Bioplastiche

A valle della raccolta differenziata, all’interno della frazione organica umida anche i rifiutiin bioplastica compostabile vengono conferiti agli impianti di riciclo organicoIl contesto internazionale ed europeo

Secondo i dati diffusi da European Bioplastic e nova-Institute, a livello globale nel 2022 sono state prodotte 1,14 milioni di tonnellate (Mt) di bioplastiche biodegrabili, in crescita rispetto a 1,05 Mt del 2021 (+8,6%), che rappresentano meno dell'1% delle oltre 390 Mt di plastica prodotte annualmente. Sempre in base ai dati di European Bioplastics e nova-Institute, la capacità produttiva globale di bioplastiche (comprese quelle non biodegradabili è destinata ad aumentare, passando da 2,2 Mt nel 2022 a circa 6,3 Mt nel 2027. A oggi esistono alternative in bioplastica compostabile per quasi tutte le applicazioni realizzate con materiali plastici convenzionali. Grazie al forte sviluppo di polimeri quali PHA (poliidrossialcanoati), PLA (acido polilattico), PBTA più amido, PA (poliammidi) e alla costante crescita delle alternative biobased, ad esempio del BIO-PP (polipropilene), le capacità produttive continueranno ad aumentare in modo significativo e a diversificarsi nei prossimi anni.

Attualmente, le bioplastiche compostabili, tra cui PLA, PHA, miscele di amido e altre, rappresentano più del 51% (oltre 1,1 Mt) della capacità produttiva globale di bioplastiche. Si prevede che la loro produzione aumenterà fino a superare 3,5 Mt nel 2027, grazie al forte sviluppo di polimeri come PLA e PHA.

Le plastiche biobased e non biodegradabili rappresentano complessivamente oltre il 48% (quasi 1,1 Mt) della capacità produttiva globale di bioplastiche. Queste includono anche soluzioni drop-in come il PE (polietilene) e il PET (polietilene tereftalato) biobased, nonché le PA (poliammidi) biobased. Si prevede che la loro quota relativa diminuirà fino al 43,5% nel 2027. Tuttavia, in numeri assoluti, la capacità produttiva di polimeri biobased aumenterà ancora nei prossimi cinque anni fino a superare 2,7 Mt. A livello geografico, nel 2022 l'Asia ha ulteriormente rafforzato la sua posizione di principale polo produttivo, con oltre il 41% delle bioplastiche prodotte a livello globale. Attualmente, poco più di un quarto della capacità produttiva si trova in Europa. Tuttavia, si prevede che la quota europea e quella di altre regioni del mondo diminuirà significativamente nei prossimi cinque anni a fronte di un aumento fino al 63% della produzione asiatica entro il 2027.

La produzione di imballaggi in bioplastica compostabile in Italia
I dati raccolti da Plastic Consult, per conto di Assobioplastiche, mostrano che in Italia, nel corso del 2022, la produzione nazionale di bioplastiche compostabili è stata di 128 kt, con una crescita rispetto all'anno precedente del +2,1%. Sempre nel 2022 l'industria italiana delle bioplastiche compostabili ha segnato un fatturato di oltre 1,16 miliardi di euro, con una crescita del +10% rispetto al 2021.L'industria è rappresentata da 271 aziende - suddivise in produttori di chimica di base e intermedi (5), produttori e distributori di granuli (19), operatori di prima trasformazione (182), operatori di seconda trasformazione (65) - con 3.000 addetti dedicati.

La filiera del recupero degli imballaggi in bioplastica in Italia
Dal novembre 2020, la filiera delle bioplastiche compostabili ha ottenuto il riconoscimento del Consorzio Biorepack da parte del MITE e del MISE. L'obiettivo generale del Consorzio è la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile (o bioplastica compostabile), ai fini del loro avvio a riciclo organico nel circuito di raccolta della frazione organica dei rifiuti urbani.

Secondo la normativa, rispetto all'immesso sul mercato di imballaggi in bioplastica compostabile, Biorepack dovrebbe raggiungere questi risultati:
• entro il 31 dicembre 2025, il 50% minimo di riciclo (in termini di peso);
• entro il 31 dicembre 2030, il 55% minimo di riciclo (in termini di peso).
La quantità di imballaggi riciclati sull'immesso al consumo ha raggiunto nel 2022 circa il 61%,
47 kt, traguardando con largo anticipo l'obiettivo fissato per il 2025 e soprattutto con cinque punti in più rispetto a quello del 2030.

L'immesso al consumo degli imballaggi in bioplastica compostabile
Nell'ambito di competenza di Biorepack rientrano gli imballaggi e i rifiuti di imballaggi in bioplastica compostabile, le cui principali applicazioni sono:
• borse per il trasporto merci (shopper);
• sacchetti per frutta e verdura o altri alimenti venduti sfusi (reparti del fresco);
• piatti, bicchieri e vassoi;
• pellicole estensibili, buste IV gamma,
vaschette, retine, sacchi;
• capsule per bevande e caffè;
• bottiglie, flaconi, vaschette in espanso per gelati, ecc.

