Il sistema dei controlli qualitativi sui rifiuti plastici in Italia
Negli anni spesso mi sono sentito chiedere: "Ma io faccio una buona raccolta differenziata?", o "I giocattoli dove vanno?" oppure ancora: "Perché devo separare la plastica dal resto?", "è vero che poi mischiano e bruciano tutto?".Al netto del grande argomento da bar, sull'utilità e sul funzionamento della raccolta differenziata, del quale potremmo dilungarci per ore, la filiera del recupero degli imballaggi plastici in Italia è sottoposta ad un articolato sistema di controlli qualitativi consolidatisi negli ultimi 10-12 anni, e ancora in evoluzione.
Il processo di gestione della plastica da imballaggio prevede quattro passaggi successivi:
1- Raccolta gestita direttamente dagli enti amministrativi territoriali e talora delegata a privati.
2 - Conferimento presso un centro di selezione (di seguito CSS) autorizzato da COREPLA Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica).
3 - Selezione del rifiuto plastico da parte del CSS.
4 - Avvio a riciclo dei prodotti e smaltimento dei sottoprodotti o scarti.
Anche se le analisi coinvolgono altri soggetti come i riciclatori e i recuperatori, e posso derubricarsi a livello di indagine chimica, ci soffermeremo in questa trattazione, su quelle condotte presso i CSS.
Il CSS è un impianto industriale concepito per la separazione fisica delle componenti, il materiale ivi conferito, attraverso l'impiego di macchinari specificamente progettati e l'opera di addetti specializzati.Il controllo qualitativo presso i CSS viene affidato da COREPLA (anche se da poco sono entrati altri soggetti coinvolti nella gestione del recupero degli imballaggi plastici, ovvero CORIPET e CONIP) ad un serie di aziende specializzate e certificate, attraverso bandi pubblici.
Il sistema di controllo si fonda su analisi merceologiche ovvero cernita manuale degli elementi che compongono sia il materiale appena conferito all'impianto, sia quello selezionato dal CSS.
Le analisi sul materiale conferito vengono dette IN INGRESSO e quelle sul materiale selezionato, IN USCITA. Entrambe le tipologie di analisi prevedono campionamenti di aliquote di materiale da sottoporre a cernita.
Ora, avete presente i compattatori della nettezza urbana che passano a svuotare le campane o i cassonetti lungo le vie dei centri urbani o raccolgono i sacchi lasciati dai cittadini? Poi svuotano tutto nel primo fosso che trovano in campagna... e invece no.
Quei mezzi conferiscono direttamente il materiale presso un CSS oppure presso una piattaforma di pre-trattamento autorizzata o Centro Comprensoriale (di seguito CC): nel primo caso il materiale in arrivo al CSS sarà SFUSO, nel secondo invece giungerà sotto forma di balle di forma cubica tenute insieme da filo di ferro. Il CC ha infatti non solo il compito di effettuare una "pulizia" del materiale dalle frazioni estranee eventualmente presenti, ma anche di ridurlo volumetricamente attraverso un'operazione di pressatura per facilitarne la movimentazione e il trasporto al CSS per la selezione successiva.
Il materiale conferito al CSS nelle due modalità appena descritte viene campionato dagli ispettori delle società di controllo che si sono aggiudicate l'appalto, che risiedono stabilmente presso gli impianti di selezione e svolgono una serie di attività che vanno dal presidio del sito produttivo come parte terza alle analisi merceologiche di cui stiamo trattando. Tutti i CSS italiani accolgono un presidio di ispettori incaricati dei controlli citati e mettono a disposizione uno spazio dedicato alle analisi merceologiche (di seguito area analisi) da loro eseguite.
Il campione SFUSO viene raccolto in una cassa metallica, sigillato con apposita dotazione e opportunamente accantonato sino al momento delle analisi.
Il campione PRESSATO (composto da 10 balle) viene anch'esso sigillato e disposto in un'area adibita sino al momento dell'analisi.
Che si tratti dell'una o dell'altra tipologia, al momento della cernita, viene enucleata una parte del campione ricorrendo ad un mezzo di movimentazione di materiale dotato di benna a polipo per renderlo omogeneo.
