Luci ed ombre del settore che gestisce il più importante flusso di rifiuti speciali prodotti in Toscana
Recenti dati ARPAT (Rapporto Rifiuti Speciali - Edizione 2016), riportano che delle circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nel 2014 in Toscana, ben il 36,4% deriva dal settore delle operazioni di costruzione e demolizione. Nella ripartizione della produzione dei rifiuti speciali per attività economiche, in linea con quanto avviene a livello nazionale (dati ISPRA), anche in Toscana risulta al primo posto il settore delle costruzioni/demolizioni (codici Istat 41-42-43), con una produzione annua di 3.831.528 tonnellate di rifiuti speciali, di cui 3.813.224 ton di non pericolosi e 18.304 ton di pericolosi.
L'analisi del dato di produzione della Regione Toscana per CER (codice europeo rifiuto), conferma che i codici del capitolo "17" dell'Elenco Europeo Rifiuti, dedicato proprio ai rifiuti da C&D compreso il terreno proveniente da siti contaminati, sono senz'altro fra quelli associati ai quantitativi maggiori, con un quantitativo annuo di 3.642.371 tonnellate, di cui 3.596.948 di rifiuti non pericolosi e 45.423 di rifiuti pericolosi.
A fronte della ingente produzione dei rifiuti da C&D, la Toscana registra dati interessanti anche per quanto attiene l'attività di recupero, se si considera che nel 2014 l'operazione di recupero R5 (recupero di sostanze inorganiche) effettuata presso impianti autorizzati di gestione, ha riguardato 3.305.229 ton di rifiuti non pericolosi, pari al 91,89% dei totale prodotto.
Questi numeri testimoniano come il settore del riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione e degli inerti in generale, rappresenti una componente importante dell'economia circolare toscana. A questo risultato si è arrivati attraverso un percorso di promozione e sviluppo avviato fin dalle prime norme ambientali atte a regolare la gestione di tali rifiuti, percorso che ha visto da una parte l'impegno della Regione Toscana nel promuovere e incentivare questo settore del recupero, dall'altra la risposta di realtà imprenditoriali pronte ad attivarsi per coprire l'esigenza espressa dal territorio.
Negli anni poi, molti impianti toscani hanno investito risorse importanti per elevare i propri standard qualitativi e ambientali e sono andati verso una vera e propria specializzazione nell'offrire aggregati riciclati sempre più performanti, mostrando grande attenzione agli aspetti qualitativi di tutta la filiera.
A livello istituzionale, la Regione Toscana si è mossa con interventi all'avanguardia per quanto concerne la promozione del recupero, predisponendo atti di indirizzo e documenti tecnici di sicuro interesse, anche se di non facile applicazione, a partire dalla pianificazione regionale di gestione dei rifiuti.
Già nel Piano Regionale di gestione dei rifiuti del 1998 (d.c.r.t. n. 88/1998), con replica nel più recente Piano del 2014 (d.c.r.t. n. 94/2014), richiamando la L.R. n. 25/98 e s.m.i. ("Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati"), si prevede, quale misura per minimizzare lo smaltimento, che nei capitolati per appalti pubblici di opere, di forniture e di servizi, siano inserite specifiche condizioni per favorire l'uso di residui recuperabili.
Sempre in attuazione dei principi ispiratori della legge regionale, nonché delle specifiche previsioni di Piano, esce la Deliberazione del Consiglio Regionale n. 265/1998, che, in anticipo rispetto ad analoghi dispositivi nazionali, prevedeva alcune clausole vincolanti per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, sia per la Regione che per gli enti ed aziende dipendenti della Regione, finalizzate all'utilizzo di una percentuale minima (15%) di materiali provenienti da recupero/riciclo di rifiuti (fra cui gli inerti da C&D), stabilendo anche un sistema di incentivi per premiare l'utilizzo di una percentuale superiore a quella minima suddetta. Tale principio era esteso anche alle opere pubbliche o di interesse pubblico, finanziate in tutto o in parte dalla regione o dagli enti od aziende da essa dipendenti, pena la revoca dei finanziamenti.
Anche a livello nazionale arrivano provvedimenti che vanno ad imporre quote di utilizzo di prodotti ottenuti da materiale riciclato, come ad esempio il Decreto 8 maggio 2003 n. 203 - "Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo".
Nel 2003 la Regione Toscana si fa promotore di alcuni Accordi Volontari volti a favorire il recupero dei rifiuti adottati con Delibera della Giunta Regionale della Toscana n. 100 del 10/02/03. Fra questi l'Accordo Volontario n. 2 "Promozione della corretta gestione finalizzata al recupero e riciclaggio dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione", sottoscritto da tutte le parti socio-economiche ed istituzionali coinvolte nella filiera.
Tale Accordo costituiva un ulteriore richiamo affinché i vari livelli istituzionali, le associazioni di categoria, ecc., ognuno nel proprio ambito di competenza, si impegnassero per il raggiungimento di alcuni obiettivi:
1. riduzione della quantità di rifiuti prodotti e della loro pericolosità mediante l'adozione di modalità e tecniche costruttive e di demolizione effettuate seguendo le indicazioni previste nel presente accordo;
2. incremento della frazione di rifiuti non pericolosi da C&D avviati a riutilizzo, riciclaggio e recupero secondo quanto previsto nel presente accordo;
3. diminuzione del quantitativo totale di rifiuti inerti non pericolosi da C&D avviati a discarica;
4. prevenzione dei fenomeni di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti inerti sul territorio;
5. promozione dell'innovazione degli impianti secondo le migliori tecnologie disponibili con lo scopo di realizzare un progressivo miglioramento delle prestazioni tecniche e ambientali;
6. miglioramento della qualità dei materiali inerti riciclati previa attestazione delle loro caratteristiche nel rispetto delle indicazioni contenute nel presente accordo volontario.
Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 23 del n. 1/2017 di Recycling...continua a leggere