La separazione alla fonte
Nel presente articolo saranno riportati alcuni spunti provenienti dalla letteratura europea sui rifiuti da costruzione, aggiornati alla luce delle disposizioni fornite nel Decreto Ministeriale 11 ottobre 2017 (Decreto CAM).
Se si considera il volume generato, i rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) costituiscono il maggior flusso di rifiuti nell'Unione europea, pari a circa un terzo di tutti i rifiuti prodotti. La corretta gestione dei rifiuti C&D e dei materiali riciclati - tra cui la corretta manipolazione dei rifiuti pericolosi - può comportare importanti benefici in termini di sostenibilità e qualità della vita, ma può anche offrire considerevoli vantaggi per l'industria delle costruzioni e del riciclaggio dell'Unione europea grazie all'aumento della domanda di materiali riciclati da C&D che ne deriva. Tuttavia, uno degli ostacoli più comuni per il riciclaggio e il riutilizzo di rifiuti da C&D nell'UE è la mancanza di fiducia nella qualità dei materiali riciclati provenienti da Costruzione e Demolizione C&D. Anche l'incertezza circa il potenziale rischio per la salute dei lavoratori che utilizzano materiali riciclati da C&D ha il suo peso. Tale mancanza di fiducia fino ad oggi ha ridotto e limitato la domanda di questi materiali, frenando di conseguenza lo sviluppo della gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione e delle strutture di riciclo all'interno dell'Unione.
L'attivazione di una corretta filiera dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) è quanto mai necessaria per migliorare l'efficienza delle risorse nella filiera dell'edilizia ed è fondamentale per lo sviluppo dell'economia circolare per l'attuazione pratica delle proposte legislative in materia di rifiuti, al fine di determinare una concreta transizione dell'Europa dall'economia lineare verso l'economia circolare e aumentare così la competitività globale, promuovere la crescita economica sostenibile e creare nuova occupazione.
Non vanno dimenticate le opportunità di lavoro ed occupazionali connesse alla filiera della sostenibilità per l'Europa e, in particolare, per il nostro Paese.
Le azioni proposte contribuiranno a raggiungere l'obiettivo della direttiva quadro sui rifiuti che punta, non va dimenticato, al 70 % di rifiuti C&D riciclati entro il 2020, chiudendo il cerchio del ciclo di vita dei prodotti attraverso un maggiore riciclo e riutilizzo, per portare benefici sia per l'ambiente che per l'economia. Ne' va dimenticato che a livello locale, regionale, nazionale e comunitario, si stanno portando avanti altre iniziative.
Ad esempio, l'elaborazione dei documenti di riferimento settoriali EMAS sulle migliori pratiche di gestione ambientale per la gestione dei rifiuti (affrontando tra l'altro il tema dei rifiuti da costruzione e demolizione) e per il settore delle costruzioni in generale. Non può essere tralasciato che è fondamentale aumentare la fiducia, soprattutto di committenti e progettisti, nel processo di gestione dei rifiuti C&D e nella qualità dei materiali riciclati ottenuti da tali rifiuti.
Per ottenere ciò sono fondamentali:
a) una migliore identificazione, separazione alla fonte e raccolta dei rifiuti;
b) una migliore logistica dei rifiuti;
c) un miglior trattamento dei rifiuti, che spinga il più possibile sul riutilizzo;
d) una gestione più consapevole e completa dei controlli, delle prove e delle certificazioni connesse, sia di quelle cogenti, come la marcatura CE, che di quelle volontarie.
La gestione della qualità e delle certificazioni connesse, è da intendersi riferita sia alle certificazioni cogenti, come la marcatura CE, ad esempio degli aggregati riciclati, che di quelle volontarie, come ad esempio le convalide del contenuto di riciclato secondo la norma ISO 14021; la convalida del contenuto di riciclato è uno strumento semplice per dimostrare il soddisfacimento dei requisiti espressi nel D.M. 10 ottobre 2017 sui Criteri Ambientali Minimi richiamati.
