Il riciclo delle cassette in plastica

CO.N.I.P. Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica è un Consorzio volontario senza scopo di lucro fondato nel 1998 da produttori di casse in plastica, conseguentemente all'entrata in vigore del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n.22 con l'obiettivo di garantire la produzione ecosostenibile degli imballaggi di sua competenza e la loro corretta ed efficace gestione ambientale su tutto il territorio nazionale


CO.N.I.P. è stato il primo in Italia ad applicare il principio di economia circolare attraverso la creazione del closed loop, coinvolgendo tutti gli attori della filiera ad oggi circa 100 (produttori, utilizzatori, raccoglitori, riciclatori). Attraverso questo sistema le casse in plastica, dopo il loro utilizzo, vengono avviate a riciclo, mediante una filiera che gestisce le procedure di raccolta e recupero, per ricavarne materia prima seconda che viene utilizzata per la produzione di nuove casse da reinserire nel circuito consortile. Infatti, tutte le casse CONIP sono riciclate e riciclabili al 100%.

Le casse CO.N.I.P. in plastica riciclata, inoltre, sono certificate per il contatto diretto con l'ortofrutta in quanto il Consorzio è stato il primo sistema autonomo a produrre, ottenuto il positivo parere scientifico da parte di EFSA, plastica riciclata e cassette in plastica riciclata idonee al contatto diretto con ortofrutta, e che, a seguito dell'entrata in vigore del Regolamento UE 2022/1616 relativo ai materiali e oggetti in plastica riciclata a contatto con alimenti, è annoverato tra le tecnologie di riciclo idonee, indicate nell'allegato 1 tabella 1.

Il sistema CO.N.I.P. a circuito chiuso genera ogni anno numerosi benefici ambientali che vengono certificati dal Consorzio attraverso il Life Cycle Assessment (LCA), documento di valutazione dell'impronta ambientale della cassetta in plastica in tutto il suo ciclo di vita.
Ad Ecomondo 2023 CO.N.I.P. presenterà l'ottenimento dell'EPD la Dichiarazione Ambientale di Prodotto che descrive gli impatti ambientali legati al ciclo di vita delle cassette. Questa importante certificazione è uno strumento per comunicare in modo chiaro, trasparente ed oggettivo le prestazioni ambientali delle cassette prodotte con plastica riciclata lungo tutta la filiera.

Nell'anno 2022 CO.N.I.P. ha immesso sul mercato nazionale 78.307 Ton di casse in plastica e ne ha recuperate ed avviate a riciclo 56.982 Ton pari al 72,77%. Il Consorzio, da anni, ha conseguito obiettivi di riciclo performanti e di gran lunga superiori rispetto a quelli previsti dalle vigenti normative europee che vedono per il settore degli imballaggi in plastica un obiettivo di riciclo da raggiungere entro il 31 dicembre 2025 pari al 50% dell'immesso sul mercato e del 55% entro il 31 dicembre 2030. Gli importanti obiettivi raggiunti dimostrano l'efficacia e l'efficienza della rete di raccolta del sistema consortile che si è consolidata negli anni e che rappresenta un indicatore del funzionamento stesso del closed loop implementato dal CO.N.I.P. fin dalla sua costituzione.

Per quanto riguarda l'immesso al consumo delle casse in plastica nel 2022 c'è stato un decremento dovuto principalmente al calo del consumo di ortofrutta (-8% rispetto al 2021) da parte dei cittadini italiani a seguito della crescente inflazione che ha ridotto il potere di acquisto degli stessi e a causa del moltiplicarsi degli eventi metereologici estremi che hanno provocato ingenti danni sui raccolti con una conseguente minor produzione ortofrutticola.  In termini quantitativi il calo di immesso al consumo è stato di circa il 9% rispetto al 2021. Inoltre, il settore dell'immesso al consumo, in questi ultimi anni, ha risentito anche del clima generale di demonizzazione della plastica che ha portato diversi utilizzatori a impiegare imballaggi in altro materiale.

