“SAL” (Stato di Avanzamento Lavori) dei CAM edilizia e CAM strade

l'Italia, primo Paese UE, a rendere obbligatoria l'adozione del GPP (Green Public Procurement)


L'Italia, con l'emanazione della L. 221 del 28 Dicembre 2015 "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali", il "Codice dei Contratti Pubblici" D.Lvo n. 50 del 18 Aprile 2016 e il suo successivo decreto correttivo D.Lvo n. 57 del 19 Aprile 2017 "Disposizioni integrative e correttive al D. Lvo n. 50/2016", è stato il primo Paese della UE a rendere obbligatoria (e non più volontaria) l'adozione del GPP (Green Public Procurement).
Il GPP infatti, definito dalla Commissione Europea come "(...) l'approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i Criteri Ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull'ambiente lungo l'intero ciclo di vita", rappresenta uno strumento molto importante di politica ambientale per favorire lo sviluppo di mercati con prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale, al fine di raggiungere quegli obbiettivi comunitari, indicati dal Piano di Azione UE per l'Economia Circolare COM (2015) 614/2 e dal PAN GPP Nazionale, di un sistema economico che ponga sempre di più al centro una sostenibilità del sistema, in cui i rifiuti e l'uso delle risorse naturali siano ridotti al minimo.
L'ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati riciclati), da tempo è coinvolta, insieme alle altre associazioni di settore, ai tavoli tecnici del Ministero dell'Ambiente per l'individuazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) ai fini dell'adozione del GPP.
Dopo i CAM Edilizia (DM 24/12/2015) si è in attesa dell'emanazione, da parte del Ministero dell'Ambiente, dei CAM Strade; un decreto strategico non solo per l'intero settore del riciclaggio dei rifiuti inerti,che vedrebbe favorita la possibilità di impiegare ingenti quantitativi di materiali riciclati per la costruzione delle infrastrutture di trasporto, ma anche per i progettisti, direttori lavori ed esecutori delle opere di nuova costruzione e/o manutenzione, per perseguire i propositi della Economia Circolare.
Decreto che, per la vastità degli argomenti trattati, è molto articolato e complesso, ma che il Ministero dell'Ambiente sta portando alla sua definizione; l'infrastruttura viaria, infatti, è per sua natura un'opera che impatta in innumerevoli modi sull'ambiente in cui si inserisce (basti pensare al consumo di suolo, di materiale, ma anche al rumore, l'inquinamento luminoso, agli ecosistemi naturali, alla flora, alla fauna, alla gestione dei rifiuti generati dalla manutenzione, ecc.).
Nel maggio di quest'anno, in occasione della decima edizione della Manifestazione "Fare i Conti con l'Ambiente", ANPAR ha promosso due giorni di incontri, tavoli tecnici e seminari volti a sensibilizzare gli addetti ai lavori e i rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni, sull'impiego degli aggregati riciclati anche in ambito stradale. Seminari a cui ha partecipato il Dott. Sergio Saporetti, il funzionario del Ministero dell'Ambiente che, dopo i lavori per l'emanazione dei CAM Edilizia, si sta ora occupando del coordinamento del tavolo di lavoro per i CAM Strade. Attualmente, Il Ministero dell'Ambiente, coinvolgendo anche le associazioni di settore, sta periodicamente convocando numerosi tavoli tecnici per arrivare alla stesura di quello che poi costituirà il Decreto Ministeriale riguardante i CAM Strade.
Tale documento, così come lo sono stati i CAM Edilizia, costituirà un importante cambiamento per tutti i settori e gli operatori coinvolti di cui di seguito si evidenziano alcuni principali caratteristiche.
Al fine di promuovere e dare maggior rilievo alle caratteristiche qualitative ed ambientali delle opere, diventerà obbligatoria da parte delle stazioni appaltanti, per la determinazione di una offerta "economicamente più vantaggiosa", l'applicazione dei CAM; i quali dovranno essere inseriti nei bandi di gara, rendendo di fatto residuale il ricorso all'aggiudicazione secondo l'offerta più bassa.
