Geocycle è la soluzione per la valorizzazione della frazione tessile dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) non diversamente recuperabile. L'obiettivo è trasformare gli scarti in nuovi prodotti, secondo i dettami dell'economia circolare
Il recupero totale di alcune tipologie di materiali di scarto può essere considerata la mission di Geocycle (Italia) che opera da oltre trent'anni nella gestione sostenibile e responsabile dei rifiuti ed è da sempre all'avanguardia nell'ambito dell'economia circolare con soluzioni particolarmente innovative e pionieristiche.
Come per ogni altro materiale trattato, infatti, anche per i PFU Geocycle interviene a valle del processo di recupero: tutto quello che può essere granulato e che ha un utilizzo ben più nobile viene trattato e recuperato per produrre, ad esempio, pavimentazioni sportive e isolanti acustici, mentre la restante parte non recuperabile viene destinata a recupero energetico.
Dei tre componenti principali di cui è composto lo pneumatico (gomma, acciaio e tessile) la gomma, impiegata come combustibile non convenzionale, ha un potere calorifico che varia tra le 6,800 - 7,800 Kcal/kg assolutamente da valorizzare, così come fa da oltre dieci anni Geocycle (Italia) impiegandolo nel processo produttivo della cementeria Holcim di Ternate.
Anche l'acciaio ha il suo percorso di recupero mentre il tessile, l'elemento che consente di realizzare carcasse robuste e leggere per gli pneumatici, non ha avuto fino ad ora alternativa alla discarica. E così, per ridurre ancora la quantità di rifiuto e trasformare il più possibile gli scarti in risorse, lo stabilimento produttivo di Ternate ha investito su un impianto che consente il recupero anche della frazione tessile degli PFU nel co-processing.
"Dietro al nostro progetto di sostenibilità ci sono importanti investimenti tecnologici oltre che l'impiego di risorse umane ed economiche" spiega Marco Turri, General Manager di Geocycle Italia, consociata di Holcim. "Il gruppo sta investendo da molti anni per garantire il minor consumo di energia tradizionale e di materie prime naturali. Stiamo continuando ad investire su impianti totalmente automatizzati, in grado di gestire con costanza e sicurezza i materiali utilizzati. L'impianto di Ternate è unico nel suo genere, permette di recuperare la frazione tessile dei pneumatici fuori uso, trasformandola in energia. Si tratta di una tipologia di rifiuto che fino ad oggi doveva essere esportata oppure destinata alla discarica. Un'altra scelta virtuosa che porta alla chiusura del ciclo di vita di un materiale e alla soluzione di un problema", continua Turri.
Non solo gomma triturata quindi, al cementificio di Ternate stanno arrivando i primi flussi di tela da PFU. Essendo un materiale molto fine e leggero, con pezzatura da 0 a 6 mm, il nylon brucia molto bene e molto velocemente, ed è già ampiamente utilizzato nelle cementerie estere. La possibilità di poter valorizzare questo rifiuto anche sul territorio nazionale è un'ottima opportunità anche per i consorzi che gestiscono lo smaltimento degli PFU.
Geocycle ha recentemente siglato importanti accordi con i principali consorzi che gestiscono il recupero e lo smaltimento dei PFU a livello nazionale quali ad esempio ECOPNEUS, ECOTyre e GreenTyre, che prevedono il ritiro del tessile prodotto negli impianti di granulazione dei pneumatici all'intero territorio nazionale. A tal proposito Daniele Fornai, Responsabile Operazioni di Ecopneus afferma: "Ci sono dei flussi di rifiuti, come ad esempio le fibre tessili, che non potendo essere più utilizzate possono e devono essere comunque valorizzate a livello di combustibile. Ciò implica un approccio industriale che richiede qualità, consistenza e certezza dell'approvvigionamento. Per questo è necessario un rapporto di fiducia tra fornitore e cliente".
L'accordo prevede anche di poter conferire il tessile alle cementerie estere del gruppo in caso di disponibilità di materiale superiore alla capacità ricettiva dell'impianto di Ternate, garantendo così ai consorzi la continuità del servizio evitando lo smaltimento in discarica.
"Come Geocycle abbiamo, nell'ambito dell'economia circolare, un doppio ruolo: da una parte il ruolo di individuazione e gestione dei clienti e dei partner giusti per sviluppare nuovi flussi di rifiuti e dall'altra parte all'interno degli stabilimenti e dei cementifici fornire le competenze per trasformare questi rifiuti in risorse energetiche o di materia - spiega Turri - Vogliamo continuare a crescere incrementando sempre di più l'utilizzo, all'interno delle cementerie, di materiali e combustibili di recupero. Siamo orgogliosi per noi e per l'Italia di essere leader in Europa nella riduzione di emissioni di CO2 e nell'economia circolare. Non c'è nessuno in Italia che abbia raggiunto i nostri livelli di emissione su tonnellata di materiale cementizio. Ma il nostro obiettivo è quello di migliorare continuamente le nostre performance ambientali per garantire un mondo più pulito".
Un impegno a 360 gradi che porta Geocycle ad investire continuamente in sviluppo tecnologico per essere in grado di offrire soluzioni all'avanguardia.
"Abbiamo effettuato un investimento importante presso il nostro stabilimento di Ternate per poter utilizzare e valorizzare il tessile contenuto negli pneumatici altrimenti non recuperabile. In questo impianto investiamo regolarmente in innovazione, per poter recuperare materiali di scarto di vario genere. Possiamo recuperare il 100% dell'energia contenuta in questi materiali all'interno del nostro ciclo produttivo. Di fatto non possiamo più permetterci di sprecare una tale risorse energetica, e questa è economia circolare dove nulla va sprecato!" sottolinea Riccardo Bianchi, Plant Manager di Ternate e Merone.
Obiettivo zero emission
Una delle leve fondamentali per ridurre il nostro impatto di carbonio, raggiungere l'obiettivo zero emissioni e favorire l'economia circolare è la scelta delle materie prime per la produzione di clinker. Tra le soluzioni che Holcim Italia sta implementando grazie alla sua consociata Geocycle c'è l'utilizzo di scarti da costruzione e demolizione (CDW). ll numero di camion di scarti da costruzione e demolizione che arrivano al sito di Ternate sta aumentando in modo significativo. Il processo è partito già nell'estate del 2019 e sta portando ottimi risultati: gli scarti vengono parzialmente pre-lavorati, per rimuovere eventuali residui quali legno, plastica e metalli, lasciando invece le frazioni in calcestruzzo (inerti, sabbia, pasta di cemento) e una certa quantità di terreno. Questo materiale viene quindi integrato direttamente nella materia prima.