La Regione UMBRIA ed il suo Piano Regionale di Rifiuti
La Commissione Europea, in linea con il piano di azione del 2015 adottato per l'economia circolare, ha pubblicato lo scorso 28 maggio una proposta di legge, dalla quale emanare poi le direttive per gli stati membri incentrata sulla riduzione dell'impatto dei prodotti in plastica sull'ambiente a conferma della priorità date precedentemente.
Le ragioni che motivano la proposta partono dalla valutazione dei dati raccolti sulle quantità di rifiuti che inquinano mari ed oceani: al primo posto ci sono i prodotti in plastica, i polimeri, e tra questi la parte più consistente proviene da prodotti monouso, i cosiddetti SUP acronimo di Single Use Plastics. Difatti dal monitoraggio avviato da molti anni, con metodologie concordate condivise raccogliendo dati sulle spiagge di 17 stati membri e 4 regioni marine, dei rifiuti ritrovati sulle spiagge europee emerge che il 85% di questi sono di origine polimerica e che circa la metà di questi sono rappresentati dai SUP corrispondenti quindi al 43% del totale di rifiuti, di qui l'attenzione su alcune specifiche categorie, le prime dieci rappresentative del 86% dei SUP.
È noto che uno degli aspetti critici deriva dalla lunga persistenza anche in ambiente marino dei prodotti a base polimerica, una preziosa materia prima, che invece sta portando ad accumuli progressivi di rifiuti negli anni che emergono e vengono riportati sulle spiagge, oltre che denunciare la loro presenza negli studi e nelle ricerche specifiche fino ad entrare nella catena alimentare.
La proposta della commissione si sviluppa in quindici articoli che riguardano tra l'altro il campo di applicazione inteso come tipologia di polimeri e di prodotti, restrizioni per l'immissione sul mercato ai prodotti monouso per i quali esistono alternative, rafforzamento del regime di responsabilità estesa del produttore ed, in primis, pone l'obiettivo di prevenire e ridurre l'impatto di determinati prodotti in plastica e di promuovere l'evoluzione verso un'economia circolare attraverso adeguati modelli di business, prodotti e materiali innovativi.
Alla luce di queste premesse vediamo le testimonianze dalla Regione Umbria.
Le osservazioni istituzionali della locale ARPA, in un contesto indubbiamente caratterizzato da un'immagine green e di sostenibilità ambientale, fanno emergere considerazioni ed aspetti che aiutano a focalizzare le criticità: "Dalla ricostruzione del ciclo di gestione dei rifiuti urbani negli ultimi anni è emerso che il primo problema è legato alla scarsa capacità di intercettazione della plastica da parte della raccolta differenziata (molta plastica è ancora presente nel Rifiuto Urbano Residuo), il secondo problema è che quasi la metà della plastica raccolta e consegnata a COREPLA per il recupero va a recupero energetico e non a recupero di materia per caratteristiche non idonee alla separazione in polimeri". Problema, questo della difficoltà di intercettazione della plastica dei rifiuti urbani e dell'ingente percentuale con destinazione a recupero energetico comune ad altre regioni, come emerge anche dagli ultimi dati pubblicati dal COREPLA che riportano una media nazionale di 15 kg/abitante intercettati dalla raccolta, rappresentativi di meno della metà dell'utilizzato.
In effetti nella regione negli anni recenti si sono fatti molti progressi, provenendo da una situazione problematica che l'ARPA riassume in questi termini: "Ancora nel 2017 si evidenzia una capacità di intercettazione da parte della raccolta differenziata scarsa per la plastica e non soddisfacente per la carta".
Focalizzando le tipologie di materiali emerge:
• Frazione organica
In Umbria negli ultimi anni ci sono stati problemi di insufficiente capacità di intercettazione della frazione organica con la raccolta differenziata, scarsa qualità della stessa e scarsa efficienza di alcuni impianti di compostaggio. Tali problemi attualmente sono in fase di soluzione. Sta progressivamente aumentando la diffusione della raccolta domiciliare di questa frazione e sono stati corretti alcuni errori nelle modalità di raccolta che ne pregiudicavano la qualità. Nel 2017 la raccolta differenziata ha intercettato più del 70% del rifiuto organico che si stima sia contenuto nel rifiuto urbano. Per quanto riguarda la gestione, nel territorio umbro sono stati realizzati nuovi impianti di compostaggio dotati di migliori tecnologie che entreranno in funzione nell'anno in corso.
• Frazioni secche
Problema di eccessivi scarti nella separazione multimateriale pesante (ovvero raccolta congiunta di plastica, metallo e vetro), modalità molto diffusa nel territorio fino al 2016. Tale criticità è in via di soluzione in quanto, in linea con le nuove indicazione degli atti di pianificazione, ci si sta spostando nell'intero territorio verso la raccolta monomateriale del vetro associata a raccolta multimateriale leggero (plastica con metalli), modalità che consente una maggiore riciclabilità dei rifiuti raccolti.