Gli imballaggi di competenza Biorepack devono essere realizzati in bioplastica compostabile certificati secondo la normativa armonizzata EN 13432 e devono riportare le indicazioni relative al codice del materiale, alla tipologia di materiale e al sistema di raccolta, secondo le linee guida CONAI.
In base ai dati in possesso di Biorepack, si conferma che le quantità dichiarate dalle imprese all'interno della voce "Borse leggere e ultraleggere" rispondenti ai requisiti stabiliti dalla norma EN 13432:2002, conformi alla vigente normativa (art. 226-Bis e 226-ter del D.Lgs. 152/2006)", sono la parte largamente maggioritaria (circa il 93,5% nel 2022) degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.
L'immesso sul mercato nazionale di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile per il 2022 corrisponde a 76,8 kt, mentre quello previsto per il 2023 è intorno a 79,2 kt, con una previsione di crescita sul 2022 pari al +3%.
Di fatto si ritiene che nel 2023 l'immesso sul mercato di imballaggi in bioplastica compostabile consolidi il dato 2022 e che si possa poi realisticamente prevedere un trend di crescita nel biennio successivo (2024-2025), anche sulla base delle previsioni di Prometeia per CONAI.

La raccolta dei rifiuti di imballaggio in bioplastica
Attualmente circa il 93,5% dell'immesso sul mercato degli imballaggi in bioplastica compostabile è rappresentato da imballaggi flessibili (sacchetti compostabili), che dopo il loro primo utilizzo (come shopper per trasporto merci, ecc.) vengono destinati proprio alla raccolta dell'umido domestico.A livello nazionale la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile, e delle frazioni merceologiche similari, è integrata nella frazione organica dei rifiuti urbani, in particolare nella frazione "Rifiuti biodegradabili di cucine e mense" identificata dal codice CER/EER 200108. Proprio all'interno della raccolta differenziata della frazione umida vengono conferiti i rifiuti di imballaggio e altri manufatti (frazioni merceologiche similari) in bioplastica compostabile.
La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile assieme alla frazione organica, secondo i dati del Catasto Rifiuti 2021, risulta attiva e ampiamente diffusa per oltre l'88% del totale dei Comuni italiani, che corrisponde al 96% della popolazione nazionale.
In Italia la quantità di frazione umida complessivamente raccolta in modo differenziato risulta essere pari a oltre 5,2 Mt, con una resa di raccolta pro-capite pari a 91 kg/anno.

La copertura territoriale delle convenzioni
Il Consorzio Biorepack ha siglato con ANCI un accordo da cui discendono specifiche convenzioni sottoscritte con le Amministrazioni locali o con gli operatori da queste delegati, che si impegnano a far raccogliere, trasportare e avviare a riciclo i rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile conferiti dai cittadini assieme alla frazione umida urbana.
A fronte della quantità dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile che i singoli convenzionati avviano a effettivo trattamento (riciclo organico), nonché della qualità della frazione umida urbana, Biorepack riconosce distinti corrispettivi economici a copertura dei costi di raccolta differenziata, trasporto e riciclo organico.
Le attività del 2022 hanno permesso di verificare tempi e modi dell'entrata in operatività delle convenzioni, consentendo un aggiornamento delle prospettive di sviluppo del convenzionamento con Biorepack. Pertanto, rispetto alle precedenti stime (PSP maggio 2022 e PSPG settembre 2022) la copertura territoriale è stata rivista al ribasso tenuto conto degli effettivi tassi di convenzionamento riscontrati al 31 dicembre 2022.

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in bioplastica
A valle della raccolta differenziata all'interno della frazione organica umida, i rifiuti in bioplastica compostabile vengono conferiti negli impianti di riciclo organico. Il riciclo dei rifiuti biodegradabili, e quindi dei rifiuti di imballaggio in bioplastica, assume la forma del riciclo organico che tipicamente avviene in tre tipologie impiantistiche:
• impianti di trattamento aerobico, ovvero di compostaggio, che chiudono il cerchio trasformando (da rifiuto a End of Waste) la frazione organica in ammendante (compost conforme alla disciplina sui fertilizzanti, D.Lgs. 75/2020) utilizzabile in agricoltura o nel settore florovivaistico;
• impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, che massimizzano il riciclo della frazione organica producendo non solo compost ma anche biogas;
• impianti di solo trattamento anaerobico (digestione anaerobica), finalizzati alla produzione di biogas e aventi come output anche il digestato, che (salvo i casi in cui sia direttamente utilizzabile in agricoltura) necessita poi della successiva fase di compostaggio.Nel 2021 gli impianti di trattamento della frazione organica umida, secondo i dati ISPRA, sono 155 su tutto il territorio nazionale.
Il compostaggio è un processo che avviene in natura e trasforma scarti organici (del mondo vegetale e animale) in anidride carbonica, acqua e sostanza organica stabilizzata e umificata: a compierlo sono microrganismi (principalmente batteri e funghi) presenti naturalmente negli scarti. In questi impianti il processo che in natura si svolge nel corso di mesi o di anni viene accelerato in situazioni controllate. Il riciclo organico dei rifiuti umidi e dei rifiuti aventi analoghe caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità, come gli imballaggi in bioplastica compostabile certificati EN 13432, si conclude con la produzione di compost.

