BKT ci porta in India, a Bhuj, nello stato del Gujarat, per mostrare alla stampa internazionale l’ampliamento del sito produttivo che ha segnato una svolta nella crescita della multinazionale indiana. Il gigante degli pneumatici, il cui mantra è “Make the impossible possible”, dopo i grandi successi ottenuti, punta a raggiungere entro il 2026 un fatturato di due miliardi di dollari e una produzione totale annua di 600.000 MT. Un orizzonte che dalle parole di Rajiv Poddar, Joint Managing Director BKT, non sembra poi così lontano
Il 25 marzo del 1497 il portoghese Vasco da Gama salpò da Belém, nei pressi di Lisbona, e dopo un anno e due mesi di navigazione, nel maggio 1498, riuscì ad approdare sulle coste indiane diventando di fatto il primo a raggiungere l'India via mare, aprendo così una nuova rotta commerciale tra l'Europa e l'Asia.
Nonostante oggi raggiungere l'India  dall'Europa richieda viaggi molto meno avventurosi, in media 10-11 ore  di volo intercontinentale, si tratta comunque di un'esperienza unica. Il  caldo, i rumori, i colori e le persone che affollano le strade si  mischiano in un caleidoscopio di sensazioni che quando si atterra a  Mumbai, prima tappa del nostro viaggio nel Paese della famiglia Poddar,  fondatrice di BKT leader mondiale degli pneumatici off-highway, possono  lasciare senza parole. 
Considerate che l'India conta circa 1.4  miliardi di persone, il 18% della popolazione mondiale, guadagnando il  titolo di secondo Stato più popoloso al mondo e, secondo le previsioni  degli esperti, nel corso di quest'anno dovrebbe riuscire a soffiare il  primato alla Cina. Attraversata da forti contraddizioni, a Mumbai, ad  esempio, grattacieli da 26 piani coesistono nello spazio di pochi  chilometri con gli slum, vere e proprie città nella città, l'India è una  delle superpotenze emergenti, tanto che, secondo i dati del Fondo
Monetario  Internazionale nel 2022, è salita al quinto posto tra le economie  mondiali più influenti, risultato coronato dalla presidenza nel 2023 del  G20, il principale forum per la cooperazione economica internazionale. 
Uno  degli stati dell'India che contribuisce maggiormente alla crescita del  PIL nazionale è il Gujarat, che anche storicamente grazie alle sue coste  ha sempre avuto una forte vocazione commerciale internazionale. 
In  questo contesto, a Bhuj, destinazione finale del nostro viaggio, è  situato uno dei cinque impianti produttivi di BKT in India, quello che  lo stesso Rajiv Poddar, Joint Managing Director BKT, ha descritto come  il "Game Changer" della storia della Balkrishna Industries.
Per  chi non è mai stato qui è difficile immaginare cosa si celi dietro i  cancelli verdi d'ingresso, dove Il grande occhio di BKT ci accoglie  nuovamente, dopo la visita del 2019, per mostrarci la crescita  esponenziale che ha avuto l'impianto in soli 4 anni.
Inaugurato nel  2015 con un investimento di 500 milioni di dollari, inizialmente lo  stabilimento sorgeva su un'area di 123 ettari. In questa zona, prima  completamente desertica e che ora vanta ben 100.000 alberi piantati, BKT  è partita da zero riuscendo a creare in tempi record un polo di  eccellenza. "Quando siamo arrivati a Bhuj non c'era niente, abbiamo  portato l'acqua potabile e l'elettricità e siamo cresciuti fino ad  occupare uno spazio di 258 ettari che nel 2023 arriveranno a 323. Gli  obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo deciso di aprire il sito di  Bhuj erano proporzionali alla solidità finanziaria di allora, ma  soprattutto a una visione tanto grande quanto concreta", ha dichiarato  Rajiv Poddar, Joint Managing Director BKT. 
Seguendo questa linea  nell'impianto di Bhuj, in continua espansione, sono entrati in funzione  macchinari più efficienti, in grado di garantire una maggiore precisione  in modo da aumentare la produzione, migliorare la qualità del materiale  prodotto e al contempo ridurre gli scarti e di conseguenza di costi.  Ottimizzare la produzione e automatizzare i processi consente anche di  ridurre i tempi di produzione e di aumentare il livello di sicurezza dei  lavoratori. "Puntiamo sempre a migliorarci con l'obiettivo di aumentare  la produzione in termini di qualità e quantità, di ridurre il rischio  di incidenti sul lavoro aumentando la sicurezza, migliorando le  condizioni di lavoro dei nostri dipendenti", ha dichiarato Rajiv Poddar.  
La crescita dell'impianto ha permesso anche di introdurre nuova  forza lavoro specializzata. Caposaldo della filosofia BKT è l'importanza  della formazione professionale, per questo all'interno dello  stabilimento sono presenti le aule dove vengono formati i manager di  domani.
L'importanza della formazione e della ricerca vengono  portati ai massimi livelli all'interno della divisione  Ricerca&Sviluppo di BKT. L'ossessione del gigante indiano per la  qualità ha reso quello di Bhuj uno dei centri di ricerca tra i più  importanti ed aggiornati al mondo nel settore degli pneumatici. Questa  cura va dalle materie prime fino al prodotto finito. 
