Quando sostenibilità fa rima con innovazione e concretezza

Presso l'Innovation Campus di Peschiera Borromeo (MI), lo scorso dicembre, Vitali SpA Società Benefit ha presentato il suo secondo Bilancio di Sostenibilità. Uno strumento di cambiamento attraverso il quale si può innovare per essere sostenibili

Una storia di traguardi e di successi realizzati. Non un punto di arrivo ma neanche una partenza, piuttosto uno stimolo a fare sempre meglio, a eccellere nell'eccellenza. È questo lo spirito che si è respirato lo scorso 10 dicembre all'Innovation Campus di Peschiera Borromeo (MI) dove Vitali SpA, dallo scorso luglio Società Benefit, ha presentato il suo secondo Bilancio di Sostenibilità, un bilancio che non dà solo teoria ma soprattutto pratica. Sono tanti i risultati concreti che compongono il Bilancio di Sostenibilità 2023 di Vitali, risultati che riguardano le persone, la sicurezza sul lavoro, la formazione, ma anche un consumo di energia e di materie prime estremamente consapevole. Risultati che finiscono per raccontare la storia stessa di Vitali, azienda che dal 1989 si occupa di infrastrutture, real estate, produzione di materiali, demolizione e rigenerazione urbana.

Partiamo dunque dagli esempi concreti, anzi dai numeri che bene rendono il quadro complessivo. Come ha sottolineato Massimo Vitali, Presidente Vitali SpA: "un valore importante per noi è dato non solo dal limitare l'utilizzo delle materie prime ma dal reimpiegare i materiali, come ad esempio quelli provenienti da edifici dismessi, visto che, in piena rispondenza ai dettami dell'economia circolare, rigeneriamo aree abbandonate riutilizzandone i materiali. Giusto per dare un'idea - ha specificato Vitali - stiamo parlando di circa 130.000 mc di materiali riutilizzati nei tre principali cantieri che ci hanno visti protagonisti nel 2023: l'ex area IBM a Vimercate, l'ex centro servizi dell'Agenzia delle Entrate a Bergamo e diversi cantieri stradali in Sardegna, in cui stiamo portando avanti, di concerto con ANAS, un'importante opera di rigenerazione stradale che ha visto il reimpiego nei cantieri stessi di circa 30.000 mc di materiale fresato". Se questi sono tre esempi concreti dove Vitali eccelle e dove riesce ad esprimere il suo massimo potenziale, un altro esempio concreto è dato dall'attenzione nei confronti delle persone, quel capitale umano di cui tanto si parla e che fa la differenza in tante situazioni e in tanti settori.

Non sono solo le certificazioni, le numerose certificazioni di cui si fregia Vitali SpA, a decretarne l'importanza e a distinguere l'azienda nel panorama nazionale e non solo. È sempre lo stesso presidente Massimo Vitali a evidenziare: "siamo un'azienda in crescita quindi dobbiamo formare il nostro personale ma anche il personale che viene inserito nella nostra azienda, pertanto investiamo continuamente sulla formazione, attraverso la nostra Academy, e anche sulla prevenzione degli infortuni, che, in un settore come il nostro che penso sia fra i più rischiosi, il nostro team che si occupa di sicurezza sul lavoro ha introdotto una serie di attività volte a prevenire appunto gli incidenti, tanto che questi sono scesi dall'11,7% all'8,3%".

Inoltre, è stata anche introdotta una nuova figura nell'organico, esclusivamente dedicata al recruitment, al talent attraction, visto che la lungimiranza della governance di Vitali ha chiaramente spinto verso un importante e costante, anzi crescente, investimento sulle risorse umane interne con percorsi di formazione avanzata. Anche perché fra i rischi che l'azienda potrà affrontare è stato valutato quello di non trovare sufficienti risorse umane da introdurre in azienda. Un'analisi dei rischi che deriva, come ha specificato Eleonora Sablone, CEO di As Sustainable As Possible e membro del CdA Vitali nonchè referente ESG aziendale: "dal confrontarci con quelle che sono le novità effettivamente impattanti nel nostro perimetro, ossia la doppia materialità, quindi un approccio completamente nuovo che viene dato alla sostenibilità, visto che si passa da un approccio semplicemente inside out, quindi che valuta gli impatti ambientali e sociali di Vitali verso l'esterno, ad un approccio outside in, ossia come impatta la catena di fornitura, come impatta la Commissione europea, come impattano i sistemi di regolamentazione. Quindi abbiamo affrontato il tema della doppia materialità e abbiamo mosso i primi passi nel tema due diligence, ossia nello studiare la nostra catena di fornitura, scoprendo che con la CSRD l'Europa ci ha regalato un metodo estremamente efficace per riuscire a definire strategie sinergiche.