Nel merito della sostenibilità per i diversi tipi di materiali "Carta e vetro vengono riciclati prevalentemente in Umbria, dove si trovano la Cartiera di Trevi e la Vetreria di Piegaro. La plastica invece in Umbria viene solo pretrattata e inviata a selezione in polimeri per il recupero fuori regione".
Rimanendo a livello istituzionale e di strumenti legislativi, la Regione Umbria si dimostra attiva sul tema dell'economia circolare, in proposito viene segnalato dal punto di osservazione dell'ARPA: "La Regione ha negli ultimi anni emanato una serie di atti in questo contesto. Tra queste va ricordata la DGR 34/2016 con la quale la Regione ha dettato misure per accelerare l'incremento della raccolta differenziata: ha ridefinito gli obiettivi di percentuale di raccolta differenziata, ponendo per il 2018 un obiettivo ambizioso, il 72,3%. Ha individuato, come strumenti principali per il conseguimento di questi obiettivi, la riorganizzazione della raccolta secondo il modello porta a porta in tutto il territorio e il passaggio alla tariffazione puntuale. In una delibera più recente, la DGR 1362 del 2017, sono stati introdotti criteri qualitativi per la raccolta differenziata dell'organico prevedendo premialità e penalità dei comuni conferitori. La stessa DGR fissa criteri tecnici per il rilascio di autorizzazioni per gli impianti di trattamento della frazione organica umida da Raccolta Differenziata, prevedendo standard minimi di efficienza. Va inoltre ricordata la DGR 798 del luglio 2016 con cui la Regione ha approvato le linee guida per la realizzazione e gestione dei Centri di riuso".
Nel citato piano di azione per l'economia circolare della Commissione Europea assumono un ruolo di primo piano le PMI ed il tema dell'innovazione, nella consapevolezza che sia necessario un cambiamento strutturale. In questo l'innovazione è considerata giustamente il cardine pervasivo delle tecnologie, dei processi, dei servizi e dei modelli imprenditoriali nuovi che plasmeranno il futuro della nostra economia e della nostra società. Nelle intenzioni e nei programmi di Orizzonte 2020 ci sono attenzione al supporto, attraverso la ricerca ed anche con strumenti normativi, a queste priorità e di conseguenza alle PMI coinvolte dale quali si attende un contributo decisivo all'economia circolare.
Un reale e consolidato esempio virtuoso in questa direzione viene da un'azienda, anzi da due aziende umbre sinergiche la Polycart Spa e la Gran Plast, che hanno fatto della sostenibilità un cardine della loro strategia, del modello di business, dei loro valori: si presentano così, persone nell'ambiente naturale del paesaggio intorno alla loro azienda.
La Gran Plast è prettamente commerciale, costituita nel 1975, distributrice ufficiale per il centro Italia di Eni Versalis (azienda del gruppo Eni che produce polimeri) da oltre 20 anni.
La struttura è specializzata esclusivamente nel polietilene HDPE LDPE e LLDPE. A disposizione dei clienti un servizio di rigenerazione dei loro scarti industriali. Distribuisce per il centro e il sud Italia il Mater-Bi, famoso materiale biodegradabile, un poliestere di origine vegetale con amido di mais, compostabile prodotto da Novamont nello stabilimento di Terni. I numeri: commercializzato dalle 12/14 mila tonnellate di PE, i clienti sono tutti piccoli e medi trasformatori, (circa 450/500 autotreni anno). Fatturato di Gran Plast è mediamente di 15/18 milioni di euro, variabile fortemente in funzione dell'andamento della materia prima. Struttura: circa 10 collaboratori fra amministrazione, magazzino, autisti ed operatori.
Polycart Spa è un'azienda manifatturiera, produce imballaggi flessibili in materie plastiche e bioplastiche. Si tratta di imballaggi come prodotti finiti e semilavorati (film per diverse applicazioni industriali) ed esempio il film sottilissimo (6 my) per accoppiamento con carta, imballi industriali, film per imballo alimentare, foglia per pacciamatura compostabile, sacchi e shopper per la GDO oltre che ai nuovi rotoli ortofrutta compostabili. Bioplastiche con carta e cartone come compost-label per le etichette di olio e vino, i bollini per la frutta.
Dalle realtà aziendali emergono una serie di considerazioni coerenti con approcci di Economia Circolare, anche in termini di cultura imprenditoriale ed aziendale delle quali c'è assoluta e continua necessità, così come necessario è sviluppare nuove competenze, nuove capacità di relazionarsi e di fare sistema con l'ambiente esterno, tanto più per le PMI per accrescere il loro valore e la loro capacità di competere in contesti articolati e sempre più complessi non solo in termini economici, ma anche di normative e tecnologie.
In questo senso, in particolare nella prospettiva di incoraggiare lo sviluppo di competenze coerenti a tutti i livelli, per perseguire l'innovazione, la CE, attraverso la Commissione, prevede iniziative a favore dell'occupazione verde, con misure specifiche per anticipare il fabbisogno di competenze, sostenere la creazione di posti di lavoro nell'economia verde.