I prodotti del riciclo
Biorepack promuove e sostiene, attraverso azioni dirette e indirette, l'utilizzo del compost, del biogas, del biometano e degli altri prodotti e materiali ottenuti dal riciclo organico dei rifiuti di imballaggio in bioplastica e delle frazioni similari. Il Consorzio, in particolare, promuove e sostiene i prodotti ammendanti derivanti dal processo di compostaggio del rifiuto urbano umido che proviene da raccolta differenziata (siano essi ottenuti da processi esclusivamente aerobici o integrati) per l'uso nei seguenti settori: agricoltura, orticoltura, produzione terricci, cura del verde e hobbistico. Tra i casi più recenti si segnala Messinaservizi, gestore della raccolta di rifiuti della città di Messina, che ha utilizzato il compost ottenuto dalla raccolta dell'umido e delle bioplastiche compostabili per la manutenzione e l'allestimento delle aiuole cittadine.

Le sfide e le potenzialità del settore
Come indicato già nello statuto, per Biorepack la principale sfida riguarda il miglioramento della qualità della raccolta dell'umido e conseguentemente del compost ottenuto dagli impianti di trattamento a valle del processo di riciclo organico.
Per raggiungere questo duplice obiettivo, già dal 2022 il Consorzio ha intrapreso diverse campagne di informazione e sensibilizzazione per agire sui comportamenti dei cittadini.
Queste attività di comunicazione si sono ulteriormente intensificate nel corso del 2023: in particolare il Consorzio ha promosso una campagna integrata su tutti i media (tv, stampa, web, social e radio), unitamente a un bando di comunicazione rivolto agli enti locali (in collaborazione con ANCI), con lo scopo di illustrare ai cittadini le corrette modalità di conferimento non solo dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile, ma anche più in generale dei rifiuti organici.

Tuttavia, per migliorare la qualità della raccolta e del compost i comportamenti dei cittadini da soli non bastano: è infatti necessario agire anche sui sistemi con cui questa viene effettuata.
Le analisi condotte da Biorepack evidenziano che i sistemi porta a porta consentono una raccolta dell'organico di qualità superiore rispetto alla raccolta stradale (5,5% di frazione estranea contro 7,1%).
Inoltre, le BAT (Best Available Techniques), ovvero le migliori soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo stilate a livello europeo, indicano che per ottenere un riciclo organico di qualità negli impianti di compostaggio sono fondamentali tempistiche di trattamento pari a 9-10 settimane. Cicli più brevi non consentono una degradazione efficace delle matrici compostabili, comportando un aumento dei rifiuti in uscita dall'impianto (che devono essere avviati in discarica o a termovalorizzazione) e una minore qualità del compost prodotto.
A riprova di ciò, Biorepack ha raccolto le testimonianze dei gestori degli impianti di trattamento della frazione organica, i quali hanno confermato che il rispetto delle BAT non solo è possibile ma anche necessario al fine di ottimizzare il riciclo dei rifiuti organici e produrre un compost di qualità elevata.
Infine, c'è la vera sfida della qualità del rifiuto umido raccolto. Il dato del 60,7% di riciclo degli imballaggi compostabili già nel 2022 avrebbe potuto essere superiore di quasi 15 punti percentuali, pari al 75% (in linea quindi con le filiere virtuose degli altri materiali non plastici) se non ci fosse il problema della presenza nell'umido di "materiali non compostabili" (MNC).

Rimuoverli causa una perdita complessiva all'intero sistema del riciclo della FORSU: per l'effetto trascinamento, infatti, l'eliminazione dei MNC comporta anche l'eliminazione della frazione umida e delle bioplastiche compostabili.
Perdere quasi 15 punti percentuali di riciclo è un aspetto di grande attenzione per il Consorzio Biorepack: oltre alle suddette campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini, Biorepack è attivo su molteplici fronti e con molteplici interlocutori, a partire dai Comuni convenzionati, o loro delegati, e dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC), per riuscire a vincere questa battaglia contro la dispersione e lo spreco.
L'auspicio è che, con l'introduzione della raccolta obbligatoria del rifiuto organico in tutti i Paesi della UE a partire dal 1° gennaio 2024, il modello italiano della connessione tra le bioplastiche compostabili e la raccolta della frazione umida dei rifiuti possa diffondersi anche negli altri Paesi, facendo così da volano alla filiera delle bioplastiche compostabili e al sistema di Biorepack.

Tratto da "Il Riciclo in Italia 2023" realizzato dalla "Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile" con il patrocinio del "Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica", di "ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale" e "SNPA Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente".

 

 


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