Il campione così ridotto viene collocato su tavolo elevabile a pantografo e cernito dagli analisti incaricati che andranno a separare le varie frazioni che lo compongono ovvero:
- CPL acronimo per Contenitori Per Liquidi, ovvero bottiglie e flaconi.
- Imballaggi vari: un misto di imballaggi rigidi (vaschette, barattoli, vasetti) e flessibili (shoppers, sacchi di raccolta, film termoretraibile delle confezioni di bottiglie).
- Traccianti: ovvero imballaggi rigidi e flessibili di grandi dimensioni.
- Cassette.
- Frazione estranea: ovvero tutto ciò che non rientra nelle categorie appena citate.
- Frazione fine: passante un vaglio con maglie di 2 cm.
Se la tipologia di raccolta all'origine prevede anche l'inclusione di metallo o Tetra Pak (raccolta multimateriale) come previsto in molti Comuni italiani, oltre alle frazioni sopra elencate vengono divisi anche acciaio, alluminio e appunto Tetra Pak.
A fine analisi le frazioni vengono pesate e compilato un report attraverso il supporto di un tablet su cui è stato caricato un applicativo apposito: le percentuali relative indicheranno lo standard qualitativo del materiale analizzato andando anche soprattutto a definire il corrispettivo economico spettante il soggetto che ha conferito il materiale al CSS.
Parallelamente alle analisi in ingresso appena descritte, viene portato avanti il piano analisi mensile sui prodotti e sottoprodotti del CSS ovvero le analisi in uscita. Il materiale selezionato dal CSS si presenta sottoforma di balle frutto di pressatura e legatura, composte essenzialmente da bottiglie e flaconi distinti a seconda dei polimeri in PET (incolore, azzurrato e colorato), PE, PP, FILM e scarti. Ogni balla viene pesata ed etichettata con indicazione di peso, data e turno di produzione.
Gli ispettori incaricati hanno la facoltà di campionare a loro discrezione, ed in qualsiasi momento, le balle presenti negli stoccaggi del CSS e sottoporle alle analisi qualitative.
La balla campionata viene condotta presso l'area analisi grazie al supporto degli addetti alla movimentazione del materiale in magazzino che operano con carrelli elevatori, e una volta là, liberata dai fili metallici con le stesse modalità descritte per le analisi in ingresso.
Un'aliquota di materiale così disgregato, viene condotta sul tavolo e cernita nelle diverse frazioni prestabilite dalla reportistica in base alla tipologia di prodotto. Anche in questo caso le frazioni cernite vengono pesate ed inserite in un report di verifica. L'esito analitico definisce la conformità o meno del prodotto e quindi la bontà ai fini del riciclaggio, oltre ad essere previste delle soglie di tolleranza oltre le quali il CSS è sottoposto alla corresponsione economica di penali.
Anche il materiale spedito a riciclaggio può essere sottoposto a controllo da parte del cliente finale: per questo motivo vengono avviate campagne di analisi a destino presso i riciclatori, il sistema prevede inoltre analisi di contestazione, proprio allo scopo di mantenere sempre alta la soglia di attenzione e incrociare un numero maggiore di dati oltre che fornire uno strumento di tutela al cliente ultimo.
Si tenga sempre in conto che i prodotti derivati da selezione del rifiuto plastico sono peculiari rispetto ad altri prodotti di filiera industriale, dal momento che la "materia prima" stessa con cui ci si trova ad operare presenta una straordinaria eterogeneità. Il processo è reso difficoltoso dalla condizione in cui il materiale versa: sporcizia, alterazione superficiale, degrado, deformazione ne condizionano lo stato fisico. Altro fattore condizionante la resa produttiva riguarda lo standard tecnologico raggiunto da ciascun CSS. Esistono requisiti standard previsti dall'iter di accreditamento del sito produttivo, ma, di fatto, ogni impianto rappresenta in qualche misura un prototipo, un progetto a sé stante, e quindi esprime una propria performance.
Tutto ciò delinea per l'Italia un livello qualitativo del materiale, derivato da selezione del rifiuto plastico, piuttosto elevato rispetto ad altri Paesi europei, tanto che il materiale selezionato nel Bel Paese viene venduto con grande successo in tutt'Europa, ove gli standard di controllo sono diversi e meno cogenti rispetto a quelli attualmente in vigore nella nostra penisola.