In crescita la raccolta e la quota destinata a trattamento, ma servono investimenti impiantistici e azioni incentivanti l'uso del compost e del biometano
Nel 2015 nell'UE sono state avviate a compostaggio circa 40 Mt di Rifiuto Urbano Biodegradabile (RUB), con una media di 79 kg pro-capite, a conferma del trend positivo degli ultimi 20 anni, che registra un incremento medio annuo del 5,5% (misurato a partire dall'anno 1995). Tale dato complessivo risente, tuttavia, di alcune realtà (per es. Francia, Spagna, Portogallo) che considerano nella quota "composting" anche il rifiuto urbano da selezione meccanica trattato in TMB con produzione di una tipologia di compost (denominato compost grigio, compost da RSU indifferenziato o compost da TMB) che in Italia è stato abbandonato da diversi anni. Indipendentemente dalla qualità e dagli usi del compost, rimane comunque valida la pratica del trattamento biologico, inteso in modo ampio, per la riduzione dei RUB avviati a discarica, con un'incidenza nell'UE, nel 2015, pari al 17% dei Rifiuti Urbani (RU) trattati.
Tale sviluppo del settore del compostaggio non è dipeso da dinamiche di mercato delle materie prime o dai costi energetici internazionali, quanto piuttosto, in linea di principio dall'esigenza degli Stati membri di ottemperare a specifici dettami di protezione ambientale in materia di smaltimento dei rifiuti in discarica e di aumento delle quote di recupero e riciclo di rifiuti urbani.
In Italia la quantità di frazione organica (umida e verde) raccolta presenta un trend in costante aumento, passando da 4,5 Mt a 6,5 Mt, +2 Mt rispetto al 2011. In termini di raccolta pro-capite essa ha raggiunto i 107,6 kg per abitante anno. La frazione organica, da sempre, rappresenta la porzione principale dei rifiuti urbani raccolti e avviati a riciclaggio, con una percentuale che è passata dal 40% del 2011 al 41,2% del 2016.
Secondo dati del Consorzio Italiano Compostatori (CIC), la quota maggioritaria della frazione organica è rappresentata dalla frazione umida, con percentuali in crescita tra il 2011 e il 2016 e sempre superiori al 60%, mentre la quota di frazione verde si è assestata negli anni sotto il 40%.
Per quanto concerne gli impianti, l'intero sistema può contare, nell'anno 2016, su 326 impianti (309 nel 2015) e, in particolare, 274 (263 nel 2015) impianti dedicati al solo trattamento aerobico (compostaggio); 31 (26 nel 2015) impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico; 21 (20 nel 2015) impianti di digestione anaerobica che includono il rifiuto organico di origine urbana e altri scarti a matrice organica. Il numero di impianti di compostaggio è decisamente preponderante rispetto a quello degli impianti di digestione anaerobica, il 61% degli impianti totali presenti in Italia sono del primo tipo.
Nel 2016 sono state trattate 7 Mt di rifiuti organici, comprendendo, oltre alla frazione umida e verde, anche i fanghi e altri rifiuti organici. Rispetto al 2015 si osserva un incremento dell'8% del totale dei rifiuti trattati, imputabile principalmente all'aumento dei volumi gestiti negli impianti integrati (aerobico/anaerobico), +566 kt.
Secondo ISPRA gli impianti di compostaggio hanno prodotto nel 2016 circa 1,6 Mt di compost che, dal punto di vista normativo, è classificato come "ammendante compostato". La produzione di compost si concentra soprattutto sull'ammendante compostato misto (ACM) con 1,1 Mt (circa 70,4% del totale prodotto) e sull'ammendante compostato verde (ACV) con 293 kt (pari a circa il 18,6%). Infine, gli altri ammendanti (ammendante compostato con fanghi, ammendanti vegetali non compostati, compost fuori specifica), pari a circa 174 kt, rappresentano l'11% del totale degli ammendanti prodotti.
Gli impianti di digestione anaerobica per il riciclo della matrice organica trattano, oltre alla frazione organica (umido e verde), anche altri rifiuti organici, quali fanghi civili e scarti agro-industriali. In particolare lo scarto umido da raccolta differenziata rappresenta il 69% del rifiuto trattato negli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio.
Sulla base dei dati del Rapporto Rifiuti Urbani 2016 di ISPRA, il CIC stima che nel 2015 siano stati prodotti circa 275 MNm3 di Biogas dai quantitativi di rifiuti organici trattati negli impianti integrati di digestione anaerobica e di compostaggio in Italia. Gli impianti di digestione anaerobica prevedono il recupero energetico (elettrico e termico) attraverso l'impiego del biogas prodotto, mentre il digestato è sottoposto a ulteriore fase di compostaggio. Un'elaborazione dei dati di ISPRA consente di stimare in 550 MWh l'energia elettrica ottenuta in cogenerazione.
Le principali criticità del settore riguardano le ancora notevoli potenzialità di incremento della raccolta e del recupero del rifiuto organico al Sud e in alcune grandi città del Centro. In particolare si riscontra una non elevata qualità tecnica per alcuni impianti e una carenza impiantistica in alcune Regioni del Centro e del Sud Italia, con squilibri in alcune Regioni che comportano il ricorso a trasporti extra-regionali. L'insufficienza di impianti di trattamento dell'organico rappresenta un ostacolo allo sviluppo del settore, dato che i trasporti su lunga distanza determinano un incremento dei costi di avvio a recupero, minando così la sostenibilità economica dei sistemi di raccolta differenziata. Pertanto, a parere del CIC, negli ambiti deficitari è necessario canalizzare gli investimenti infrastrutturali in maniera prioritaria per la realizzazione di un'idonea impiantistica di recupero del rifiuto organico e contemporaneamente avviare strategie di valorizzazione e commercializzazione del compost presso il settore agricolo, floro-vivaistico, forestale e paesaggistico, promuovendo l'evoluzione impiantistica anche verso la produzione di biometano per il trasporto e/o da immettere in rete. L'impiego nel settore agricolo può essere stimolato attraverso una seria e sistematica politica di recupero e mantenimento della sostanza organica nei suoli, creando azioni a sostegno delle politiche di conservazione dei suoli o, ad esempio, inserendo nei Piani di Sviluppo Rurale delle Regioni (PSR) strumenti che incentivino l'impiego di ammendanti compostati ottenuti dalla raccolta differenziata di Frazione Organica (Umido e Verde) del Rifiuto Urbano.
Strategico il mercato della digestione anaerobica, dove occorre dare un rapido decorso a nuovi strumenti incentivanti per il biometano, che sarà destinato, almeno inizialmente, soprattutto al settore dei trasporti; intervenendo poi a livello più ampio con politiche sinergiche di sviluppo del trasporto sostenibile, politiche di rinnovo e conversione delle flotte verso i biocarburanti avanzati in sostituzione di quelli tradizionali, per "chiudere il cerchio" quanto più possibile a livello locale salvaguardando l'ambiente e risparmiando risorse.