tutto grazie alle tecnologie ed agli impianti di cui dispone, alle infrastrutture, alla logistica integrata ed a centri satelliti collegati che costituiscono una vera e propria filiera industriale, base essenziale per una virtuosa gestione dei flussi di materia da riciclare/riutilizzare.
Tra i materiali poli-accoppiati uno dei più diffusi è il tetrapak, composto mediamente da carta per il 74%, polietilene per il 22% e alluminio per il 4%, materiale per il quale già nel recente passato (2016) la Toscana si è distinta per iniziative grazie alle quali è stato conferito ad aziende regionali il premio speciale "Best in Class" nell'ambito della 14esima edizione del "Sodalitas Social Award 2016", il più prestigioso premio sulla sostenibilità d'impresa in Italia.
Inoltre la REVET spa opera nella raccolta, selezione ed avvio al riciclo di materiali di scarto e sfridi di lavorazione, provenienti da aziende industriali e commerciali disponendo di una struttura logistica adeguata alle diverse esigenze con un parco automezzi composto da motrici, autotreni, furgoni, auto compattatori, press-container, cassoni aperti e con coperchio, adeguati al trasporto di rifiuti pericolosi e non pericolosi, iscritti all'albo Trasportatori e dei Gestori Ambientali per l'intermediazione dei rifiuti non pericolosi (1calsse A, categoria 4 classe D e categoriea 8 classe C) della regione Toscana con particolare attenzione al rispetto di normative in tema di ambiente, sicurezza e qualità ed avvio. A completamento di una vera e propria filiera la società dispone, direttamente o attraverso partner, di impianti autorizzati per lo stoccaggio, trattamento e la preparazione per il riciclo dei materiali di scarto.
Nel dicembre 2015 la Commissione Europea ha adottato un piano d'azione dell'UE in tema di economia circolare dove ha individuato la plastica come priorità chiave, confermandolo anche nel 2017, fissando l'obiettivo della riciclabilità di tutti gli imballaggi di plastica entro il 2030. Nella comunicazione del 16 gennaio 2018 della commissione al parlamento europeo, al consiglio ed ai comitati, è esposta la strategia per la plastica nell'economia circolare, da cui emergono dati ed obiettivi importanti.
La produzione della plastica ad oggi è aumentata di 20 volte rispetto agli anni '60 e si stima che raddoppierà nei prossimi 20 anni, aumentando proporzionalmente la sua importanza nell'economia.
Ma in Europa il riciclo e il riutilizzo sono ancora molto bassi e distanti da altri materiali quali i metalli, il vetro e la carta: dei circa 26 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, ogni anno, ne vengono raccolti per il riciclo meno del 30%.
Considerando che le stime sul valore della plastica per imballaggio mostrano che questa perde circa il 95% del suo valore, perché non recuperata o inviata in discarica o all'incenerimento, la sua possibilità di riciclo rappresenta una opportunità dal grande potenziale economico.
Un esempio virtuoso in questo campo viene dall'esperienza della Toscana, dove si è costituita nel 2012 la REVET RECYCLING della quale detiene il 51% la REVET spa ed il 49% la REFRI srl società specializzata nelle attività di recupero Raee.
La società è l'otput del progetto Plasmix, finanziato dalla regione Toscana nel 2009, cui hanno partecipato altri soggetti come poli di ricerca, Pont Lab e Ponr Tech, oltre all'Università di Pisa.
Il nome del progetto fa riferimento al "plasmix" cioè le plastiche miste costituite da imballaggi post-consumo, plastiche presenti nei Raee e scarti industriali che all'epoca non era possibile avviare al ricilo.
Negli stabilimnenti Revet recycling di Pontedera (PI) è stato insediato un impianto uno specifico impianto, frutto del progetto, che dal 2013 ha iniziato il trattamento di riciclo delle plastiche miste con produzione di profili e granuli di plastica.
Nell'impianto è stato reso possibilie il riciclo di plastiche eterogenee post-consumo, fino ad allora avviate a discarica o all'incenerimento, dalle quali si producono Granuli e Profili.
Il prodotto non è un generico granulato bensì un blend di polimeri appositamente studiati in funzione degli oggetti che si dovranno da questo realizzare. Il granulo così ottenuto ha cartteristiche tecniche e di prestazioni paragonabili ai polimeri vergini ed è adatto all'impiego nelle tecnologie consolidate di produzone di manufatti plastici, anche di alta gamma, per iniezione e per soffiaggio.
Oltre agli evidenti vantaggi in termini di sostenibilità il granulo così ottenuto ha il vantaggio, per i clienti utilizzatori, di avere un prezzo di vendita molto stabile che non risente della variabilità della materia prima vergine soggetta alle oscillazioni della quotazione del petrolio, ma anche il vantaggio di avere un costo mediamente più basso.
L'altra tipica utilizzazione del plasmix negli impianti della Revet Recycling è finalizzata alla produzione di "PROFILATI". Gli oggetti realizzabili sono:
Arredo giardino come Fioriere, Vasi, Sottovasi
- Parchi Giochi
- Tegole
- Compostiere
- Oggetti per la casa
Oltre ai granuli dal plastix si producono profilati direttamente presso gli impianti di Pontedera, caratterizzati dall'elevata lavorabilità comparabile al legno per la possibilità di essere avvitato, inchiodato, forato, fresato.
