Un'infrastruttura verde per l'area metropolitana milanese
Oggi l'acqua è protagonista delle cronache spesso come causa di vicende disastrose. L'inquinamento dei corsi d'acqua, frane e smottamenti di versanti a causa delle abbondanti piogge, la siccità che mette in difficoltà l'agricoltura o le alluvioni che causano ingenti danni alle nostre città e ai suoi abitanti, con situazioni spesso drammatiche.
Si parla spesso di acqua anche come bene limitato da conservare e utilizzare in modo sostenibile anche nella progettazione del paesaggio.
L'acqua è a tutti gli effetti un tema protagonista nella gestione del territorio e sarà sempre più necessario ripensare le logiche che ne controllano l'uso, la progettazione, il ciclo, la raccolta. Un elemento che deve dialogare con il suolo e con la vegetazione, il "corpo" e il "vestito" dei nostri paesaggi. In questa metafora l'acqua rappresenta l'"anima" del paesaggio stesso e quindi una risorsa da proteggere e dirigere verso utilizzi sempre più compatibili.
Il fiume Seveso e la sua valle in questo senso rappresentano un caso emblematico. Un fiume che nasce nel parco Spina Verde di Como e attraversa per oltre 50 km la Brianza a nord di Milano per poi scorrere per oltre 9 km sotto la città fino a confluire nel Naviglio della Martesana. Un fiume che attraversa una delle aree più urbanizzate d'Italia e tra le più produttive di tutta Europa. Un fiume "sacrificato" in nome dello sviluppo urbano e industriale che soffre di problemi legati alla pressione antropica: dall'inquinamento, all'impermeabilizzazione delle sponde, con conseguente perdita di connettività ecologica, fino ai fenomeni di esondazione causati da eventi meteorici eccezionali che il cambiamento climatico contribuisce a rendere sempre più frequenti.
Un insieme di problematiche che aspettano da troppo tempo risposte integrate e sostenibili alla gestione delle risorse idriche e del territorio che coniughino il tema del miglioramento della sicurezza idraulica con la tutela e la riqualificazione ambientale.
Sono queste le premesse che hanno portato CAP Holding e Brianzacque, rispettivamente gestori pubblici del servizio idrico integrato della Città Metropolitana di Milano e della Provincia di Monza e Brianza - in collaborazione con Regione Lombardia, Città Metropolitana e Provincia di Monza e Brianza - a promuovere uno studio per la valorizzazione naturalistica, ecologica e paesaggistica della valle del Seveso connesso alla strategia europea delle Infrastrutture Verdi.
Un progetto, sviluppato da LAND Italia, che ambisce a creare una visione strategica di scala vasta con l'obiettivo di integrare la gestione delle acque meteoriche con la creazione di nuovi paesaggi che possano fornire servizi ecosistemici all'intera area metropolitana milanese.
Un approccio che si pone come applicazione operativa della strategia europea delle Green Infrastructures, promossa dalla Commissione europea dal 20131.
Una strategia, inserita nella politica per la Biodiversità 2020, che tende a collegare quello che pochi anni fa era impensabile: la prevenzione del rischio idrogeologico e l'aumento della biodiversità, la protezione della natura e lo sviluppo economico, la lotta ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità della vita, come si può leggere bene da un estratto della Comunicazione "Infrastrutture verdi - Rafforzare il capitale naturale in Europa": "Le infrastrutture verdi si basano sul principio che l'esigenza di proteggere e migliorare la natura e i processi naturali, nonché i molteplici benefici che la società umana può trarvi, sia consapevolmente integrata nella pianificazione e nello sviluppo territoriali. Realizzare elementi di infrastrutture verdi nelle aree urbane rafforza il senso di comunità, consolida i legami con azioni su base volontaria promosse dalla società civile e contribuisce a contrastare l'esclusione e l'isolamento sociale. Questo approccio giova ai singoli cittadini e alla comunità sul piano fisico, psicologico, emotivo e socio-economico. Le infrastrutture verdi forniscono opportunità di collegamento tra le aree urbane e creano spazi in cui è piacevole vivere e lavorare.''
Il Paesaggio assume quindi il ruolo di catalizzatore della trasformazione, offrendo l'occasione per ripensare il rapporto tra Natura e Città.