Verrà istituita quindi, una nuova modalità di aggiudicazione che terrà conto non solo del fattore economico, ma anche di una comparazione costo/prestazioni che riguarderà l'intero ciclo di vita del manufatto oggetto dell'appalto, la quale avrà una rilevanza maggiore rispetto al semplice parametro economico dell'offerta minore.
In linea con i Toolkit Europei, i CAM strade individueranno i Criteri ambientali "di base" in osservanza ai quali, progettazione, realizzazione e manutenzione delle strade oggetto dell'appalto, si potrà classificare come sostenibile e quindi come "Appalto Verde".
Oltre alla valutazione del ciclo di vita dei principali componenti stradali (LCA - Life Cycle Assessment), inerente gli impatti ambientali, gli altri criteri di base riguarderanno:
• l'impronta di carbonio (CF - Carbon Footprint) cioè la valutazione del potenziale di riscaldamento globale del ciclo di vita dei materiali costituenti i principali componenti stradali;
• il contenuto riciclato / riutilizzato, cioè il contenuto di materiale riciclato o riutilizzato (in % di volume) costituente i principali componenti stradali;
• la riduzione delle emissioni di CO2, cioè una stima delle emissioni legate al trasporto dei materiali pesanti espressa in CO2/tonnellata.
Questo implica che, la realizzazione di una nuova strada, oltre ad ottenere il soddisfacimento delle esigenze di mobilità per gli utenti a cui si riferisce, oltre a garantire determinati livelli di prestazione e di sicurezza, dovrà altresì rispettare determinati requisiti di sostenibilità ambientale lungo l'intero ciclo di vita.
L'impiego dei CAM coinvolgerà soprattutto i progettisti delle opere infrastrutturali, che dovranno essere in grado di sostenere una progettazione che definisca (e risponda) ai principali criteri minimi di sostenibilità definiti dai CAM.
Quindi, non solo le Stazioni Appaltanti si dovranno affidare a tecnici competenti ed esperti nella formulazione di un bando gara di progettazione che soddisfi i CAM, ma anche i candidati all'affidamento dei servizi di progettazione dovranno essere in grado di dimostrare di possedere determinati requisiti di capacità tecnica necessari a progettare le opere richieste in applicazione dei CAM; passaggio questo piuttosto delicato che vede già al lavoro rappresentanze di vari ordini professionali.
I CAM individueranno quindi, le specifiche tecniche minime che un determinato intervento dovrà rispettare.
Ad esempio, un determinato progetto, dovrà tenere conto, nella stesura e nella sua successiva realizzazione, di corridoi ecologici che consentano alla fauna locale il superamento della strada che si andrà a realizzare, oppure, dovrà prevedere la modalità di passaggio dei sottoservizi (reti di energia elettrica, gas telecomunicazioni e fognature) che dovranno essere incanalati in apposite condutture nel sottosuolo in modo tale che si eviti, ultimati i lavori di realizzazione della infrastruttura, che sia necessario intervenire nuovamente sull'opera con scavi, demolizioni, ricostruzioni, ecc...
Una considerevole rilevanza, sempre nell'ambito dei criteri di base, sarà data dall'utilizzo di materia recuperata o riciclata (in determinate percentuali, in base al volume di materiale che è necessario utilizzare per una determinata opera) la cui fornitura dovrà pervenire in cantiere in conformità alle norme UNI EN di riferimento per la tipologia di materiale impiegato. Tra i criteri di base rientra anche l'eventuale riutilizzo in sito delle terre e rocce da scavo, purché rispettino le condizioni di sottoprodotto imposte dalla normativa vigente (si veda in proposito il recente DPR 120/17).
Oltre ai criteri di base, saranno definiti dei criteri così chiamati "criteri premianti" che, in caso di aggiudicazione di un appalto, attribuiranno dei punteggi aggiuntivi ai progettisti o realizzatori dell'opera, che in sede di gara, abbiano previsto migliorie in termini qualitativi/prestazionali rispetto agli standard minimi previsti dalla stazione appaltante.