I vantaggi, nell'utilizzo di questi profilati sono:
- Bassi costi di manutenzione, non necessita di verniciature trattamenti protettivi
- Materiale duraturo senza problemi di putrescenza
- Elevata lavorabilità
- Elevate caratteristiche di isolamento termo-acustico
- Elevata resistenza agli urti e flessibilità
- Riciclabilità ed assenza di rilascio di sostanze nell'ambiente
- Insensibilità a funghi ed insetti
- Inerzia chimica con elevata resistenza ad agenti chimici.
I profilati così prodotti si presentano con superficie priva di bolle, asperità, uniformemente colorati in tonalità di tre colori.
Dalla produzione fatta direttamente negli stabilimenti Revet recycling secondo le fasi principali riportate nel processo, si ottengono profilati con determinate caratteristiche tecniche (tabella 2).
L'acquisto da parte della Pubblica Amministrazione come Regioni, Comuni Enti Pubblici dei prodotti così riciclati, denominati Ri-prodotti, è incentivato dalle leggi nazionali (DM 203/2003) e regionali (in Toscana LR Toscana 61/2007) rendendolo più competitivo a confronto con materiali tradizionali quali il legno, impiegato per usi analoghi ad esempio arredo giardini e parchi.
Recentemente, a testimonianza dei risultati ottenuti in questo ambito, Revet Recycling srl è risultata tra i vincitori del "Premio Sviluppo Sostenibile 2017 promosso da Fondazione Sviluppo Sostenibile e da Ecomondo per la realizzazione del progetto TENIAMO BANCO" realizzato con Ecoplan.
Con questo progetto è stato realizzato un materiale plastico a matrice poliofenilica (polipropilene e/o polietilene) riciclando il plastix proveniente dal post-consumo, scarti industriali e fibre vegetali contenute nella sansa, proveniente dagli oleifici. Il materiale così ottenuto è riciclabile all'infinito e risponde ai requisiti tecnici previsti dal Decreto Ronchi (D 8/5/2003 n.203 del Ministero dell'Ambiente).
Dal riciclo si ottiene un granulo dalle alte prestazioni qualitative che può essere utilizzato per essere stampato ad iniezione o riciclato miscelandolo con altri elementi.
Con il processo brevettato ECOMAT si ottengono pannelli e lastre con spessore variabile da 3 a 30 mm e larghezza 1350 mm, lunghezza secondo richiesta.
Il materiale non contiene colle e quindi non emette sostanze nocive come la formaldeide, è lavorabile con i normali utensili, è idrorepellente, ha elevata resistenza agli agenti chimici ed atmosferici e può essere nobilitato o verniciato. La colorazione si può ottenere in pasta o per verniciatura successiva.
Può essere utilizzato nell'arredo scolastico, a partire dai banchi, per arredamento in genere, per edilizia, per pianali protettivi dei container.
Un risultato di particolare rilevanza anche in considerazione della collaborazione con un'azienda, la ECOPLAN, collocata in un territorio come la Calabria, storicamente tra le aree con maggiori difficoltà di sviluppo delle iniziative economiche.
La sinergia tra le due aziende ha portato alla realizzazione del progetto ECOMAT, un eccellente esempio di economia circolare e sostenibile.
Revet Recycling opera quindi pienamente nel sistema dell'economia circolare, contribuendo in maniera rilevante al raggiungimento del 30% di plastica riciclata sottrendola all'impiego in recupero energetico o al conferimento in discarica. Allo stato attuale l'impianto di Pontedera è in grado di trattare fino a 15.000 ton/anno di plastiche eterogenee, di cui circa il 50% "Plasmix" (circa 8000 ton/anno) è conferito a Revet Recycling che raggiunge percentuali di riciclo del 75%avviando il 25% di parte residua al recupero energetico/discarica, percentuali ben superiori alle medie europee. Le quantità di plasmix trattate equivalgono ad un risparmio di 32.773 t CO2eq (tonnellate di CO2 equivalente) rispetto alle quantità che verrebbero prodotte per destinazione al recupero energetico.
I prodotti realizzati partendo dai materiali riciclati REVET sono certificati dall'Istituto Italiano dei materiali Plastici con il marchio Psv, Plastica Seconda Vita, Ri-prodotti in Toscana.
Secondo il citato rapporto della Commissione Europea, attualmente, la domanda di plastica riciclata rappresenta solo il 6% circa della domanda di plastica in Europa, nello stesso rapporto si fa riferimento anche alla crescita della domanda perché possa favorire gli investimenti e gli sviluppi tecnologici in questa direzione.
Ma come emerge dallo stesso rapporto c'è anche l'esigenza di Istituire un quadro normativo chiaro per la plastica con proprietà biodegradabili considerando che la maggior parte della plastica così etichettata si degrada in presenza di condizioni specifiche. Inoltre la possibilità di mischiare la plastica compostabile e quella convenzionale crea problemi a valle nel processo di riciclaggio.
È significativo quanto riportato dalla comunicazione della commissione in merito alla "plastica oxo-degradabile" della quale si è scoperto che, presentati come materiale alternativo con proprietà di biodegradabilità, in realtà non offrono alcun vantaggio ambientale comprovato rispetto alla plastica tradizionale, mentre la loro rapida frammentazione in microplastica, problema di crescente rilevanza, è fonte di preoccupazioni. Pertanto, la Commissione ha iniziato i lavori per limitare l'uso della oxo-plastica nell'UE e proporrà norme armonizzate per la definizione e l'etichettatura della plastica biodegradabile e compostabile.