Trend evolutivi: le novità
Ampliamento della gamma dei materiali
La fase di smantellamento è più complessa rispetto al passato. Una volta effettuato il distacco degli elementi prima della demolizione, per consentirne il riutilizzo, e la cernita dopo la demolizione, vengono fuori una gamma sempre più ampia di materiali, come ad esempio vetro, marmo, legni pregiati come il noce e la quercia, sanitari tradizionali, caldaie per il riscaldamento centrale, scaldabagni, radiatori, infissi, lampade e telai per lampade, strutture in acciaio e materiali di rivestimento. Tra i materiali che vengono fuori, poi, non possiamo trascurare che spesso sono presenti gesso, schiuma isolante, cemento, lana minerale e lana di vetro, da avviare al riutilizzo o al riciclaggio. Le attività da eseguire hanno una duplice funzione: da una parte contribuiscono anche alla depurazione del flusso principale, cioè dei rifiuti inerti destinati alla produzione di aggregati riciclati, dall'altra consentono il successivo riutilizzo e riciclaggio dei materiali stessi. Ad esempio, la presenza di gesso può compromettere la qualità del materiale C&D riciclato, determinando un tenore di solfati superiore ai valori ammissibili da norma.
Operazioni in sito
Occorre incentivare al massimo le operazioni in loco in quanto possono essere vantaggiose in termini di costi e ridurre le esigenze di trasporto e quindi l'impatto globale di CO2. Tuttavia, le decisioni su tale preparazione in loco per il riutilizzo e il riciclaggio vanno assunte caso per caso, a seconda delle caratteristiche del cantiere, delle dimensioni del cantiere e della prossimità del cantiere stesso ad aree verdi, a popolazione residente e a imprese. Tali decisioni devono tener conto di fattori e rischi economici, ambientali, sociali e per la salute.
Coordinamento delle operazioni in sito
La delicatezza e la criticità di queste operazioni in loco richiedono che tali attività avvengano sotto la direzione e il coordinamento di un tecnico di adeguate competenze ambientali in merito all'inquinamento potenzialmente presente nei diversi materiali dell'edificio, competenze tecnologiche in merito ai cicli di separazione e ai processi di recupero e reimpiego.
E' fondamentale una attenta segregazione dei materiali in fase di demolizione. Una eventuale demolizione "all inclusive" deteriorerebbe la qualità di tutto il materiale ottenuto dalla demolizione, contaminando irrimediabilmente parti "nobili" che invece possono essere impiegate in gran quantità e con notevole profitto se non vengono contaminate da rifiuti pericolosi, come ad esempio da parti di amianto o da schiume isolanti, che possono contenere CFC che, senza opportuno trattamento, possono confluire in atmosfera, ...
Incentivi alla competenza del professionista
Il legislatore italiano ha previsto incentivi per l'assegnazione degli incarichi di progettazione e direzione lavori a quei professionisti in possesso di adeguata certificazione in base al par. 2.6.1 del D.M. 10 ottobre 2017.
Il paragrafo 2.6.1 inerente i Criteri di aggiudicazione (criteri premianti) prevede un punteggio premiante assegnato alla proposta progettuale redatta da: un professionista, esperto sugli aspetti energetici ed ambientali degli edifici, certificato da un organismo di valutazione della conformità in base alla capacità tecnica del progettista.
ABICert ha sviluppato uno specifico schema di certificazione a riguardo, proprio per rispondere ai dettami del D.M. sui Criteri Ambientali Minimi.
La situazione generale
Per lo sviluppo della filiera dei materiali provenienti da costruzione e demolizione è fondamentale favorire:
• l'incremento della domanda di materiali riciclati C&D;
• la incentivazione di attività imprenditoriali che si occupano della gestione dei rifiuti e di organizzazioni che operano a livello infrastrutturale in connessione con tale contesto;
• una più radicale interdipendenza ed efficienza del valore dei rifiuti lungo tutta la filiera;
• un monitoraggio continuo dei risultati progressivamente raggiunti verso i traguardi definiti in merito ai rifiuti C&D;
• la raccolta di analisi statistiche attendibili sui rifiuti C&D in tutta l'UE, favorendo l'uso di denominazioni comuni nei diversi territori;
• la riduzione degli impatti ambientali e il contributo all'uso efficiente delle risorse.
