RAEE

I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) sono fra i flussi più significativi e in aumento a livello globale ed europeo. Ogni anno nel mondo sono prodotte oltre 53 Mt di rifiuti RAEE e si prevede che arriveranno a 74,7 Mt entro il 2030 

Il contesto internazionale ed europeo 
Nel 2021, come emerge dalla stima più recente di EUROSTAT, i 27 Paesi dell'UE hanno raccolto circa 4,9 milioni di tonnellate (Mt) di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), quasi 0,2 Mt in più rispetto al 2020. L'incremento dei volumi complessivi avviati a riciclo ha determinato un aumento anche del dato pro-capite, passato da 10,55 kg/ab nel 2020 a 10,97 kg/ab nel 2021. Il 2021, quindi, ha superato ulteriormente i quantitativi raccolti nel 2020, proseguendo il trend positivo degli ultimi anni, motivato, tra le varie ragioni, a partire da agosto 2019 dall'introduzione dell'Open Scope, il campo di applicazione aperto in applicazione della Direttiva europea 2012/19/UE, che ha esteso l'obbligo per produttori, importatori, distributori e venditori di gestire il fine vita di tutte le tipologie di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) eccetto quelle esplicitamente escluse dalla normativa stessa. L'ampliamento delle apparecchiature considerate AEE ha determinato anche l'incremento delle tipologie di dispositivi che una volta divenuti rifiuti devono essere gestiti come RAEE. Le migliori performance in termini di raccolta dei rifiuti elettronici di origine domestica sono state raggiunte da Austria (15,21kg/ab), Bulgaria (13,56) e Francia (12,91). L'Italia, seppure con un risultato migliorativo rispetto al 2020, rimane tra le ultime posizioni, con 6,45 kg/ab. La Direttiva europea 2012/19/UE, a partire dal 2019, definisce come obiettivo di raccolta il 65%, calcolato come rapporto tra il peso totale dei RAEE raccolti e il peso medio delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Nel 2021 l'unico Paese europeo a superare il target è la Bulgaria. 
L'Italia si ferma al 34% circa.

La filiera del recupero dei RAEE 
Il sistema di gestione dei RAEE italiano è multi-consortile, regolamentato dal D.Lgs. 49/2014 e coordinato dal Centro di Coordinamento (CdC RAEE), il soggetto istituzionale punto di riferimento per tutti gli attori coinvolti nella filiera dei rifiuti elettronici. La sottoscrizione di Accordi di programma, previsti dalla normativa vigente, tra Consorzio, ANCI, aziende della raccolta e associazioni nazionali di categoria dei produttori e della distribuzione ha l'obiettivo di assicurare il ritiro dei RAEE domestici dai centri di conferimento.
Gli Accordi di programma definiscono anche l'erogazione di premi di efficienza da parte dei produttori di AEE tramite i Sistemi Collettivi ai gestori dei siti di raccolta che rispettano le condizioni di buona operatività. Inoltre, sono previsti specifici bandi sia per i Comuni, finalizzati ad assegnare risorse economiche per l'infrastrutturazione dei centri di raccolta, sia per i rivenditori di AEE, per finanziare campagne e progetti di comunicazione informativi sul tema del corretto conferimento dei RAEE rivolti a consumatori e potenziali consumatori. Infine, il CdC RAEE insieme alle associazioni di categoria degli impianti di trattamento dei RAEE sigla l'Accordo di programma che individua i requisiti per la qualificazione delle aziende al fine di assicurare adeguati e omogenei livelli di trattamento dei rifiuti elettronici domestici raccolti sul territorio nazionale.

L'immesso al consumo di AEE in Italia 
Dall'analisi delle quote di immesso sul mercato dichiarate dai Sistemi Collettivi al CdC RAEE, vale a dire il quantitativo di AEE immesso sul mercato dai produttori aderenti ai singoli Sistemi Collettivi, nel 2022 si registra una crescita del 2,4% rispetto al 2021.
Si tratta di un incremento molto più contenuto rispetto all'anno scorso, quando si attestava al 16,6%, e che riguarda solo due raggruppamenti: R1 (+1,3%) e R4 (+10%).

