Le tre palazzine Anna e le tre palazzine Athena, meglio conosciute come le torri di Zingonia (BG) sono state demolite da Vitali SpA che ha optato per una demolizione selettiva e una campagna di frantumazione in loco, così da rispondere ai crismi dell'Economia Circolare
Non è la distruzione della Torre di Babele e non siamo in Mesopotamia, anche se nell'immaginario collettivo le torri di Zingonia, in provincia di Bergamo, si erano ormai trasformate in una sorta di Babilonia, intesa non nel senso etimologico della parola ma nel suo richiamare alla mente caos e corruzione. Ben lontana dall'idea originaria del suo ideatore, Renzo Zingone, da cui deriva anche il nome, Zingonia è un'area ricompresa tra i comuni di Ciserano, Boltiere, Verdellino, Osio Sotto e Pontirolo Nuovo che, se negli anni 70' doveva incarnare un grande sogno, ossia quello di città ideale, quartiere residenziale per gli operai impiegati nei vicini centri industriali di Bergamo, il suo sviluppo non ha mai concretizzato le aspettative attese lasciando presto spazio a un'area insicura e degradata. Le torri, 3 palazzine del complesso Anna e 3 del complesso Athena, da tempo erano diventate il simbolo del degrado, dello spaccio e dell'abusivismo, nonché rifugio di coloro che vivono ai margini della società.
Le prime firme sul piano di recupero, portato avanti dai Cinque comuni coinvolti, con Ciserano in prima fila, Aler e Regione Lombardia, risalgono a più di sei anni fa ma solo lo scorso aprile sono iniziate le operazioni propedeutiche alla demolizione dei sei edifici, affidata dalla committenza ILSPA - Infrastrutture Lombarde SpA alla Vitali SpA, azienda storica che da tre generazioni opera nel mondo delle costruzioni non solo in Italia, ma anche in diversi Paesi all'estero.
La prima operazione affrontata è stata la bonifica del sito comprensiva di derattizzazione, rimozione e smaltimento dell'amianto dalle canne fumarie e dalle coperture in eternit e rimozione dei rifiuti, per lo più RSU e imballaggi misti derivanti dallo strip out che anticipa la demolizione e consente appunto di differenziare tutti i rifiuti direttamente in cantiere prima di procedere con l'abbattimento delle strutture. Balconi, inferriate, infissi, serramenti, vetrate, tramezzi, guaine sono stati rimossi prima della demolizione vera e propria, così come la parte impiantistica (elettrica, idraulica, termica) che è stata smontata, valorizzando la frazione recuperabile e smaltendo la restante. D'altronde Vitali SpA ha scelto di procedere con una demolizione selettiva, al fine proprio di differenziare, già durante l'abbattimento le diverse tipologie di rifiuti destinati a trovare nuova vita, così come prescritto dai dettami della Circular Economy.
La demolizione, e quindi anche le opere propedeutiche e di bonifica, sono iniziate dal complesso Anna, costituito dalle palazzine Anna 1, 32 appartamenti più stecche commerciali, e Anna 2 e Anna 3, entrambe da 36 appartamenti ciascuna, per poi spostarsi sul complesso Athena formato da Athena 1, 36 appartamenti più stecche commerciali, Athena 2, 33 appartamenti, e Athena 3, 35 appartamenti.
Il cantiere interessa un'area di circa 20.000 mq con le sei palazzine che presentavano una superficie in pianta di circa 260 mq e un'altezza di 9 piani, quindi circa 29 metri dal piano campagna, per un volume complessivo di 53.700 mc fuori terra e 8.300 mc di demolizione entro terra.
In tempistiche record, ben prima dei 270 giorni previsti, Vitali SpA ha portato avanti e concluso le operazioni, attaccando il 2 maggio scorso, con una macchina da demolizione da 1200 quintali e braccio lungo 47 metri, il complesso Anna, abbattuto in una ventina di giorni, e a inizio giugno il complesso Athena, ultimato il 19 dello stesso mese.
Ingente lo spiegamento di forze messo in campo da Vitali SpA, presente in cantiere con oltre 25 persone e 4 mezzi da demolizione, i CASE CX800, ED1200, CX210D, CX350D più un CX370, equipaggiati, in base all'operazione da svolgere e al materiale da trattare con cesoie, frantumatori, martelli e pinze selezionatrici. Le strutture erano tutte in cemento armato con tamponamenti in laterizio e copertura in tegole e cemento armato. Per prevenire la caduta di macerie al di fuori dell'area di cantiere e minimizzare la dispersione delle polveri è stato posizionato sul fronte strada un telo di protezione in gomma, alto tanto quanto le palazzine e sorretto da una autogru Grove GMK 4080, coadiuvato da un'autocisterna con cannoncino di nebulizzazione per l'abbattimento delle polveri.
Sempre in ottemperanza ai crismi della Economia Circolare, Vitali SpA ha avviato una campagna di frantumazione in loco con un impianto mobile in modo tale da trattare le macerie direttamente in cantiere riducendo così i costi di gestione e trattamento dei rifiuti. I circa 30.000 mc di macerie saranno poi impiegati come sottofondo stradale. Il futuro dell'area in cui sorgevano le sei torri di Zingonia invece è ancora incerto: i 20.000 mq dell'area, che presenta una potenzialità tripla di edificabilità, andranno all'asta, probabilmente con una stima differente dai 4 milioni e 200 mila euro quotati nel 2012 quando il settore immobiliare non era ancora così in crisi. L'unica certezza è che lo scorso 19 giugno l'ultimo pezzo delle torri di Zingonia è stato abbattuto, la Babele bergamasca non esiste più ed entro ottobre, quando l'area sarà completamente bonificata, sarà pronta a rinascere.