Verso nuove soluzioni sostenibili per l'ambiente
Oltre 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica vengono generati ogni anno in Europa. Di questi, meno del 30% è riciclato o riusato. Cosa rischiamo per l'inquinamento derivante dal cattivo uso di questo materiale? A spiegarlo il 5 giugno a Roma, presso la Casa dell'Architettura - Acquario Romano, sono stati i ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e gli esperti del settore, durante l'evento FATTI di plastica, organizzato dal Cnr in collaborazione con l'Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia. La giornata - nell'ambito della Giornata Mondiale dell'Ambiente per l'anno 2018 "Beat Plastic Pollution" -ha portato all'attenzione dei cittadini, della comunità scientifica, dei privati, degli studenti e degli attori politici un tema quanto mai attuale.
In tutto il mondo viene acquistato un milione di bottiglie di plastica ogni minuto e vengono utilizzati 500 miliardi di sacchetti di plastica usa e getta ogni anno. Il 50% della plastica prodotta viene gettato via. I dati raccolti da UN Environment sottolineano come la plastica che finisce negli oceani come rifiuto può circondare la Terra quattro volte in un solo anno, e può permanere in mare fino a mille anni prima di degradarsi completamente.
"I risultati dei monitoraggi da noi recentemente effettuati - ha sottolineato Francesca Garaventa, Cnr-Ismar - indicano che nel Mediterraneo le microplastiche sono presenti in elevate concentrazioni anche in aree sottoposte a bassa pressione antropica come le Aree Marine Protette. Inoltre, gli studi che abbiamo effettuato evidenziano e confermano che la presenza di plastica minaccia la salute dei nostri mari a livello globale interessando anche le aree polari".
Nella giornata dell'Ambiente dedicata alla lotta all'inquinamento da plastica, l'evento FATTI di plastica ha voluto sensibilizzare la popolazione, i portatori di interesse e i decisori sulla necessità di ridurre l'impatto della plastica sugli oceani e gli ecosistemi marini stimolando lo sviluppo di idee innovative su come ridurre l'immenso volume di plastica che già è presente negli oceani mondiali e, in misura rapidamente crescente, nel nostro Mediterraneo.
"La plastica e i suoi molteplici usi ha cambiato le nostre vite in pochissimi anni. Eppure l'utilizzo che ne facciamo ha causato un pesante inquinamento dei luoghi che abitiamo fino a compromettere il nostro ambiente e ad avere ripercussioni sulla nostra salute",ha sottolinea Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l'Ambiente del Cnr e promotore dell'evento. Se la plastica è sicuramente preziosa -ha sottolineato Trincardi - molto del suo impatto negativo dipende da come la usiamo."
La nuova sostenibilità è già iniziata nel settore della moda con l'esperienza Orange Fiber. "Il progetto",ha dichiara Adriana Santanocito cofondatrice dell'azienda "applica appieno i principi dell'economia circolare poiché utilizza una materia prima, il pastazzo di agrumi, altrimenti destinato a rifiuto". Il tessuto, che ha conquistato la maison Ferragamo, sta facendo il giro del mondo perché, incredibilmente simile alla seta, è sostenibile e biodegradabile.
"Comunicare le nuove tecnologie, i materiali e gli usi che ne possiamo fare assume una fondamentale importanza nel periodo di transizione che stiamo vivendo", ha sostenuto Fedra Francocci, curatrice dell'evento per il Cnr - basta pensare all'Economia Circolare che apre le porte a nuovi modelli di sostenibilità o ai Contratti di Fiume, uno strumento di governance che porta naturalmente ricerca, industria, politiche e persone verso un dialogo finalizzato a trovare soluzioni".
Sono stati ospiti dell'evento associazioni di settore, istituzioni, enti di ricerca, artisti e cittadini interessati a condividere le proprie esperienze per far emergere - in un susseguirsi di incontri, interviste, presentazioni, narrazioni, video-documentari e testimonianze - le soluzioni che possiamo intraprendere per contribuire a combattere l'inquinamento da plastica in tutto il mondo.