La bioraffineria urbana

CAP Evolution, società di Gruppo Cap che opera nei settori Waste, Wastewater ed Energy, si occupa della gestione dei 40 impianti di depurazione del Gruppo, vere e proprie bioraffinerie, che in molti casi oltre a occuparsi del trattamento delle acque reflue possono essere utilizzati per la valorizzazione degli scarti

CAP Evolution è il nome della nuova realtà, nata dall'esperienza ormai centenaria di Gruppo CAP, che si occupa del trattamento dei reflui fognari, della valorizzazione dei rifiuti e della produzione di energia green.

Oggi è fondamentale gestire le risorse in modo circolare e virtuoso, prestando grande attenzione all'impatto che ogni attività ha sul territorio e sulla società.
Operare nel settore idrico significa lavorare collaborando anche con altri ambiti, come quello degli scarti dell'industria alimentare.

Gruppo CAP da tempo ha iniziato a differenziare sempre più la sua attività, cominciando a produrre biometano sfruttando la grande capacità energetica dei fanghi di depurazione, considerandoli quindi materia prima e non più scarto. Oggi, CAP Evolution, intende dare nuova vita a scarti e rifiuti per ottenere materie prime seconde, biogas, biometano ed elettricità.

La nuova società di Gruppo CAP gestisce i 40 impianti di depurazione del Gruppo, vere e proprie bioraffinerie che, oltre ad occuparsi del trattamento delle acque reflue, in molti casi possono essere utilizzati per la valorizzazione degli scarti. Dai fanghi in particolare, si possono ottenere anche materiali come: fertilizzanti, bioplastiche, cellulosa, minerali e biometano. Inoltre, in tre poli impiantistici, a Canegrate, Robecco sul Naviglio e San Giuliano Ovest, sono stati avviati processi dedicati alla gestione e il recupero dei rifiuti alimentari liquidi, con un ambizioso piano che prevede di passare dalle attuali circa 30mila tonnellate a 200mila tonnellate autorizzate nel 2028 e l'avviamento al trattamento dei rifiuti liquidi presso l'impianto di Rozzano di oltre 107.000 tonnellate.

L'impianto di Robecco sul Naviglio è autorizzato a ricevere gli scarti provenienti dalle fosse settiche, il materiale della pulizia di fognature e caditoie stradali, i fanghi liquidi e i rifiuti da dissabbiamento provenienti da altri impianti. Questi ultimi, dopo una prima classificazione, subiscono un processo di lavaggio e disinfezione per poi essere recuperati. Oltre al recupero delle sabbie come materiale End of Waste, è attiva una linea per il trattamento di rifiuti liquidi biodegradabili e per il recupero energetico tramite 2 microturbine. L'impianto di San Giuliano Ovest si occupa invece del trattamento di rifiuti liquidi biodegradabili per autoconsumo tramite valorizzazione in digestione anaerobica e successivo recupero energetico in caldaie e di smaltimento mediante trattamento biologico. Anche Canegrate tratta i rifiuti liquidi, tramite valorizzazione in digestione anaerobica e recupero energetico in caldaie. L'impianto è costituito da un impianto biologico a fanghi attivi su tre linee parallele, con ossidazione, nitrificazione e digestione anaerobica dei fanghi. Presso il depuratore sono anche pretrattati i rifiuti mediante triturazione per separare la frazione liquida dall'imballaggio, essendo attivi due trituratori, uno per la plastica e Tetrapak e uno per vetro e alluminio.

Ogni anno, negli impianti gestiti da CAP Evolution vengono trattati 350 milioni di metri cubi di acque reflue, di cui più di un terzo (34%) viene riutilizzato, e oltre 80mila tonnellate all'anno di fanghi di depurazione, dei quali circa 40mila vengono reimpiegati in agricoltura, altri 14mila come fertilizzanti e 30mila vengono termovalorizzati per produrre energia. L'obiettivo è quello di arrivare a termovalorizzare fino a 65mila tonnellate, e trasformarne 20mila in fertilizzanti.

Da depuratore a bioraffineria: il caso di Rozzano
In quest'ottica di continuo miglioramento e potenziamento degli impianti esistenti, CAP Evolution ha investito 3,6 milioni di euro per realizzare una nuova sezione dell'impianto di depurazione di Rozzano, capace di trattare oltre 100mila tonnellate all'anno di rifiuti liquidi non pericolosi, da trasformare in energia, in ottica di efficientamento, autoconsumo e autosufficienza energetica. CAP Evolution ha infatti ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dal Ministero per la Transizione Ecologica, che consentirà di trattare fino a 107mila tonnellate all'anno di rifiuti speciali liquidi non pericolosi. Oggi l'impianto di depurazione di Rozzano è destinato esclusivamente alla depurazione delle acque reflue, con due linee acque che consentono di trattare mediamente 26mila metri cubi di acqua al giorno, e una linea fanghi, che consente di sfruttare i residui della depurazione per la produzione di energia tramite i biodigestori anaerobici. Il progetto di CAP Evolution prevede la realizzazione di una nuova sezione, dedicata nello specifico al trattamento di 104.000 tonnellate all'anno di rifiuti liquidi, che saranno trattati sempre attraverso i biodigestori già esistenti, e un'altra sezione per il trattamento di 3000 tonnellate l'anno di rifiuti alimentari confezionati. Il potenziamento dell'impianto consentirà di incrementare sensibilmente la produzione di biogas, che sarà destinato a sostenere i consumi dell'impianto, in ottica di economia circolare e a contenere i consumi energetici.

CAP Evolution promuove la creazione delle comunità energetiche
CAP Evolution gestisce anche gli impianti fotovoltaici che forniscono agli asset di Gruppo CAP energia da fonti rinnovabili. Grazie alla produzione derivante da fotovoltaico (ma anche agrivoltaico) e a una maggiore integrazione con Neutalia, l’impianto di termovalorizzazione di Busto Arsizio partecipato da CAP, CAP Evolution prevede di arrivare a sostenere il 50% dei consumi del Gruppo entro il 2030. L’energia prodotta potrà essere condivisa anche con le comunità locali, garantendo al territorio sicurezza e sostenibilità energetica. In questo senso, CAP Evolution promuove la creazione delle CER, le comunità energetiche rinnovabili, uno degli elementi centrali del green deal della Regione Lombardia. Oggi sono già 13 i Comuni coinvolti per la realizzazione delle Comunità Energetiche nell’area metropolitana, che produrranno oltre 9 milioni di kWh annui. La prospettiva è quella di supportare 36 comuni in totale. È previsto anche un investimento di ben 50 milioni di euro per lo sviluppo di impianti fotovoltaici e agrivoltaici che consentano di arrivare a produrre 70 GWh di energia.

 


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