I portatori di interessi (stakeholders) sono:
• i committenti di opere da costruzione,
• i progettisti e direttori dei lavori delle opere da costruzione,
• gli operatori del settore delle costruzioni, come ad esempio,
prime fra tutte, le imprese che si occupano di manutenzioni e ristrutturazioni edili,
• le imprese che si occupano di manutenzioni civili in genere,
• le imprese di demolizione,
• i trasportatori di rifiuti,
• gli impianti di trattamento dei rifiuti, sia quelli finalizzati al riutilizzo che alla messa in riserva,
• i fabbricanti di prodotti da costruzione,
• le autorità pubbliche comunali, provinciali, regionali, nazionali e comunitarie,
• gli enti di certificazione della qualità di edifici e infrastrutture, materiali, imprese di costruzione, progettisti e direttori dei lavori, figure professionali specializzate,
• gli acquirenti di materiali riciclati C&D.
E' fondamentale la consapevolezza nella gestione dei rifiuti da costruzione, ristrutturazione e demolizione. L'importanza di tale consapevolezza riguarda innanzitutto la fase di progettazione, i lavori di demolizione delle opere preesistenti.
Vanno insomma coinvolti tutti gli anelli della catena di gestione dei rifiuti C&D.
La rintracciabilità dei processi connessi a tutte le fasi del processo di gestione dei rifiuti C&D è un aspetto fondamentale, sia per la sostanziale salubrità dei prodotti ottenuti, che per la connessa credibilità del prodotto stesso. La trasparenza del processo contribuirà ad accrescere la fiducia nei confronti dei prodotti riciclati.
Gli sforzi compiuti per migliorare la qualità e accrescere la fiducia sono proficui solamente se realizzati lungo tutta la catena della gestione dei rifiuti. Al fine di assicurare un livello minimo di qualità lungo l'intero processo di gestione dei rifiuti, le attività di verifica e la certificazione sono strumenti importanti per aumentare la qualità e ispirare maggiore fiducia nei materiali riciclati C&D. Occorre focalizzarsi sia sui processi di trattamento e lavorazione dei materiali provenienti da demolizione che sui prodotti così ottenuti.
Occorre calare i processi connessi alla filiera nel quadro normativo richiamato dal Regolamento dei Prodotti da Costruzione CPR (UE) n. 305/2011. Un elenco delle principali norme armonizzate di prodotto assunte alla base per la marcatura CE dei prodotti da costruzione è disponibile sul sito www.abicert.it.
In tal senso si è mosso con saggezza il legislatore italiano che ha pubblicato il Decreto Legislativo 106/2017 inerente la attribuzione di responsabilità e penali in merito ai prodotti da costruzione.
Il decreto ha introdotto sanzioni in merito alla violazione degli obblighi di dichiarazione di prestazione e marcatura CE sia a carico dei fabbricanti, che delle imprese, dei progettisti e direttori dei lavori, e perfino dei rivenditori.
Per garantire la credibilità dei processi di trattamento e lavorazione connessi ai prodotti da C & D è fondamentale avvalersi sia degli strumenti cogenti, come la marcatura CE richiesta obbligatoriamente per i prodotti, con certificato emesso da un ente di certificazione notificato presso la Commissione Europea, che di strumenti volontari premianti richiamati da specifica legislazione, come ad esempio la convalida da parte di un ente di certificazione della asserzione ambientale redatta dal produttore secondo la norma ISO 14021 (ad esempio, per un calcestruzzo, la convalida della asserzione ambientale inerente il contenuto di riciclato) (Decreto D.M. 11 ottobre 2017 -CAM).
Ricordiamo che il D.M. 10 ottobre 2017 prevede l'aggiudicazione a quell'impresa che prometta di impiegare materiali provvisti di convalida dell'asserzione ambientale, ad esempio in merito al contenuto di riciclato.