La raccolta dei RAEE
Nel 2022 sono state raccolte 361 kt di RAEE, il 6,2% in meno rispetto al 2021: dopo otto anni i volumi avviati a riciclo subiscono una battuta d'arresto. Un minor ricambio di apparecchiature ha inciso sui quantitativi dismessi.
Nel 2022 è in parte diminuita la portata dell'impatto del Bonus Tv, l'incentivo statale per l'acquisto di un nuovo televisore previo avvio a riciclo del vecchio, che ha generato una forte spinta al conferimento nell'ultimo quadrimestre del 2021. Anche lo scorso anno è stato negativamente segnato dal fenomeno della dispersione dei RAEE, originato dall'attribuzione ai rifiuti elettronici di un codice EER non corretto, dall'esistenza di flussi paralleli sfruttati da chi sceglie di operare a proprio vantaggio al di fuori dei canali ufficiali e dal mancato conferimento, soprattutto dei RAEE di piccole dimensioni, da parte dei cittadini.
La contrazione riguarda tutti i raggruppamenti anche se con percentuali differenti: quelli che registrano i cali maggiori sono R5 Sorgenti luminose (-9,9%) e R2 Altri grandi bianchi (-9,3%), che però, con oltre 117 kt raccolte, mantiene il primato per peso. R3 Tv e monitor e R4 IT e Consumer Electronics, apparecchi di illuminazione, PED e altro raccolgono entrambi poco più di 71 kt, perdendo rispettivamente il 6,7% e il 7,5% rispetto ai volumi del 2021. La raccolta di R1 Apparecchi per lo scambio di temperatura con fluidi rimane pressoché stabile: solo -0,7%.
Come emerge dal Rapporto Gestione RAEE elaborato dal Centro di Coordinamento sulla base delle dichiarazioni effettuate dagli impianti di trattamento delle quantità di rifiuti elettrici ed elettronici gestiti nel nostro Paese nel 2022, il tasso di raccolta si attesta al 34% ancora in decrescita come negli anni precedenti, lontano di 30 punti percentuali degli obiettivi UE (l'Unione europea pone il target di raccolta al 65% dal 2019).
Nel 2020, il tasso di raccolta dei RAEE nell'Unione europea è stato del 46% (misurato come peso dei RAEE raccolti rispetto al peso medio delle apparecchiature elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti).

La raccolta pro-capite nelle regioni 
Il calo dei volumi tocca tutte le regioni italiane a eccezione di due: la Sicilia, dove i quantitativi sono aumentati del +4,7%, e la Puglia, che registra il +2,7%.
La diminuzione della raccolta riguarda pertanto tutte e tre le macro-aree d'Italia. Il Nord, con -8,6%, vede la diminuzione più accentuata rispetto allo scorso anno, ma con 184 kt conferma il primato per volumi complessivi, doppi di quelli delle restanti macro-aree. Il Centro mostra una riduzione del -6,3% e un totale complessivo di 81 kt. Il Sud, con 96 kt, subisce la battuta d'arresto più lieve, -1,1%.
La raccolta pro-capite si attesta a 6,1 kg/ab, contro i 6,6 kg/ab dello scorso anno. Nelle regioni del Nord Italia e in quelle del Centro conta rispettivamente 6,7 e 6,2 kg/ab, posizionandosi sopra alla media italiana, mentre al Sud si conferma a 5,2 kg/ab. Con i suoi 9,9 kg/ab la Sardegna raggiunge il primo posto, immediatamente seguita dalla Valle d'Aosta (9,6 kg/ab). La Campania, con soli 3,4 kg/ab rimane in ultima posizione. Altri risultati degni di nota riguardano nell'ordine la Liguria (8,3 kg/ab), la Toscana (8,2 kg/ab), il Trentino-Alto Adige e la Basilicata (7,7 kg/ab).
Sul territorio nazionale ci sono 4.279 centri di raccolta comunali, i luoghi predisposti dai Comuni dove i cittadini possono conferire gratuitamente i RAEE divisi per raggruppamento.

Dall'analisi delle singole aree del Paese emergono tuttavia alcune differenze significative: le regioni del Nord si distinguono per la presenza del maggior numero di centri di raccolta, il 58% del totale che corrisponde a 2.492 siti. Nelle regioni del Centro i siti sono 658, nella macro-area Sud 1.129.
Per quanto riguarda i luoghi di raggruppamento, ovvero i siti dove i rivenditori di apparecchi elettronici collocano i RAEE riconsegnati dai consumatori, sul territorio nazionale ve ne sono 628, costituiti e gestiti da un totale di 409 soggetti della distribuzione. Nel 2022 hanno avviato a riciclo quasi 87 kt di rifiuti elettronici, un quantitativo in crescita del 5,6% rispetto al 2021.

La raccolta RAEE per Sistema Collettivo
Nel corso del 2022 in Italia hanno operato 12 Sistemi Collettivi, incaricati del ritiro dei RAEE domestici dai siti di raccolta: tutti i Sistemi Collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche provenienti dai nuclei domestici hanno l'obbligo per legge di aderire al Centro di Coordinamento RAEE. Ciascun Sistema Collettivo opera sul territorio nazionale secondo quanto previsto dal D.Lgs. 49/2014 e dalle disposizioni del CdC RAEE e ogni anno è tenuto a gestire una quantità di RAEE proporzionale all'ammontare di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato dai produttori che lo costituiscono. Per questa ragione, non tutti i Sistemi Collettivi devono gestire tutti i raggruppamenti di rifiuti elettronici.

