La storia che lascia il posto alla storia

Demolizione del complesso industriale dismesso ex Rizzoli a Milano. Un anno e mezzo di lavori per preparare l'area e far sorgere "Welcome, feeling at work", un esempio di un quartiere biofilico votato alla sostenibilità e al wellbeing, dove lavoro e natura dialogano armonicamente. Un progetto realizzato dal gruppo Vitali Spa ed Europa Risorse per la riqualificazione dell'area

Si dice che le città si identificano attraverso dei luoghi facilmente riconoscibili. Progetti di grande spessore e bellezza creano nuove identità, attraverso le quali i cittadini cambiano la propria percezione della città. Ed è quello che sta accadendo a Milano, già da anni. Una Milano che in poco tempo ha visto ridisegnato il proprio skyline, una Milano in cui le aree riqualificate e restituite ai cittadini creano nuovi spazi e una nuova atmosfera.

È il caso dell'ex Rizzoli, un complesso industriale dismesso, parte del quartier generale voluto dall'imprenditore Angelo Rizzoli nel 1960 per ospitare rotative, redazioni, uffici e abitazioni dei dipendenti della casa editrice. Dopo strip out, demolizione e opere speciali presto nascerà «Welcome, feeling at work», un quartiere biofilico votato alla sostenibilità e al wellbeing, in cui lavoro e natura dialogano armonicamente. Assoluto protagonista Vitali Spa, gruppo leader nel settore delle infrastrutture e costruzioni.

Si sono conclusi ad agosto 2022 i lavori propedeutici alla realizzazione del nuovo edificio nell'ex area Rizzoli a Milano, in via Rizzoli 2 angolo via Cazzaniga, ossia demolizione delle strutture principali (elevazioni, piano seminterrato e fondazioni) e realizzazione delle opere provvisionali necessarie a sostenere la viabilità circostante, ossia berlinesi lungo via Cazzaniga e verso il parcheggio lato Parco Lambro (lato ovest e sud del sito) nonché puntellamento di lungo periodo dell'intercapedine lato via Rizzoli (di proprietà del Comune di Milano).
Prima di descrivere la demolizione vera e propria occorre precisare che primariamente si è proceduto alla bonifica dai materiali contenenti Fibre Artificiali Vetrose (FAV) in copertura e alla bonifica aggiuntiva dai materiali contenenti amianto (MCA), sia all'interno che in copertura.
Le berlinesi, invece, saranno costituite tutte da pali di diametro 800 mm, posti ad interasse 1 m, con cordolo sommitale di altezza 1 m e larghezza 1,05 m. Tutte presenteranno come quota di fondo scavo iniziale a valle 119,2 m. Al completamento dei pali e dei cordoli sarà predisposto uno strato di "spriz-beton" per il contenimento del terreno tra un palo e l'altro e anche per una preliminare protezione della superficie esterna dei pali. Successivamente, nell'ambito della realizzazione dell'edificio saranno posti in opera lo strato di impermeabilizzazione e la parete portante del nuovo edificio.


La struttura dell'edificio da demolire
L'edificio esistente oggetto di demolizione presenta una struttura principale in calcestruzzo armato (costituita da fondazioni a graticcio, pilastri travi e solai in C.A. e in alcuni casi in latero-cemento o acciaio) ed è costituito da:
• un corpo principale disposto lungo via Rizzoli, denominato "lotto A", un tempo adibito a uffici nella parte in elevazione, quattro piani più sottotetto e seminterrato, denominato "Stecca Rizzoli" (altezza massima circa 19,5 m; lunghezza circa 140 m, larghezza massima circa 15 m);
• un corpo disposto lungo via Cazzaniga, denominato "lotto B", con due piani fuori terra più seminterrato e sottotetto, adibito un tempo ad attività industriali e in parte ad uffici (altezza massima da piano medio via Cazzaniga circa 16 m; altezza massima da piano medio cortile centrale circa 20 m; lunghezza circa 65 m; larghezza massima circa 30 m);
• una serie di edifici che completano l'area in elevazione, denominati "lotto C" tra cui edificio centrale adibito un tempo a centrale termica, di due piani fuori terra, ed edifici attorno all'area centrale, di altezze variabili (massimo tre piani più seminterrato), adibiti un tempo prevalentemente ad attività produttive quali tipografia, stampa, stoccaggio merci ecc.. (altezza massima edifici perimetrali: circa 13,5 m rispetto piano di riferimento, circa 19 m dal piano medio del cortile centrale; altezza massima edificio centrale quindi ex centrale termica: circa 8 m dal piano medio del cortile centrale);
• porzioni di edificio interrate (residuo di precedenti demolizioni parziali) e strutture della guardiania lungo via Cazzaniga, all'angolo sud del sito completano l'area e sono denominate "lotto D".