Grazie a questo metodo e grazie all'esperienza diretta che abbiamo fatto ci siamo resi conto che doppia materialità e studio della supply chain, studio della catena del valore, ci permettono di centrare strategie efficaci sinergiche, ovvero che mettono in relazione tutte le business unit, tutti gli aspetti, tutte le parti aziendali della Vitali. Per andare sul concreto cosa abbiamo fatto? Abbiamo organizzato un ciclo abbastanza lungo di interviste a tutte le funzioni aziendali, a tutta la prima linea aziendale. Ognuno di loro è stato chiamato in primo luogo a identificare il proprio stakeholder di riferimento, che non è mai lo stesso, dopodiché abbiamo identificato anche gli impatti del perimetro, ovvero per quella specifica attività, il recruitment, la gestione del personale, la gestione delle cave, quali sono gli impatti generici e dopo di che siamo andati nel dettaglio a vedere quali sono effettivamente gli impatti materiali per Vitali, per i suoi impianti, per le sue attività. Attraverso questo ragionamento, chi è il mio stakeholder, qual è il mio impatto, cosa posso fare per gestirlo, siamo arrivati a definire puntualmente la strategia di Vitali che funziona sui tre pillars della sua policy ESG.

È una strategia che funziona per ridurre gli impatti, per ridurre le emissioni e per garantire la sicurezza dei lavoratori. È emerso che la strategia di Vitali è quella di investire in innovazione e questo si traduce in modo immediatamente visibile nel lavoro di tutti i giorni, soprattutto se si analizzano i risultati raggiunti. Guardiamo gli impianti e vediamo due impianti Caponago e Calusco D'Adda che hanno un avvio a riciclo dell'acqua che ha raggiunto il 100%. Abbiamo tutti e quattro gli impianti quindi parliamo anche di Olbia e Ponte San Pietro che hanno introdotto, da anni, il riciclo degli inerti. Inoltre, abbiamo impianti che, nel caso di Olbia, hanno investito in modo particolare nella riduzione dell'impatto diretto, delle emissioni odorigene, dell'impatto visivo. La stessa cosa - prosegue Sablone - la vediamo sul parco macchine aziendale, sui cantieri. Oggi Vitali può vantare un parco mezzi assolutamente all'avanguardia che gli permette, non solo di ridurre le emissioni, ma di garantire la sicurezza dei nostri operatori.

La riduzione delle emissioni è un plus, un benefit di cui certamente ci avvantaggiamo e ne godiamo tutti, ne gode principalmente il pianeta, ma per Vitali l'investimento sui mezzi è in primo luogo investimento per la sicurezza della persona. Giusto per dare un dato, oggi nei cantieri PNRR, nei cantieri dove ci si avvantaggia della finanza sostenibile, quindi della tassonomia europea, possono entrare esclusivamente mezzi Stage V.

La maggior parte dei mezzi vitali è già Stage V, il che significa che sono mezzi che hanno un abbattimento delle emissioni dirette del 90% rispetto al 2004. Non so quante altre aziende abbiano investito così tanto in innovazione e in mezzi, ma quello che so certamente è che il CAM edilizia prevede che dal 2028 non ci potrà essere più un cantiere pubblico che non abbia, al lavoro, esclusivamente mezzi Stage V".
Si tratta dunque di esempi concreti attraverso i quali è stata declinata la strategia Vitali per raggiungere i tre pillars ESG, ossia quella dell'innovazione. Innovare per essere sostenibili dunque. Dove la sostenibilità diventa un vantaggio, un driver di crescita, dietro al quale ci vuole investimento, ci vuole volontà, formazione e innovazione, innovazione che è al tempo stesso punto di partenza e punto di arrivo.

E se vogliamo prendere in prestito la frase di un grande industriale italiano, quale Adriano Olivetti: "la fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica." Ecco non vi può essere idea che meglio riassuma il senso delle società Benefit, e Vitali lo è da luglio 2024, e dell'aver presentato un secondo Bilancio di Sostenibilità, volontario ricordiamolo, circa il restituire al territorio, alla società, all'ambiente, attraverso azioni concrete. Ne è un esempio il sostegno alla A. R. M. R. di Bergamo, la Fondazione Aiuti Ricerca Malattie Rare, per la quale Vitali ha messo a disposizione una borsa che ha permesso a una giovane ricercatrice di mettere a punto un farmaco per la cura del rene policistico, un risultato importante che l'ha fatta anche assumere da una casa farmaceutica di Monza. Un risultato concreto, come ce ne sono tanti all'interno del Bilancio di Sostenibilità, come tante sono le iniziative citatate e dalle quali emerge che per Vitali sostenibilità non può che far rima con innovazione e concretezza.

 

In foto: Massimo Vitali, Presidente del gruppo Vitali SpA

Eleonora Sablone, CEO di As Suistainable As Possible e membro del CdA Vitali


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