Le sfide e le potenzialità del settore 
Nel 2022 la raccolta dei rifiuti elettronici è calata del -6,2% rispetto all'anno precedente e il tasso di raccolta è fermo al 34% (l'Unione europea pone il target di raccolta al 65%). Mai come quest'anno risulta necessario definire e attuare azioni mirate che consentano di intercettare i quantitativi di RAEE che sfuggono al sistema per aumentare i volumi avviati a riciclo.
L'obiettivo europeo è sfidante, ma la sfida può essere vinta con l'azione sinergica di tutti gli attori della filiera. In primo luogo, ad esempio, riconoscendo in maniera condivisa il ruolo della comunicazione e realizzando campagne e iniziative di sensibilizzazione rivolte a cittadini e consumatori su scala locale o nazionale. Lo scorso maggio il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 40/2023 che classifica tutte le tipologie di apparecchiature elettriche ed elettroniche, anche quelle introdotte nel 2018 con il cosiddetto Open Scope, nei cinque raggruppamenti in cui si suddividono i RAEE. Il testo, accompagnato dalla relativa nota esplicativa elaborata dal CdC RAEE in accordo con il MASE, è da considerarsi l'elemento chiave comune su cui basare la gestione dell'operatività e la comunicazione finalizzate all'aumento delle quantità e della qualità dei volumi avvitati a riciclo.

L'attività di raccolta è una prerogativa sia dei Comuni, che gestiscono i centri di raccolta in autonomia o mediante le aziende municipalizzate di gestione dei rifiuti, sia dei rivenditori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Nel 2022 i luoghi di raggruppamento della distribuzione iscritti al portale del CdC RAEE hanno avviato a riciclo quasi 87 kt di rifiuti elettronici, un quantitativo in crescita del 5,6% rispetto al 2021, che corrisponde al 24% del totale raccolto. In forza dei D.M. 65/2010 e 121/2016, ma soprattutto della capillarità delle strutture e della possibilità di un continuo contatto diretto con il consumatore, il mondo retail gioca un ruolo fondamentale nell'attività di raccolta e, soprattutto, dispone di significative potenzialità per favorirne l'incremento. Proprio per queste ragioni si riconosce l'importanza di promuovere azioni formative sulla corretta applicazione degli adempimenti ambientali previsti dalla normativa a distributori, centri di assistenza tecnica e PMI artigiane del territorio, seguite da un'adeguata intensificazione dei controlli da parte degli organi preposti. Il potenziamento della raccolta è un'azione strategica per il nostro Paese perché porrebbe le basi per uno sviluppo ulteriore della rete impiantistica e di nuove tecnologie per il trattamento e recupero dei materiali, materie prime critiche incluse, fondamentali per la transizione ecologica.

L'attività di trattamento è certificata dal Centro di Coordinamento RAEE: gli impianti che scelgono di gestire i rifiuti elettronici domestici nell'ambito del sistema devono accreditarsi presso il CdC RAEE dimostrando di possedere i requisiti minimi e omogenei previsti dall'Accordo di programma sull'adeguato trattamento siglato dal Consorzio con le associazioni delle aziende del trattamento. Al fine di dare maggior forza agli standard ottimali di trattamento da adottare obbligatoriamente in tutti gli impianti autorizzati, perché basati su un fondamento normativo, il CdC RAEE auspica la pubblicazione del provvedimento attuativo del D.Lgs. 49/2014 relativo al decreto sul trattamento adeguato. Proseguendo l'analisi sul piano normativo, un altro elemento a favore dell'evoluzione del settore riguarda l'emanazione di un chiarimento per la corretta gestione dei rifiuti da pannelli fotovoltaici, che risulta necessario a seguito della pubblicazione del D.Lgs. 118/2020 e della Legge 233/2021 che contrastano con quanto definito nel D.Lgs. 49/2014. In particolare, a differenza del documento precedente, il D.Lgs. 118/2020 stabilisce che il finanziamento di tali RAEE è a carico dei produttori, indipendentemente dalla data di immissione sul mercato e dalla natura domestica o professionale delle apparecchiature.

Un ulteriore aspetto degno di nota a beneficio dello sviluppo del sistema e della corretta gestione dei RAEE è la necessità di aumentare le azioni di contrasto al fenomeno del free-riding. Il Centro di Coordinamento RAEE ha avviato l'attività di monitoraggio dell'assolvimento dell'obbligo dei Produttori relativo all'iscrizione al registro AEE tramite la sottoscrizione di un protocollo di collaborazione con Unioncamere e lo stesso Registro AEE. Il CdC RAEE auspica che analoghi protocolli possano essere sottoscritti anche con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e con la Guardia di Finanza.

Infine, anche nell'anno in corso la criticità di carattere economico più rilevante che impatta negativamente sullo sviluppo del riciclo dei RAEE continua a essere l'incremento esponenziale dei costi di gestione delle frazioni residuali non ulteriormente recuperabili derivanti dall'attività di trattamento. Le frazioni in questione sono piuttosto numerose (poliuretano, plastiche bromurate e polveri fluorescenti sono alcuni esempi) e necessitano sia di essere estratte e isolate rispetto ai restanti materiali che compongono i RAEE, sia di essere gestite e quindi distrutte o trasformate in energia. Una parte di questi materiali ha destinazione all'estero, con elevati costi aggiuntivi che pesano ulteriormente sui costi industriali delle materie riciclate, gli stessi applicati dai pochi impianti nel nostro Paese. Sarebbe auspicabile dimensionare correttamente questo fenomeno e prevedere un accesso privilegiato alla rete impiantistica.

Tratto da "Il Riciclo in Italia 2023" realizzato dalla "Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile" con il patrocinio del "Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica", di "ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale" e "SNPA Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente".


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