Una demolizione chirurgica

Lavoro in tempi record per la riminese Eco Demolizioni srl che a Pesaro ha demolito l'hotel Garden

Sole, mare e ferie in avvicinamento. Come ogni anno la cosiddetta Riviera delle Colline accoglie migliaia di visitatori, italiani e stranieri, e i 7 km del litorale pesarese che si dividono tra le coste sabbiose e basse del Sud e quelle frastagliate e a picco sul mare dei promontori di S.Bartolo e dell'Ardizio rappresentano tutto ciò che desidera un turista: acque cristalline e più volte premiate con la bandiera blu, spiagge attrezzatissime ed accoglienti, senza dimenticare l'opportunità di immergersi nella natura visitando il Parco Naturale del Monte San Bartolo. Per poter ospitare un tale numero di turisti, grande importanza deve essere data, ovviamente, alle strutture ricettive. L'hotel Garden di Pesaro, però, dopo quarant'anni di onorato servizio non assolveva più il suo compito. Dismesso una decina di anni fa è stato demolito in tempi record lo scorso maggio da Eco Demolizioni srl, azienda riminese specializzata in lavori edili e infrastrutturali.

Distante poche decine di metri dal mare, l'imponente costruzione del Garden spiccava per i suoi 34 metri di altezza, 7 piani più copertura con tetto piano. La struttura costituita da un corpo principale e un corpo annesso era mista: intelaiatura in cemento armato con ferri non lisci, rivestimento esterno di piastrelle e tamponamenti in laterizio. Come ci spiega Alvaro Cucchi, operatore di lungo corso della Eco Demolizioni: "l'albergo, situato sul lungomare di Pesaro, a poche decine di metri dal mare e ubicato ad angolo tra Viale Trieste e Viale Rovereto era distante solo 6 metri da un edificio a tre piani, ovviamente abitato, e questo ci ha imposto di lavorare con la massima attenzione, oserei dire quasi con il bisturi, visto che per noi di Eco Demolizioni la sicurezza viene sempre al primo posto, a maggior ragione affrontando una demolizione del genere in un contesto altamente urbanizzato. Inoltre - prosegue Cucchi - abbiamo sempre preservato la viabilità, così come richiesto dall'amministrazione comunale: viale Rovereto è rimasta chiusa, mentre su Viale Trieste, quindi sul lungo mare, abbiamo mantenuto sempre aperta la pista ciclabile e chiuso invece il doppio senso di circolazione. Per un mese siamo stati il palcoscenico di uno spettacolo che ha tenuto tutti con il naso all'insù fino alla fine della demolizione".

Demolizione avvenuta in tempi record come detto, visto che dal 3 maggio, giorno in cui gli escavatori muniti di pinze da demolizione hanno attaccato la struttura, l'ultimo bilico con le macerie ha lasciato l'area il 2 giugno. Ma soprattutto le opere propedeutiche alla demolizione, come ci ha raccontato Alberto Ticchi, socio di riferimento di Eco Demolizioni,trattandosi di una demolizione selettiva, sono iniziate molto prima, infatti dopo la cantierizzazione e la messa in sicurezza dell'area di cantiere sono iniziati i lavori di strip out: sono stati rimossi preventivamente tutti gli elementi estranei alle mere strutture edilizie così da gestirli in modo differenziato. Grazie alla rimozione di infissi, impianti a vista, sanitari e pavimentazioni è stato restituito l'involucro murario bonificato, pronto per essere demolito, ottimizzando la gestione dei materiali di scarto che sono stati separati già in cantiere così da indirizzarli immediatamente verso processi di smaltimento e recupero dedicati. Come tiene a sottolineare Mirko Ciavatta, operatore della Eco Demolizioni: "trattandosi di un albergo, grandissima importanza è stata data alla fase di strip out in quanto abbiamo rimosso e avviato a recupero o smaltimento: mobilio, cartongesso, parquet, controsoffitti e infissi. 
Dopodichè è stato possibile procedere alla demolizione vera e propria, iniziata dal locale cucine, ossia il corpo annesso che era anche la parte più bassa del Garden, in tal modo abbiamo creato non solo lo spazio per poterci avvicinare con l'escavatore alla struttura ricettiva vera e propria ma abbiamo anche sfruttato le macerie demolite per creare una rampa, alzare il piano di lavoro così da guadagnare qualche metro e lavorare ancor più in sicurezza con gli escavatori, un CAT 340 munito di braccio triplice e un Volvo 220. Finito il corpo annesso si è proceduto quindi a demolire il fabbricato principale iniziando dai balconi, posti su un unico lato, quello fronte mare, per poi procedere affrontando l'altra parte di edificio, quella verso monte, nettamente più semplice da demolire visto lo spazio creato".

