Nella lavorazione dei materiali ceramici si producono scarti che, se introdotti senza trattamento nell'ambiente, possono causare un inquinamento anche di grandi dimensioni. In effetti, il problema degli scarti prodotti durante la lavorazione è molto sentito nel settore, per cui è d'obbligo intervenire, sapendo che il loro corretto smaltimento è d'obbligo. D'altra parte, vale la pena di fare un confronto fra lo smaltimento normale nelle discariche per rifiuti non pericolosi e il tentativo di un recupero il più possibile abbondante. Un lato della medaglia dice che il conferimento a discarica è molto oneroso sia per la questione della movimentazione cui devono essere soggetti gli scarti (raccolta, carico, trasporto, sistemazione in discarica, copertura e perdita della disponibilità del terreno per parecchi anni) sia per l'impatto con l'ambiente che ne risulta. L'altro lato, al contrario, prevede un recupero e un riciclo in un sistema produttivo nel quale il materiale ottenuto può essere proficuamente trasformato in materia prima secondaria, con notevole vantaggio economico.
Invero, a seguito della serie d'interventi che sugli stessi sono compiuti, al fine di migliorarne l'aspetto, si ha la formazione di grandi quantità di fanghi di finitura, costituiti da particelle solide molto fini, che all'inizio si trovano in sospensione nei reflui di processo, unitamente ad additivi aventi la funzione di coagulanti e di flocculanti, che si adoperano per attuare la separazione tra solido e liquido.
Facendo riferimento specifico al gres porcellanato, il materiale fine è costituito dalla polvere, che è asportata per erosione dalle piastrelle, e da ciò che consegue all'uso di prodotti per realizzarla, in sostanza composta di cemento a base di magnesio (si tratta di composti solubili di calcio, di magnesio e di carburo di silicio). A questo materiale bisogna aggiungere quello polverulento derivante dalle operazioni di taglio delle piastrelle, dalla smussatura, dalla squadratura, dalla satinatura, dalla lucidatura, dalla lappatura, ecc. I fanghi, data la loro natura, non sono rifiuti pericolosi, per cui possono essere conferiti a una normale discarica. Tutto sommato, però, questa non è la soluzione ideale, nel senso che, se si smaltiscono i fanghi in tal modo, si contribuisce a togliere diponibilità di spazio ad altri rifiuti, che non possono essere trattati altrimenti; nel contempo, si affossano per sempre materiali che, al contrario, possono essere facilmente recuperati ed altrettanto proficuamente utilizzati con un notevole ritorno economico. In effetti, si tratta di polvere di gres porcellanato, vale a dire che non è un materiale qualsiasi ma prezioso. Questa polvere, quindi, come del resto gli scarti di pietre naturali (graniti, marmi, porfidi, ecc.), ai quali essa può essere equiparata, rappresenta una ricchezza fino a qualche tempo sconosciuta e, di conseguenza, ignorata, che ora è sempre più riconosciuta e apprezzata. Per tutto questo, gli scarti della lavorazione della ceramica e delle pietre ornamentali rappresentano una valida materia prima secondaria, di tutto interesse.
Insomma, è più conveniente recuperare gli scarti ceramici che conferirli a discarica, attraverso una tecnologia che dà una mano sia dal punto di vista ecologico sia da quello ambientale.
Gli scarti ceramici si possono distinguere in tre tipi: scarto ceramico cotto pressato, cotto ed estruso, crudo pressato.
Naturalmente, i passi in avanti vanno fatti piano piano, uno alla volta. Fino ad oggi, tali scarti hanno incontrato difficolta nella loro riutilizzazione e ciò è continuato sino a quando è stato possibile individuare una metodologia basata su un processo di sinterizzazione, che tende a sfruttare le caratteristiche di cui sono dotate le polveri abrasive, che sono abbondantemente presenti nei rifiuti, approfittando della loro capacità di fungere da agenti espandenti alle elevate temperature.
Con tale processo è stato possibile produrre materiale, pur sempre di natura ceramica, del tutto nuovi, dotati delle caratteristiche necessarie per il loro impiego in realizzazioni edilizie e industriali.