Tali migliorie saranno dimostrate dalla presentazione di relazioni metodologiche corredate da dati ed informazioni relative ad esperienze pregresse o da dati scientifici sulla attuabilità della proposta e saranno accompagnati da rapporti di prova emessi da laboratori accreditati operanti in un regime di sorveglianza da parte di un ente terzo.
Inoltre, la fornitura dei diversi materiali dovrà e potrà essere certificata da diverse certificazioni ambientali che ne attestino l'idoneità.
In questo senso, così come già avviene nell'edilizia, l'introduzione dei CAM strade, non solo incrementerà l'uso più consistente dei prodotti riciclati, in particolare di aggregati riciclati provenienti dal recupero dei rifiuti delle attività di costruzione e demolizione e di aggregati artificiali derivanti dal riciclaggio di altri rifiuti inerti non pericolosi provenienti da processi industriali e termici, per i quali il settore delle infrastrutture rappresenta la più naturale applicazione, ma contribuirà a qualificare ulteriormente l'offerta degli stessi.
I produttori di materiali dovranno infatti dimostrare le qualità ambientali dei propri prodotti (ad esempio attraverso la certificazione sul contenuto di materiale riciclato e/o la convalida della Dichiarazione ambientale di prodotto - EPD) oltre alla obbligatoria marcatura CE, investendo nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi materiali che rispondano sempre di più ai requisiti dei CAM.
Alcune imprese associate ad ANPAR, in questi ultimi anni stanno già proponendo sul mercato edile prodotti 100% ecosostenibili (in linea con i CAM Edilizia) derivati dall'utilizzo degli aggregati riciclati provenienti da rifiuti inerti da costruzione & demolizione come ad esempio "Wastile®"una mattonella 100% ecologica da usare come rivestimento prodotta da IPS S.r.l., "Ri-Block®" un laterizio composto da inerti riciclati e leganti ottenuto mediante una pressatura a freddo prodotto da Catalyst S.r.l., "Ecosand®" una sabbia artificiale proveniente da rifiuti misti per impieghi in miscele legate e non legate prodotta da Inerti San Valentino S.r.l., oppure "Ricoeso®", un prodotto innovativo composto da una sabbia dalla granulometria controllata mm 0/4 100% riciclata, distribuita in sacchi da 25 kg da impiegare per malte, massetti, e riempimenti, prodotta dalla Eco Logica 2000 S.r.l..
Attualmente, sebbene si sia ancora in assenza di una specifica norma impositiva come saranno i CAM Strade, i materiali provenienti dalle operazioni di recupero dei rifiuti inerti non pericolosi, vengono impiegati, nel campo infrastrutturale, con ottimi risultati per svariati utilizzi e tra questi i più frequenti sono la costruzione di rilevati e sottofondi stradali, il confezionamento di miscele betonabili a bassa resistenza e misti cementati per la realizzazione di strati drenanti e bonifiche di terreni con scarsa portanza.
In questo contesto di importante rinnovazione, che interesserà tutto il settore delle infrastrutture, è indispensabile che, non solo il Decreto Ministeriale dei CAM Strade veda al più presto la sua pubblicazione, ma altresì che le Stazioni Appaltanti si adeguino tempestivamente per utilizzare tale strumento. Un'ottima opportunità potrebbe essere rappresentata dalle opere di ricostruzione delle infrastrutture e delle abitazioni danneggiate irrimediabilmente dal sisma che ha colpito un anno fa il Centro Italia.
A tale proposito ANPAR ha organizzato, nell'ambito della prossima edizione di Ecomondo 2017 a Rimini, un seminario sulla gestione dei rifiuti da terremoto, perché ritiene che l'impiego di materiali riciclati provenienti dalle macerie del terremoto nella ricostruzione del patrimonio perduto, da parte delle Amministrazioni Locali, potrebbe rappresentare un primo ed importante esempio virtuoso di una politica rivolta verso una sostenibilità ambientale, in linea con i principi europei della Circular Economy a cui i CAM traggono la loro origine ed ispirazione.