Il sistema di aggiudicazione con l'offerta economicamente più vantaggiosa con i Criteri Ambientali Minimi è un sistema quanto mai efficace per debellare il pericolo di crollo dei prezzi connesso al massimo ribasso che era tragicamente diffuso negli appalti. Il sistema dei CAM consente alle imprese una equa remunerazione quando impiegano i prodotti contenenti una percentuale di riciclato.
Le circostanze locali, tra cui le dimensioni dell'opera e l'ubicazione dell'opera stessa, compresa la configurazione delle zone adiacenti l'opera, influenzano notevolmente il potenziale di gestione dei rifiuti C&D. Diventa fondamentale analizzare le diverse configurazioni. Vanno prese in considerazione soprattutto le questioni di prossimità e le diverse interazioni tra contesti urbani e rurali: il riciclaggio dei rifiuti C&D, infatti, è più fattibile in zone con una maggiore densità di popolazione. Anche la diversità geografica (zona montuosa o pianeggiante) e i tipi di costruzione sono aspetti che condizionano la scelta progettuale del recupero. Il recupero è cioè un criterio rilevante della progettazione, che deve essere tenuto presente in fase di progettazione dell'opera, così come normalmente avverrebbe per l'approvvigionamento dei materiali e la scelta dei trasporti adeguati (proviamo a pensare alla realizzazione di un edificio in calcestruzzo in alta montagna in un luogo inaccessibile alle autobetoniere o ai mezzi pesanti).
Le norme ambientali vanno prese a riferimento contestualmente a quelle inerenti la salute e la sicurezza. Non ha senso promuovere il riciclaggio o il riutilizzo di rifiuti C&D se ciò va a scapito dell'ambiente circostante, della salute o della sicurezza. Non è sostenibile l'impiego di materiali riciclati quando sono ubicati ad una elevata distanza dal luogo di impiego, mentre sono invece disponibili materiali in prossimità del luogo di impiego (celebre il caso di una grande opera di rilievo internazionale in cui sono stati impiegati aggregati riciclati provenienti da diverse centinaia di chilometri di distanza: tutti i benefici ambientali provenienti dal riutilizzo degli aggregati sono stati vanificati dal trasporto a distanze spropositate). La bravura del progettista e direttore dei lavori sta nel contemperare le caratteristiche ambientali dei prodotti da mettere in opera e le caratteristiche dei processi realizzativi secondo i diversi criteri ambientali, attribuendo a ciascun criterio il peso più adeguato in relazione allo specifico contesto. Il decreto sui CAM stabilisce la certificazione ambientale ISO 14001 come obbligatoria per le imprese e come elemento premiante per gli studi di ingegneria e architettura. Analogamente i requisiti contenuti nella norma ISO 45001 per la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro e altre norme già presenti nel settore, sono da rispettarsi nell'ambito più generale di una sostenibilità che non è solo ambientale, ma globale.
Per lo sviluppo coerente della filiera vanno sicuramente migliorate la ricerca di dati e la aggregazione degli stessi con l'elaborazione di statistiche, fondamentali per la diffusione, la contaminazione di best practices. Ciò aprirà alla rintracciabilità dei rifiuti da C&D.
In base alla gerarchia dei rifiuti, è sicuramente da preferirsi il riutilizzo, rispetto al recupero o alla messa in riserva in discarica.
L'articolo 179 del D.Lgs 152/2006 riporta la gerarchia delle priorità nella gestione dei rifiuti sancita dalla direttiva 2008/98/CE:
• prevenzione,
• preparazione per il riutilizzo,
• riciclaggio,
• recupero, come ad esempio recupero di energia,
• smaltimento.
La gerarchia delle priorità è impostata in funzione della migliore opzione ambientale, prediligendo quelle azioni che minimizzano la quantità di materia destinata allo smaltimento.
Ricordiamo le definizioni fondamentali nella scheda a fianco.