È  impressionante poter appurare la quantità di test a cui vengono  costantemente sottoposti gli pneumatici: test di laboratorio,  simulazioni virtuali nella "supernova room" fino alla prova sul campo  nella test truck area che, inaugurata nel 2017, è stata oggi  ulteriormente ampliata. Un circuito di sei piste consente di verificare  le prestazioni degli pneumatici in condizioni di asciutto e bagnato e di  studiare altre caratteristiche come la trazione, la maneggevolezza e la  compattazione del suolo.
Growing together, Growing in People
Quello  che BKT ha creato a Bhuj non è solo un impianto di eccellenza nella  ricerca, nello sviluppo e nella produzione degli pneumatici OTR, ma  anche una comunità. Le persone giocano da sempre un ruolo chiave nella  strategia di crescita del colosso indiano, come ha sottolineato più  volte nel suo intervento durante la conferenza stampa, che si è tenuta a  Mumbai, Arvind Poddar, Chairman & Managing Director BKT. Per questo  motivo parte degli investimenti per il polo produttivo di Bhuj hanno  riguardato gli spazi dedicati alle famiglie dei lavoratori dipendenti  che risiedono lì, quasi 1000 persone. Ed è in quest'ottica che, nel  2024, verrà aperta a Bhuj la BKT International School, scuola che darà  istruzione ai bambini della comunità locale. Ma il benessere delle  persone va di pari passo con il benessere dell'ambiente, dato che come  ribadisce Arvind Poddar, "Questo mondo è il nostro futuro". BKT è  impegnata in numerosi progetti di sostenibilità e promuove un utilizzo  delle risorse naturali consapevole, in modo da assicurare che i propri  processi industriali non impattino sull'ambiente. Fin dagli inizi della  sua storia l'impianto di Bhuj è stato dotato di una centrale elettrica  interna per garantire una fonte di elettricità affidabile e controllata.  Grazie ai pannelli fotovoltaici e alla centrale di cogenerazione,  ampliata lo scorso anno, il sito è in grado di autoprodurre energia e  nei prossimi anni assisteremo allo sviluppo di altri progetti per  implementare la potenza delle risorse rinnovabili. 
BKT, inoltre, dal  2019 sposa il principio "Zero Liquid Discharge" (ZLD), nessun rifiuto  liquido viene rilasciato nell'ambiente perché tutta l'acqua utilizzata  all'interno dello stabilimento viene trattata, purificata e riutilizzata  in modo da preservare le risorse idriche e ridurre l'impatto dello  scarico delle acque reflue, migliorando l'efficienza e la sostenibilità  dell'intero stabilimento.
Carbon Black 
L'impianto di  Carbon Black di Bhuj è entrato in funzione nel 2017 con una produzione  annua di 65.000 MT di "Hard grade carbon black", varietà di nerofumo  utilizzato nel battistrada degli pneumatici. Di anno in anno non solo è  aumentata la produzione ma anche le varietà di nerofumo prodotte, alla  prima varietà si è aggiunta in seguito la "Soft grade carbon black",  utilizzata nella mescola della carcassa per migliorarne la resistenza e  la durata generando meno calore. Il programma al 2023 è di arrivare a  198.600 MT di prodotto annui e di aggiungere un terzo tipo di nerofumo,  lo "Speciality carbon black" che presenta elevata resistenza alla  colorazione, elevata purezza, basso livello di ceneri e di IPA  rendendolo adatto per applicazioni specifiche come vernici, plastica e  inchiostri.
Le novità di questo reparto hanno riguardato anche il modo in cui il carbon black viene prodotto e trasportato all'interno dell'impianto. Il gas impiegato nel processo produttivo confluisce in un impianto di coegenerazione che permette di riutilizzare 75.000 metri cubi di gas all'anno con un risparmio annuo di 215.000 tonnellate di carbone. Mentre per il trasporto, BKT ha deciso di smettere di utilizzare le bulk bag, implementando un sistema di trasporto tramite silos mobili che alimentano l'impianto di produzione, di conseguenza vengono utilizzati 100.000 imballaggi in meno ogni anno, scelta che si sposa con la volontà di ridurre del 70% il consumo energetico totale dell'impianto.
Ora come allora la famiglia Poddar traccia il suo cammino con convinzione e per il futuro, tema ricorrente della nostra visita a Bhuj, il cui claim era, non a caso, "Enter the future", ha le idee molto chiare: entro il 2026 BKT punta a raggiungere un fatturato di due miliardi di dollari e una produzione annua di 600.000 MT investendo su professionalizzazione, digitalizzazione e capacità di soddisfare le richieste del mercato in termini di quantità, qualità e varietà di prodotti. "Mi hanno chiesto se tutto questo era davvero necessario, così tanto in così poco tempo. Analizzare il mercato e anticiparlo, con passione e lungimiranza, è ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni.
La crescita è sempre stata al passo con la domanda. Oggi la domanda globale degli pneumatici è in crescita e non vediamo segni di rallentamento nei prossimi cinque anni. Quello che abbiamo intrapreso a Bhuj, nel 2012, è un viaggio che ci porterà a scoprire il futuro", afferma Rajiv Poddar.
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