A.C.R. Reggiani (Gruppo Herambiente) ha terminato la decostruzione della linea 3 del termovalorizzatore di Coriano (RN). Un intervento di taglia media realizzato però con tecniche chirurgiche, per preservare l'operatività di un impianto pienamente funzionante
Una partita a Shangai
Più che una demolizione, una partita a Shangai! Hanno pensato a questo operai e tecnici A.C.R. Reggiani (Gruppo Herambiente) al termine del recente decommissioning della linea di trattamento rifiuti dismessa del termovalorizzatore di Coriano (RN), inattiva dal 2010, quando l'impianto della controllante Herambiente venne completamente rinnovato grazie a una nuova linea racchiusa da un possente involucro che richiama le rocche malatestiane della zona. Perché, in effetti, l'intervento, non colossale per dimensioni assolute, ha richiesto una perizia davvero chirurgica per intervenire solo su alcune parti della struttura, senza poterne sfiorare minimamente altre. La linea dismessa (denominata 3) aveva infatti elementi strutturali condivisi con l'edificio che ospita la fossa raccolta rifiuti, non oggetto di demolizione. Inoltre, la linea 3 era posta a pochi metri di distanza dalla nuova linea (denominata 4), sempre in operatività durante tutte le fasi del decommissioning.
Dunque, più che di demolizione è opportuno parlare di decostruzione, in ragione delle tecniche e delle attrezzature utilizzate per togliere dal campo solo le strutture effettivamente oggetto di decommissioning e senza alcuna interferenza con l'operatività dell'impianto. Come a Shangai, appunto.
Un doppio beneficio ambientale. Gran parte dei materiali avviati a recupero
Una partita a Shangai in cui vincono tutti però, grazie ad un doppio beneficio ambientale. Da un lato, il recupero di un'ampia area finalmente liberata di un dinosauro industriale. Dall'altro, l'avvio a recupero della quasi totalità dei materiali demoliti (quasi 2.000 tonnellate), in gran parte costituiti da ferro e acciaio, cemento, refrattario e calcestruzzo. Quest'ultimo, addirittura, ha avuto una circolarità a chilometro zero, dal momento che è stato avviato a recupero in un impianto a poche centinaia di metri dal termovalorizzatore.
Un intervento in 3 fasi
L'intervento si è sviluppato su 3 macro-fasi: a) bonifica di tutte le coibentazioni; b) decostruzione vera e propria; c) demolizione del camino.
La bonifica delle coibentazioni
Per affrontare in sicurezza la parte hard del decommissioning è stato necessario rimuovere le coibentazioni in lana di roccia presenti su tutti gli impianti: forno, caldaia, elettrofiltro e tubazioni. Essendo una sostanza pericolosa la rimozione è avvenuta in un'area confinata per evitare dispersioni nell'aria. Come da prescrizioni ARPAE, inoltre, sono stati effettuati monitoraggi ambientali volti a verificare che nessuna sostanza pericolosa potesse essere veicolata all'esterno dell'area di cantiere a tutela di lavoratori e residenti della zona.
La decostruzione della linea
La seconda fase è stata quella della decostruzione vera e propria degli impianti, alloggiati in parte su una struttura portante in calcestruzzo comune con la fossa di raccolta che, appunto, non poteva essere toccata. E ubicati, inoltre, a pochi metri dalla linea 4 in esercizio. È stato dunque innanzitutto necessario operare solo su un lato della linea 3, con una gru da 250 tonnellate dotata di un braccio lungo 50 metri in grado di raggiungere a scavalco qualsiasi punto della linea. Poi sono entrati in scena gli operai-chirurghi. Dal forno alla caldaia, fino alle tubazioni, tutto è stato tagliato in pezzetti asportabili singolarmente con un cannello ossipropanico, strumento che emette un taglio a fuoco generato non con ossigeno e acetilene, bensì con ossigeno e propano, molto meno pericoloso e con pari potere calorifico. Con questa tecnica, a valle di una progettazione dettagliata, è stato possibile sezionare gli impianti in pezzi movimentabili con la gru. Si pensi, esempio, al corpo cilindrico della caldaia, posto a 30 metri d'altezza e pesante 16 tonnellate.