La strategia Seveso River Park 2025+ si incentra sull'acqua, in quanto elemento di innovazione. Come dimostrano molti esempi internazionali, le strategie di sviluppo urbano che integrano la gestione delle acque urbane (meteoriche e reflue) attraverso misure di drenaggio sostenibile permettono una miglior gestione del rischio idrogeologico e uno sviluppo urbano più efficiente in connessione con un ambiente più sano e quindi, più performante.
L'obiettivo di fondo è la creazione di un parco fluviale attraverso la riqualificazione delle sponde del fiume ma soprattutto attraverso il recupero dal punto di vista paesaggistico degli spazi aperti residuali collocati lungo la sua valle al fine di realizzare una rete interconnessa di parchi che possano offrire nuove possibilità fruitive agli abitanti e al contempo contribuire a gestire le acque meteoriche tramite sistemi di drenaggio sostenibile, stoccaggio e fitodepurazione, consentendo di migliorare la qualità delle acque e mitigare il rischio di esondazione del fiume.
La strategia proposta mira a integrare le progettualità e i contributi esistenti all'interno del quadro programmatico regionale del Contratto di Fiume per proporre un approccio basato su tre principi: gestione delle acque meteoriche, laminazione delle acque di piena e rinaturalizzazione del territorio.
Il focus di progetto è stato indirizzato all'ambito della Media Valle del Seveso, una macro area compresa tra i comuni di Seveso e Cormano, subito a Nord del capoluogo lombardo, fortemente interessata da fenomeni di dispersione urbana, esondazioni ed allagamenti, nonché fortemente strategica per il controllo degli eventi di piena nell'area metropolitana milanese.
In questo quadro territoriale, sono state individuate due aree, particolarmente significative per ubicazione e criticità, in cui realizzare progetti pilota di "parchi della pioggia" i cui obiettivi sono quelli di stoccare e trattare in maniera preliminare le acque meteoriche provenienti dagli sfioratori degli abitati posti a monte, consentendo un ritardo e una riduzione (tramite evaporazione e/o assorbimento) dell'immissione di questi volumi d'acqua nel Seveso in caso di forti piogge, ma anche un miglioramento qualitativo tramite il sistema della fitodepurazione.
Il primo progetto pilota è localizzato nel comune di Paderno Dugnano, in un contesto di forte frammentazione paesaggistica, dovuto all'espansione urbana e all'infrastrutturazione, in un'area residuale compresa tra l'abitato e la Tangenziale Nord Milano limitrofa al parco del Grugnotorto.
Il secondo progetto si trova nel comune di Cesano Maderno, all'interno del Parco delle Groane, un'area caratterizzata da una naturalità più accentuata ma anche da un ampio fenomeno di dismissione industriale. In entrambi i casi il progetto ambisce a creare nuovi paesaggi "spugna" che possano stoccare e trattare in maniera preliminare le acque meteoriche, consentendo un ritardo e una riduzione delle acque immesse nel Seveso in caso di forti piogge, ma anche un miglioramento qualitativo tramite sistemi di fitodepurazione.
Una risposta alle sfide imposte dai cambiamenti climatici ma anche una occasione per riqualificare interi brani di territorio sottoutilizzati e in parte degradati.
L'ispirazione per il River Park 2025+ arriva dal centro Europa, dove le riqualificazioni ambientali sono coincise spesso con il rilancio economico e produttivo delle aree interessate. In particolare dalla valle della Ruhr che sta raccogliendo i frutti di un processo ormai quasi trentennale di riscoperta e cura del proprio territorio e che ha nella rinaturalizzazione del fiume Emscher, sacrificato per lo sviluppo industriale delle filiere dell'acciaio e del carbone, il simbolo di questa rinata consapevolezza ambientale.
Un processo che ha sostenuto il rilancio di una intera regione divenuta una della più dinamiche d'Europa con il passaggio da un'economia industriale in declino ad una moderna economia diversificata e ricca di opportunità che ha visto la città di Essen, uno dei principali centri urbani, essere nominata Capitale Europea della Cultura nel 2010 ed ora, nel 2017, Capitale Europea del Verde.
Un storia a lieto fine che ci auguriamo possa fare da stimolo affinché il recupero del fiume Seveso diventi una delle più grandi sfide in campo ambientale per la regione urbana milanese da affrontare innanzitutto attraverso un processo culturale di coinvolgimento e cooperazione tra le istituzioni e gli stakeholder, affinché possa diventare un'autentica infrastruttura verde a servizio della vita quotidiana degli abitanti di una valle che attende da troppo tempo di riscoprire il proprio Fiume.