Costruire un futuro più sostenibile

Vitali SpA ha presentato lo scorso dicembre presso l'Innovation Campus di Peschiera Borromeo (MI) il suo primo bilancio di sostenibilità, dimostrando, attraverso i dati, che la sostenibilità fa crescere, rende più competitivi e conviene

Per qualcuno la sostenibilità è un principio astratto. Non per Vitali SpA, gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni visto che da tre generazioni opera nel mondo delle costruzioni non solo in Italia, ma anche in diversi Paesi esteri con aree di azione nel Real Estate Development, nelle grandi infrastrutture, demolizioni speciali, decommissioning, coltivazione di cave, lavorazione di materiali per l'edilizia, nonché produzione di calcestruzzi e asfalti. Per Vitali SpA la sostenibilità è un impegno che parte da lontano, non è un'operazione di marketing ma è qualcosa che ha permesso di raggiungere grandi risultati, dal momento che, dalla presentazione nel giugno del 2022 del Green Book, una sorta di manifesto in cui venivano tracciati gli obiettivi futuri della Vitali in termini di sostenibilità, lo scorso 5 dicembre, presso l'Innovation Campus di Peschiera Borromeo (MI), l'azienda ha presentato il suo primo bilancio di sostenibilità.

Un traguardo importante che merita un passo indietro, anzi un passo che ci consente di entrare ancora meglio nell'ottica della Vitali SpA che, pur non essendo tenuta per legge a presentare un bilancio di sostenibilità ha scelto di presentare a partner e stakeholder una rendicontazione puntuale del suo impegno in ambito ambientale, sociale e di governance secondo appunto quelli che sono i valori valori ESG (Environmental, Social, Governance).

D'altronde come ha sottolineato la dottoressa Patrizia Giangualano, Indipendent Director Governance e Sustainability Advisor, consiglio direttivo NedCommunity: "La sostenibilità è un tema ormai imprescindibile nelle strategie aziendali ed è entrato a far parte della vita delle società, a tutti i livelli, tanto che per integrare la sostenibilità nel business le aziende iniziano a ripensare alle proprie politiche e alle proprie pratiche operative nell'ottica di creare valore sia per l'organizzazione interna sia per il contesto in cui operano, con un'attenzione particolare a tutta la supply chain.

Senza contare - ha proseguito Giangualano - che per un'azienda che si muove verso la sostenibilità l'azione fondamentale è quella di definire la sua ragione di esistere nel futuro, ossia il cosiddetto purpose aziendale. Ovviamente - ha concluso - una grande opportunità in questo percorso di transizione green è offerta dalla tecnologia e dalla digitalizzazione, in una logica etica e di creazione di valore per tutti gli stakeholder".

Come ha evidenziato Massimo Vitali, presidente del gruppo Vitali SpA: "il bilancio di sostenibilità è un bilancio diverso, è un nuovo modo di guardare le aziende, è un bilancio ormai richiesto dal mercato. Noi abbiamo deciso di stilarlo innanzitutto perché vediamo la sostenibilità come un driver di crescita, riteniamo che investire in sostenibilità non sia un costo ma un vantaggio competitivo importante per il nostro Gruppo e il Bilancio rappresenta un monitoraggio continuo; è un'analisi della nostra situazione nei confronti dei parametri ESG che ci deve guidare nello sviluppo del nostro operato".

Considerando che il settore delle costruzioni è particolarmente impattante a livello ambientale, l'impegno di Vitali diventa ancor più lodevole, visto che presentando un bilancio con precisi indici di materialità si potranno misurare effettivamente i progressi raggiunti in termini, ad esempio, di consumi energetici, recupero di materie prime-seconde, recupero delle acque: tutti fattori che caratterizzano il processo produttivo dell'azienda e che coinvolgono tutta la filiera e gli stakeholder.