Si precisa che una porzione dell'area occupata dal "lotto B" è soggetta a bonifica del Rame del terreno sottostante il livello della fondazione (per una profondità di non più di 3 m). Di conseguenza, il lotto B è stato demolito per fasi compatibili con la presenza dell'attività di bonifica, dando priorità alle porzioni per cui è necessaria la bonifica. Mentre il piano seminterrato è sostanzialmente continuo e comune a tutto l'edificio, eccetto che per l'area centrale, occupata dalla centrale termica, le elevazioni sono separate tra lotto A e il resto dell'edificio, essendo presenti solo dei collegamenti puntuali rappresentati dai blocchi scala. Le strutture dei lotti B e C, anche se contigue, presentano comunque dei giunti strutturali.
La demolizione meccanica selettiva degli edifici fuori terra è partita dal lotto "C", proseguita con il lotto "B" e infine "D" e "A".
Ingente il dispiego di mezzi meccanici messi in atto dalla Vitali Spa per demolire i circa 220.000 mc v.p.p. di fabbricati e i circa 14.000 mc p.p.p. mc di fondazioni.

La tecnica della demolizione selettiva top down utilizzata in tutti i lavori di demolizione e decostruzione prevede un procedere dall'alto verso il basso, in maniera controllata in modo così da non pregiudicare mai la stabilità globale della struttura in demolizione. L'ordine tenuto nella demolizione dei solai e dei pilastri è l'inverso rispetto a quello utilizzato nella costruzione dei manufatti in modo da non creare nella struttuara stati tensionali anomali, dovuti ad uno scorretto ordine di rimozione degli elementi portanti, che potrebbero causare situazioni incontrollabili di instabilità locale e crolli improvvisi.

I mezzi utilizzati sono stati: mezzo da demolizione da 1000 q con pinza idraulica da 120 q; mezzo da demolizione da 700 q con braccio ultralong attrezzato con pinza idraulica da 15,25 e 60 q; tre mezzi da demolizione da 400 q attrezzato con frantumatore idraulico da 40 q; mezzo da demolizione da 250 q; nebulizzatore motofog MF60 e autocisterna da 17.000 litri con impianto di nebulizzazione per abbattere le polveri derivate dall'azione di schiacciamento e frantumazione esercitata nello specifico punto dalla pinza idraulica sulla struttura in calcestruzzo. A protezione degli edifici confinanti, preliminarmente alla demolizione dell'edificio è stata realizzata una barriera composta da un telo in HDPE pesante sostenuto da autogrù al fine di contenere il materiale di risulta durante la demolizione impedendo che eventuali schegge e/o piccoli frammenti di macerie possano colpire mezzi o persone esterne all'area d'intervento. Infatti, il telo ha funzione di far scivolare a terra le eventuali schegge e/o piccoli frammenti di macerie che dovessero essere proiettati verso l'esterno del fabbricato durante le fasi di demolizione. Inoltre questo sistema a ridosso del punto di lavoro della pinza permette tra l'altro di contenere le polveri prodotte e limitare la propagazione del rumore locale. Da sottolineare che tutto il materiale inerte derivante dall'attività di demolizione viene frantumato in loco mediante impianto mobile autorizzato (Kleeman MOBIREX MR 130 Z) e la quasi totalità del prodotto finale (MPS), verrà recuperato in ambito di cantiere.

Oltre a quanto descritto completeranno le opere principali:
• lo scavo di sbancamento generale fino alla quota di progetto prevista (119,2 m);
• la realizzazione dello strato di "riciclato" e successivo strato di magrone, fino al raggiungimento della quota di imposta delle future fondazioni.
• il sistema di drenaggio: alla conclusione dei lavori il sito costituirà un grande invaso dove è possibile l'accumulo di acqua durante i periodi di forte piovosità. Per questo motivo è stato previsto un sistema per la raccolta e il drenaggio delle acque meteoriche di superficie presenti nel cantiere a lavori ultimati.

