Nella tranquilla zona della bassa modenese, e precisamente a San Prospero, la storica azienda Mec Fond ha visto la fine dei suoi giorni per dare spazio a una nuova fase di sviluppo e riqualificazione del territorio. Protagonista di questa delicata demolizione è stata l’impresa di Modena Edil Cam
Un vero e proprio punto di riferimento per l'economia locale modenese, ma non solo. È così che viene ricordata da tutti Mec Fond, storica impresa nata negli anni '70 che si occupava della progettazione e produzione di impianti automatici, macchine e attrezzature per le fonderie, centro d'eccellenza per l'industria del settore.
A seguito della sua chiusura, l'immobile era diventato una sorta di monumento silenzioso al passato.
Il tragico terremoto del 2012, poi, ha dato nuova vita al capannone della Mec Fond che era ancora uno dei pochi che aveva resistito al devastante evento. Da quel momento diverse sono state le imprese ospitate al suo interno, strutturalmente stabile.
A partire dall'8 Gennaio di questo nuovo anno, il destino della Mec Fond è stato preso in mano dall'impresa di costruzioni e demolizioni Edil Cam. Forte della lunga esperienza sul campo, i lavori sono stati affidati all'azienda modenese che dopo un attento sopralluogo ne ha progettato il piano di demolizione.
Il processo di demolizione è iniziato con la delicata rimozione dell'amianto dalla copertura della struttura, un lavoro effettuato con cura e attenzione per garantire la sicurezza dei lavoratori e la protezione dell'ambiente circostante. Grazie all'impiego di specialisti e all'adozione delle migliori pratiche, la Edil Cam ha completato questa fase con successo, preparando il terreno per il lavoro più impegnativo che stava per venire.
Matteo Pincelli, Tecnico di Edil Cam, ci ha detto: "Una delle sfide che sapevamo di dover affrontare dal momento della vincita della gara di appalto era quella di occuparci non solo della demolizione superficiale della struttura ma di andare ancora più in profondità. L'ex fabbrica Mec Fond, infatti, durante i suoi anni di attività, si adattava alle esigenze dei progetti commissionati, modificando il proprio capannone per ospitare gli impianti richiesti. Ciò comportava la creazione di piani interrati, cunicoli e fosse, che una volta completato il lavoro venivano sigillati con calcestruzzo armato".
Per cui dopo aver demolito il laterizio della palazzina uffici e la struttura in ferro, si è passati al pavimento. Una demolizione profonda e certosina volta a ripulire quello che agli occhi era difficile immaginarsi. Intere vasche piene di calcestruzzo e putrelle che erano parte integrante della struttura. Per l'intero processo sono stati impiegati tre escavatori Hitachi da 190, 210 e 240 quintali appartenenti alla flotta Edil Cam, oltre che martelli Atlas e NPK.
In tutto sono stati lavorati circa 3500 metri cubi di macerie su un'area di intervento di circa 4000 metri quadrati.
Importante sottolineare che durante tutto il processo, la Edil Cam ha adottato un approccio responsabile alla gestione delle macerie, trattando e riciclando il materiale di risulta a 100 metri dal sito della demolizione per ridurre al minimo l'impatto ambientale. "Anche per l'opera di livellamento del piazzale è stato utilizzato MPS riciclato da noi prodotto direttamente sul sito" ha aggiunto Pincelli.
Questa attenzione ai dettagli e questo impegno per la sostenibilità hanno contribuito a garantire che il progetto fosse non solo un successo tecnico, ma anche un esempio di buone pratiche nell'industria della demolizione.
Non sappiamo ancora cosa prenderà il posto di quella che era una struttura simbolo nel panorama industriale locale ma sappiamo che ogni fine è anche un nuovo inizio ed oggi, il suolo di un territorio che da sempre è stato base fertile per il successo delle diverse aziende che lo hanno calpestato, porta la promessa di una nuova era.