Se, dunque, il Bilancio di sostenibilità per Vitali, come dice Eleonora Sablone, CEO di As Suistainable As Possible e membro del board di Vitali SpA: "è stato interpretato nel miglior modo possibile, ossia come strumento strategico di autoanalisi dell'azienda sia in termini operativi che in termini di prospettiva futura, grazie ad un ottimo team interno che ha saputo leggere e approfondire i Sustainable Development Goals, quindi gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e identificare quelli rilevanti per Vitali, ovvero quelli dove Vitali impatta ma può impegnarsi a migliorare, fino a tracciare un percorso da qui al 2025. Per quanto riguarda la parte social - prosegue Sablone - tre sono gli obiettivi SDGs: un forte impegno nell'engagement dei propri dipendenti interni, nella riduzione degli infortuni e nella gender parity, considerando l'ambito prettamente maschile in cui opera la Vitali ha il 28% di quote rosa in azienda, anche in ruoli di managment. Per quanto riguarda la governance invece un solo SDGs che prevede il potenziamento del sistema anticorruzione unitamente al potenziamento della governance specifica per la sostenibilità con la creazione di un comitato di sostenibilità. I restanti cinque obiettivi dei nove su cui si impegna il Gruppo sono Environmental. Se cito i dati relativi ai consumi energetici complessivi - mette in luce Sablone - si può vedere che nel 2022 sul 2021 c'è stata una riduzione del 16% di tutte le forme energetiche, nei soli cantieri si è ridotto il consumo di energia elettrica del 9%. Ma i dati sono ancora più interessanti se vengono letti in maniera ponderata, ossia se si considera che la produzione di Vitali nel 2022 è aumentata e quindi il dato oggettivo ponderato di riduzione dei consumi è del 24%. Ovviamente questo deriva da una strategia di lungo corso dell'azienda che ha sempre investito in tecnologia e innovazione tanto da aver aperto una nuova attività produttiva che consuma però un terzo dell'energia rispetto al passato. Energia che scende e circolarità che sale se si considera che più del 99% dei rifiuti non pericolosi sono avviati a recupero con il dato importante di oltre 7000 ton di fresato riciclato nel solo impianto di Caponago (MB ndr)".

Non solo, il Gruppo Vitali ha deciso di dare attuazione al proprio impegno nel campo della responsabilità sociale a favore di progetti che migliorino anche la qualità della vita di ogni individuo. Ne sono esempi il Progetto Internazionale per la mobilità garantita, il sostegno alla Fondazione Costruiamo il Futuro, il supporto a Strat cup, progetto di formazione e sviluppo d'impresa ad alto contenuto innovativo dell'Università degli Studi di Bergamo. Altrettanto importanti gli impatti sociali, con attenzione all'ambiente lavorativo, alla salute e alla sicurezza dei lavoratori (oltre 1.193 ore di formazione erogate all'anno e il 97% di personale assunto a tempo indeterminato), e per il territorio, con numerose azioni per le comunità: da sempre l'impresa è un attore sociale importante per il territorio e l'approccio di Vitali è fondato sulla creazione di valore condiviso, orientato alla crescita sostenibile nei territori in cui opera.

Perché la sostenibilità fa crescere e conviene. Se si pensa che tra il 1980 e il 2021 l'Europa ha subito 560 miliardi di danni derivanti dal cambiamento climatico, in Italia, territorio particolare fragile, ogni cittadino ha avuto 1.500€ di danni per non agire in modo responsabile, per non prendersi cura del pianeta. La sostenibilità non è più un costo, come evidenzia ancora Sablone: "ma è una tutela, anche nella tenuta del valore, ne è un esempio lo stesso Innovation Campus di Peschiera Borromeo, costruito nel 2007 da Vitali e che ad oggi ha mantenuto intatto il suo valore perché certificato in classe A e LEED Gold, vale a dire che l'attenta progettazione, la corretta esposizione e l'utilizzo di sistemi ad alto rendimento ed efficienza energetica, come il teleriscaldamento, la geotermia, il fotovoltaico, il solare termico, gli impianti di recupero e riutilizzo delle acque meteoriche, le facciate altamente performanti, riducono i costi di gestione dell'edificio a vantaggio dell'azienda, dell'ambiente e delle comunità".

E quando si parla di progetti studiati e realizzati dal Gruppo Vitali i vantaggi sono sempre tanti. Nei prossimi mesi vedremo prendere il via un grande progetto dell'Hennebique H49, una riqualificazione urbana nel porto di Genova che coinvolge un immobile simbolo, di 40.000 mq; il progetto di rigenerazione e riqualificazione delle aree dello scalo ferroviario di Bergamo Porta Sud e la realizzazione a Malpensa del primo impianto di produzione e distribuzione dell'idrogeno. Idrogeno che potrebbe essere anche idrogeno verde se prodotto dal fotovoltaico. D'altronde come ha sottolineato il presidente Massimo Vitali: "proporre soluzioni energetiche alternative, costruire infrastrutture durevoli ed edifici efficienti è nel DNA della Vitali da sempre e trasformare la Vitali in carbon neutral le darà un vantaggio competitivo incredibile, perché la sostenibilità rende più competitivi, fa crescere e conviene".


In foto, in ordine di apparizione:

Massimo Vitali, Presidente del gruppo Vitali SpA

Patrizia Giangualano, Indipendent Director Governance e Sustainability Advisor, consiglio direttivo NedCommunity

Eleonora Sablone, CEO di As Suistainable As Possible


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