Fasi della demolizione
• Pulizia dei fabbricati con sgombero rifiuti, successiva bonifica materiali pericolosi amianto e fibre artificiali.
• Demolizione meccanica selettiva edifici fuori terra come da piano di demolizione, demolizione fondazioni.
• Realizzazione berlinese di pali di grosso diametro + opere in carpenteria per sostegno muro su via Rizzoli.
• Frantumazione in sito dei materiali da demolizione e recupero mediante stesa e rullatura per preparazione piano di posa nuove fondazioni.

Qualche numero
• circa 220.000 mc v.p.p. di fabbricati da demolire
• circa 14.000 mc p.p.p. di fondazioni da demolire
Bonifica MCA e FAV
• Circa 45.000 mq di superfici interne oggetto di pulizia, strip out e bonifica materiali pericolosi
• Circa 10.000 mq di coperture bonificate
• Circa 15.000 mq di pavimenti bonificati
• Circa 8000 m di tubazioni bonificate
• Circa 5000 m di canali bonificati

 

Tale sistema avrà lo scopo di preservare lo strato di magrone e lo strato di sottofondazione del nuovo edificio.
Nuovo edificio che verrà costruito interamente in legno, vetro e pietra naturale. "Welcome, feeling at work", sarà più di un edificio, sarà un quartiere biofilico votato alla sostenibilità e al wellbeing, in cui lavoro e natura dialogano armonicamente.

Un progetto avveniristico e green visto che i lavori preliminari di strip-out, demolizione e opere speciali sull'area sono realizzati con l'obiettivo di recuperare il 100% dei materiali demoliti, incluso ferro e calcestruzzo che viene frantumato per un successivo riutilizzo. Come sostiene l'Ing. Antonio Napoleone, presidente Europa Risorse:«Vivere in edifici e quartieri sostenibili fa bene alla mente e al corpo. Con "Welcome, feeling at work" andiamo oltre e costruiamo con un approccio biofilico. La biofilia è la base delle città del futuro nonché la miglior via per accelerare la sostenibilità. I numeri lo dicono chiaramente: lavorare in un edificio biofilico fa aumentare la produttività e la creatività del 15%, riduce lo stress del 37% e la fatica del 30%, e aumenta il benessere del 15%. La città del futuro è sostenibile, resiliente e inclusiva».

Saranno privilegiati, infatti, luci e materiali naturali, la piazza centrale sarà vissuta come un'estensione di Parco Lambro con andamento sinuoso e quasi collinare, e tra gli uffici biofilici (di oltre 40.000 mq) si stenderanno anche 7.300 mq di orti, terrazzi e prati e oltre 300 mq di serra bioclimatica.
Un grande progetto, dunque, che ha come protagonista un grande gruppo quale Vitali Spa, da sempre tra le realtà maggiormente impegnate e attente all'impatto ecologico e che ha voluto fare della sostenibilità un valore etico fondante, mettendo in campo obiettivi sfidanti da raggiungere impegnandosi a diventare un'azienda al 100% circolare. La riqualificazione dell'area ex Rizzoli ne diventa quasi il manifesto. Un'area che ha fatto la storia dell'editoria 50 anni fa è destinata dunque a lasciare spazio a una nuova storia, fatta di sostenibilità e wellbeing.

Il complesso direzionale di "Welcome, feeling at work" con zero emissioni CO2, energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero dell'acqua, con il verde come parte integrante dell'architettura, firmato dall'archistar Kengo Kuma vede un'impronta green già dalle fasi preliminari di strip-out, demolizione e opere speciali sull'area che sono realizzate con l'obiettivo di recuperare il 100% dei materiali demoliti, incluso ferro e calcestruzzo che viene frantumato per un successivo riutilizzo. Tutte operazioni eseguite secondo le specifiche previste dal U.S. Green Building Council che norma la costruzione dell'immobile e il suo successivo ciclo di vita al fine dell'ottenimento della certificazione LEED prevista in fase di progetto a riprova dell'orientamento green e degli elevati standard di sostenibilità ambientale. La sostenibilità di un edificio si misura, infatti, in tutti i suoi momenti di vita: dall'avvio del cantiere alle demolizioni all'abitabilità. Progettare una struttura mettendo al centro il benessere di chi la abiterà e il dialogo con l'ambiente circostante è un processo sfidante, così come l'attenzione agli sprechi, alle dispersioni e alle inefficienze energetiche.

 

 

 


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