CO.N.I.P., proprio a fronte della crescita esponenziale dell'attenzione mediatica al tema "plastica", considerata come il male che sta uccidendo il pianeta, ha voluto intraprendere una comunicazione chiara, articolata, trasversale e meno semplicistica per spostare il focus sulla gestione dei prodotti in plastica fine vita; non è infatti il materiale in quanto tale che inquina ma la mal gestione del suo fine vita.
La plastica negli anni si è dimostrata essere un materiale difficilmente sostituibile in molti settori, vedi quello alimentare, poiché ha delle ottime capacità di protezione degli alimenti che ne consentono una conservazione più lunga, evitando quindi gli sprechi alimentari, ma anche in quello sanitario per le sue caratteristiche di igienicità.

Per questo il Consorzio cerca di spiegare al meglio e di pubblicizzare in vari modi il modello di economia circolare che ha adottato da ben 25 anni e tutti i benefici ambientali ed economici che ne derivano.
Inoltre, le casse CO.N.I.P. negli anni sono diventate sempre più leggere grazie a una migliore progettazione che ha consentito un minor uso di materia prima seconda. La riduzione del peso delle cassette è stata una delle maggiori misure di prevenzione per contenere l'impatto ambientale degli imballaggi del circuito consortile: il risparmio, infatti, non è solo in termini di materia prima seconda impiegata ma anche di emissioni di CO2 ed energia consumata, sia nelle fasi di produzione che in quelle di logistica.

Grazie al progresso della ricerca tecnologica e alla maggiore attenzione delle aziende produttrici in tema di Ecodesign, la riduzione di peso delle casse CO.N.I.P. negli ultimi 25 anni è stata di circa il 30%; risultato ottenuto senza compromettere la protezione del prodotto, garantita anche per lunghi periodi e la funzionalità delle casse soprattutto nelle operazioni di pallettizzazione e stoccaggio.

Da novembre dello scorso anno è in discussione al Parlamento Europeo la bozza del Regolamento Europeo sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio che modifica il Regolamento (UE) 2019/904 e abroga la Direttiva 94/62/CE. Il voto sul testo è atteso in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo per fine ottobre con possibile arrivo in plenaria per il 20 novembre. CO.N.I.P.  ripone la sua fiducia nel Governo italiano e negli europarlamentari che stanno lavorando a Bruxelles alla modifica del testo recependo tutte le critiche, le osservazioni e le preoccupazioni dell'intero comparto degli imballaggi in plastica.

Questa proposta vuol spostare il focus dal riciclo al riutilizzo degli imballaggi. L'Italia fino ad oggi è stato tra i Paesi più virtuosi in termini di riciclo dei rifiuti di imballaggio raggiungendo risultati eccellenti e anticipando addirittura quelli che sono gli obblighi fissati a livello europeo. Le aziende italiane nel corso di questi ultimi 25 anni si sono adoperate per migliorare le tecnologie di riciclo mediante ingenti investimenti, al fine del raggiungimento degli ambiziosi traguardi verso la transizione ecologica tanto voluta dall'Europa. La stessa Europa che ora cerca di virare sul sistema del riutilizzo come avviene nei paesi del Nord Europa. Sarebbe stato auspicabile che la Commissione Europea avesse scelto come strumento giuridico la Direttiva piuttosto che il Regolamento al fine di consentire agli Stati membri, in sede di recepimento, di tener conto delle rispettive esigenze e peculiarità in quanto il tema dei rifiuti di imballaggio è in realtà particolarmente complesso ed influenzato dagli aspetti socio-economici di ogni paese.

Tra l'altro non vi è alcuna garanzia di poter ottenere con il riutilizzo pari risultati dal punto di vista economico, ambientale e di tutela della sicurezza dei prodotti e della salute. Infatti, la proposta di Regolamento presentata dal Parlamento Europeo è puramente ideologica, non propone alcuno studio LCA che dimostri che il sistema di riutilizzo sia più efficiente da un punto di vista economico, ambientale e di sicurezza alimentare e della salute di quello del riciclo. Infatti, per poter riutilizzare un imballaggio che va a contatto con alimenti occorre ritirarlo dopo ogni utilizzo, lavarlo e sanificarlo con ingenti consumi di acqua, energetici e di CO2.


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