Come ti sbriciolo i 40 metri di camino
L'ultima fase dell'intervento ha affrontato il camino della linea, alto 40 metri. Dopo averne bonificato l'interno con un intervento manuale di precisione, la ciminiera è stata letteralmente sbriciolata con il cosiddetto fly demolition system. Si tratta di un'enorme chela appesa al braccio della gru e radiocomandata da un operatore su piattaforma aerea, che frantuma, metro per metro e con grande precisione, la muratura. Raggiunta la quota di 15 metri, l'intervento di demolizione è stato completato in pochi giorni utilizzando un escavatore cingolato attrezzato con braccio lungo da demolizione. Anche in questo caso sono stati effettuati monitoraggi intorno all'area di demolizione per misurare l'eventuale dispersione di PM10, PM2,5, fibre di amianto e fibre ceramiche refrattarie. Tutti i campioni hanno dimostrato l'assenza di contaminazioni verso l'esterno del cantiere.
A.C.R.: quasi 50 anni di expertise
A.C.R. di Reggiani Albertino S.p.A., fondata nel 1978, è fra i leader italiani in ambito bonifiche industriali, decommissioning, gestione e trattamento rifiuti industriali e realizzazione di opere infrastrutturali. Da marzo 2023, fa parte di Herambiente S.p.A., società del Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane. Il Gruppo Herambiente, con più di 90 di impianti certificati, oltre 2.000 operatori specializzati e una struttura commerciale dedicata, è il principale operatore italiano nel settore del trattamento dei rifiuti e opera sul mercato nazionale e internazionale. A.C.R. si distingue per un patrimonio di competenze tecniche e tecnologiche all'avanguardia che le permette di affrontare sfide ambientali di ogni tipo, forte inoltre di una profonda specializzazione per i settori dell'Oil & Gas e del petrolchimico, acquisita grazie ad una pluriennale esperienza maturata come Global Service Contractor. L'Azienda conta su oltre 600 dipendenti, dispone di 11 sedi operative distribuite in tutta Italia e di 4 impianti che, uniti alla disponibilità di attrezzature e di oltre 500 mezzi di proprietà, sono in grado di dare una risposta tempestiva al trattamento di ogni tipologia di rifiuti (solidi, inerti, liquidi, fangosi) anche pericolosi, tanto che A.C.R. è infatti tra le principali compagnie italiane ad occuparsi di smaltimento/recupero di fanghi di perforazione esausti.
A.C.R. ancora più grande con l'acquisizione del ramo d'azienda Gerotto EAR
L'integrazione nel Gruppo Hera ha gettato le basi per un ulteriore sviluppo di A.C.R., che nella primavera del 2025 ha acquisito dalla Gerotto Federico il ramo d'azienda Gerotto EAR, specializzato nei lavori in luoghi confinati o a rischio interferenze, grazie al know-how specifico degli operatori e all'utilizzo di macchinari non invasivi ad alta tecnologia. Fra questi, ad esempio, gli escavatori a risucchio o i robot, dalla stessa Gerotto Federico prodotti o commercializzati. Le professionalità e i mezzi di Gerotto EAR trovano impiego nei lavori in spazi confinati o ambienti Atex (a rischio esplosione), dove minimizzano la necessità di un impegno umano diretto, con conseguente riduzione dei rischi connessi all'intervento. Fra gli ambiti di intervento di Gerotto EAR vi sono dunque, ad esempio, le aspirazioni di materiali, la pulizia di silos e serbatoi, le bonifiche ambientali, gli scavi non distruttivi in presenza, ad esempio, di sottoservizi o estesi apparati radicali.
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