Cannon fog e lance, sia a terra che attrezzate al braccio dell'escavatore, uniti ad una barriera composta da un telo in HDPE pesante, alto 30 metri e largo 10 metri, sostenuto da autogrù, sono state poste al fine di contenere le polveri e soprattutto il materiale di risulta con la specifica funzione di impedire che eventuali schegge e/o piccoli frammenti di macerie potessero colpire mezzi o persone esterne all'area d'intervento. In particolare il telo, che è stato ancorato tramite due cavi in acciaio allo stabile ad un'altezza di 15 metri, è stato scelto proprio per la sua funzione di far scivolare a terra le eventuali schegge e/o piccoli frammenti di macerie che potevano essere proiettati verso l'esterno del fabbricato durante le fasi di demolizione. Inoltre, questo sistema a ridosso del punto di lavoro della pinza ha permesso tra l'altro di contenere le polveri prodotte e limitare la propagazione del rumore locale.

Come evidenzia ancora Alberto Ticchi: "Tutto il materiale inerte derivante dall'attività di demolizione, e parliamo di un volume di macerie di oltre 10.000 mc, è stato frantumato in loco. Sono stati gestiti ferro, calcestruzzo e in quantità limitatissime plastica e cavi elettrici. La quasi totalità del prodotto finale, rimosso dall'area di lavoro, caricato su bilici e portato nei nostri impianti è destinato ad essere  reimpiegato in altri cantieri oltre che usato per sottofondi stradali, in piena rispondenza ai dettami dell'economia circolare e anche al concetto di salvaguardia del territorio, vale a dire demolire per creare lo spazio per strutture nuove e sostenibili senza ulteriore consumo di suolo". Se consideriamo poi il periodo di svolgimento della demolizione del Garden non possiamo tralasciare il fattore meteo, visto che ha coinciso con la drammatica alluvione dell'Emilia Romagna e che ha coinvolto anche le Marche, pertanto è stata davvero una corsa contro il tempo e contro le avversità, basti pensare anche al fattore vento, inevitabile essendo in prossimità del mare, ma che sappiamo tutti quanto questo rappresenti un grosso problema negli interventi di demolizione. Grazie al know how e all'esperienza ultra decennale messa in campo da Eco Demolizioni srl, nonché dalla capacità e competenza dei due operatori Cucchi e Ciavatta e dal grande lavoro di squadra fra progettazione, direzione di cantiere e operatori stessi, tutto si è svolto come da programma, in piena sicurezza e in tempi record.

L'hotel Garden non c'è più. La costruzione anni '70 con 68 camere lascia il posto ad un boutique hotel gestito dal gruppo Renco, con 32 suite da 40 mq ciascuna, più ristorante, SPA e garage interrato. Avrà la stessa cubatura del vecchio Garden ma verrà costruito adottando importanti accorgimenti dal punto di vista antisismico e di sostenibilità ambientale, compreso un progetto di riutilizzo delle acque piovane. I lavori partiranno dopo l'estate e dureranno per tutto il 2024.